La procura di Roma, in seguito a ulteriori accertamenti istruttori, ha nuovamente disposto la richiesta di archiviazione nel procedimento riguardante la morte di Mario Paciolla, il cooperante italiano trovato impiccato il 10 luglio del 2020 in Colombia, dove era operativo per la missione Onu sul rispetto degli accordi di pace tra governo e guerriglieri delle FARC.
Ma i genitori di Mario, Anna e Giuseppe, assistiti dall’avvocato Alessandra Ballerini, che hanno riferito alla stampa la decisione della Procura, non accettano l’ennesima archiviazione: “Abbiamo già dato mandato alle nostre avvocate e ai nostri consulenti al fine di predisporre opposizione alla richiesta di archiviazione – spiegano i genitori -. Noi siamo certi che Mario non possa essersi suicidato e faremo quanto in nostro potere e con tutte le nostre energie per raggiungere una verità processuale che renda giustizia a Mario e restituisca un po’ di pace alla sua famiglia e a chi gli ha voluto bene”.

Lunedì i genitori di Paciolla hanno rilanciato: “Perché non vengono resi noti i dati completi dell’autopsia? Perché la Procura di Roma non ascolta noi?” hanno detto Anna e Pino Paciolla nel corso di un videoincontro di Articolo21. “I pm della Procura di Roma – scrive Articolo21 in una nota – hanno chiesto nuovamente l’archiviazione per questo caso e noi ci uniamo alla famiglia Paciolla nel chiedere che il caso non sia archiviato e che media e stampa accendano i riflettori su questa vicenda”.

Nel corso della riunione sono state annunciate anche alcune interrogazioni parlamentari, come quella del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che esprimendo “solidarietà alla famiglia di Mario Paciolla”, ha ribadito al Parlamento che “è essenziale riaprire il caso, per fare luce su questa vicenda, e mi impegno a sostenere ogni iniziativa parlamentare in questa direzione. La verità e la giustizia per Mario non possono essere archiviate”.
“La richiesta di archiviazione da parte della Procura di Roma – ha aggiunto l’On. Borrelli di Avs- è inaccettabile, considerando i numerosi interrogativi irrisolti. Mi unisco alla famiglia Paciolla nel chiedere la piena divulgazione dei dati dell’autopsia e che la Procura ascolti finalmente le loro istanze”.