Nel suo messaggio per la Giornata mondiale del rifugiato, che si celebra giovedì, il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha affermato che “conflitti, caos climatico e sconvolgimenti” hanno costretto più di 120 milioni di persone a lasciare le loro case, tra cui 43,5 milioni che sono fuggiti attraverso i confini nazionali. Si tratta di un numero record di movimenti che “alimentano la profonda sofferenza umana”, ha aggiunto Guterres, onorando allo stesso tempo la loro forza e il loro coraggio.
Richiamare l’attenzione sulla giornata del 20 giugno significa anche intensificare gli sforzi per proteggere e sostenere “ad ogni tappa del loro viaggio” coloro che sono stati costretti a lasciare le loro case. “I rifugiati hanno bisogno della solidarietà globale e della capacità di ricostruire la propria vita con dignità”, ha detto Guterres. “Se ne hanno l’opportunità, i rifugiati danno un contributo significativo alle comunità ospitanti, ma hanno bisogno di accedere a pari opportunità e al lavoro, all’alloggio e all’assistenza sanitaria”.
I giovani hanno bisogno di un’istruzione di qualità in mezzo a questi sconvolgimenti, e anche le generose nazioni ospitanti hanno bisogno di risorse affinché i rifugiati possano essere pienamente integrati nella società e nella forza lavoro. “Impegniamoci a riaffermare la responsabilità collettiva del mondo nell’assistenza e nell’accoglienza dei rifugiati”, a difendere i loro diritti umani – compreso l’asilo – e, in ultima analisi, a contribuire a risolvere i conflitti che stanno sradicando così tante persone, ha affermato il Segretario Generale.

Filippo Grandi, capo dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), ha rilasciato una dichiarazione alla vigilia della giornata, dal confine tra Sudan e Sud Sudan, dove si trova in missione:“Raramente la situazione è così disperata come quella del luogo in cui mi trovo adesso, a Jamjang, nel Sud Sudan. Negli ultimi mesi quasi 700.000 persone hanno attraversato il confine dal vicino Sudan, in fuga da una guerra devastante che ha portato via le loro case, i loro cari, tutto”, ha affermato Grandi.
On a crucial mission to White Nile State #Sudan🇸🇩, our High Commissioner @FilippoGrandi witnessed the harsh realities faced by families #ForcedToFlee by the conflict.
With dire, overcrowded living conditions & the rainy season underway, global support is more critical than ever. pic.twitter.com/cVPjrnzerj
— UNHCR Sudan (@UNHCRinSudan) June 19, 2024
Gli eserciti rivali hanno iniziato a combattere dentro e intorno alla capitale Khartoum nell’aprile dello scorso anno, alimentando una guerra in cui sono stati confermati oltre 15.000 morti e quasi 9,5 milioni di sfollati forzati, di cui quasi due milioni oltre i confini del Sudan.
L’ultima città rimasta nelle mani del governo nel Darfur sta subendo un brutale assedio e l’ultimo ospedale funzionante della regione, a El Fasher, è stato chiuso a causa dei combattimenti.
Grandi ha sottolineato che alcuni sud sudanesi sono fuggiti dalla loro patria a causa della guerra civile e ora sono costretti a tornare a casa nei villaggi che ancora lottano per riprendersi. Altri sono sudanesi – insegnanti, medici, negozianti e agricoltori – che ora devono affrontare la vita da rifugiati.
“L’arrivo dei rifugiati alle frontiere non è un problema solo dei paesi ricchi. Tre quarti dei rifugiati del mondo vivono in paesi con redditi bassi o modesti: è falso e irresponsabile affermare che la maggior parte stia cercando di raggiungere l’Europa o gli Stati Uniti”, ha affermato. Grandi ha aggiunto che che le nazioni che ospitano i rifugiati sudanesi dimostrano che la solidarietà è possibile “anche nelle circostanze più difficili. Li lodo per questo. Ma non possono farcela da soli. In un momento di divisione e sconvolgimento, i rifugiati – e coloro che li ospitano – hanno bisogno che tutti noi ci uniamo”.
For #WorldRefugeeDay, UNHCR’s Goodwill Ambassadors share their ‘Words of Welcome’ #WithRefugees. @yusramardini, @GhazalMia and @marymaker_43 know first-hand how crucial solidarity is and share powerful messages of support. 🌍✨ pic.twitter.com/tDiYOx5jfN
— UNHCR, the UN Refugee Agency (@Refugees) June 19, 2024
Il capo dell’UNHCR ha affermato che ci sono ancora molti motivi di speranza e che la giornata internazionale è anche un’occasione per celebrare i progressi compiuti.
Un nuovo audace piano di sviluppo in Kenya trasformerà i vecchi campi profughi in insediamenti dove i rifugiati avranno maggiori opportunità di avanzare, ha osservato Grandi.

E in Colombia, l’UNHCR sta sostenendo un sistema governativo volto a includere nel mercato del lavoro quasi 2,3 milioni di rifugiati venezuelani fuggiti dalle persecuzioni in patria. “In Ucraina, abbiamo contribuito a costruire una piattaforma che sostiene le persone che stanno tornando con cautela per riparare o ricostruire le loro case”.
Pensare a lungo termine è fondamentale, ha aggiunto Grandi, concentrandosi sulla sostenibilità e lavorando con governi, partner per lo sviluppo e altri. “Non lasciamo i rifugiati nel limbo; diamo loro, invece, la possibilità di mettere a frutto le proprie competenze e i propri talenti e di contribuire alle comunità che li hanno accolti”, ha sottolineato Grandi.