Succede che nel giorno in cui a New York si apre un vertice sui migranti e al Palazzo di Vetro di New York è programmata una conferenza stampa della portavoce dell’IOM (International Organization for Migration, OIM in italiano, agenzia ONU), il Washington Post esca con una inchiesta approfondita (e curata con altre pubblicazioni internazionali) in cui documenta come migliaia di migranti siano detenuti dai governi di paesi del Nord Africa per poi essere abbandonati nel deserto. Tutto questo con il sostegno e il finanziamento dell’Unione Europea.
Secondo il quotidiano americano, l’Europa ma anche paesi singoli dell’UE, hanno inviato i fondi utilizzati per addestrare personale coinvolto in abusi dei diritti umani. I migranti sono stati caricati su mezzi comprati con i soldi dell’UE e poi abbandonati nelle zone più inospitali del Nord Africa, senza cibo e acqua, causandone anche la morte. In alcuni casi i migranti sono stati sottoposti a torture, estorsioni, violenze sessuali. I paesi coinvolti sono soprattutto la Mauritania, il Marocco e la Tunisia. I governi europei, secondo l’inchiesta del WP, sarebbero stati a conoscenza degli abusi fin dal 2019, anche perché messi in allerta dall’Alto commissario Onu per i rifugiati e da Frontex, l’agenzia dell’Unione europea che si occupa del controllo delle frontiere.
Tra il 2015 e il 2021 la Ue ha dato più di 400 milioni di euro a Tunisia, Marocco e Mauritania, attraverso l’Emergency Trust Fund for Africa, un’iniziativa nata per favorire lo sviluppo della crescita locale e affrontare l’emergenza dell’immigrazione. L’anno scorso altri 105 milioni sono stati dati alla Tunisia, mentre altri 210 milioni sono stati stanziati a favore della Mauritania. L’inchiesta giornalistica è basata su video, testimonianze di decine di migranti che sono stati abbandonati nel deserto, oltre a rappresentanti dell’Unione Europea e dei Paesi del Nord Africa.
Le autorità di Tunisia, Marocco e Mauritania hanno respinto le accuse, e sostenuto che i diritti dei migranti sono stati rispettati.

Quindi c’era in programma martedì una conferenza stampa prima del briefing giornaliero con i giornalisti, tenuta da Peggy Walters, portavoce e direttrice del Dipartimento dei media e delle comunicazioni dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, per presentare il dialogo internazionale dell’IOM sulla migrazione. Ma Walters, dopo essersi limitata ad una breve introduzione e averci dato la “notizia” che l’IOM avrà come ambasciatrice globale di buona volontà l’attrice America Ferrera, ha risposto solo ad un paio di domande e “per impegni urgenti” è andata via subito.
Così la nostra domanda sull’inchiesta appena pubblicata dal Washington Post l’abbiamo dovuta porre a Stephane Dujarric, il portavoce del Segretario Generale Antonio Guterres, arrivato subito dopo. Dopotutto il Segretario Generale è il capo dell’ONU, quindi forse meglio porla a Dujarric su cosa il suo boss pensi del fatto che l’autorevole Washington Post accusa l’Unione Europea e altri singoli paesi europei di sostenere e finanziare operazioni da parte di governi nordafricani per trattenere decine di migliaia di migranti ogni anno, scaricandoli in aree remote, spesso condannandoli alla morte nel deserto.
Dujarric ha interrotto prima che finissimo di leggere alcune parti del tragico resoconto dell’inchiesta giornalistica dicendo: “Abbiamo letto la lunga inchiesta. Qual è la domanda?”
Cosa ne pensa il Segretario Generale e che cosa intende fare?
Portavoce: “Quando anche lui ha letto, la sua reazione è stata di orrore. È una storia orribile, ed è doveroso per tutti gli Stati membri, siano essi quelli che stanno portando avanti queste operazioni, quelli che stanno finanziando questo tipo di operazioni, ovunque si trovino, che i diritti umani di ogni individuo, sia migrante o rifugiato, sono esseri umani, devono essere rispettati e qualsiasi violazione deve essere pienamente indagata e le persone devono essere ritenute responsabili. È orribile… la storia, intendo, incoraggio tutti voi a leggerla. È apparso in molti posti diversi. È una storia orribile”.
Abbiamo replicato che se non avessimo fatto la domanda, dato che lui non ne aveva parlato all’inizio del suo briefing e dato che anche prima non c’era stata la possibilità di fare la domanda nella conferenza stampa a chi dovrebbe tutelare i migranti, sembra che i migranti vengano sempre lasciati per ultimi in questa organizzazione: perché?
Il portavoce non era d’accordo: “La storia dice anche che l’indagine fatta da questi giornalisti conferma ciò che è stato detto nei rapporti delle Nazioni Unite. Giusto? Quindi non è che non ne parliamo. Ne parlo spesso da qui. Ancora una volta, che si tratti di migrazione o di qualsiasi altra questione, ne parliamo; che i giornalisti ne scrivano o meno va oltre la mia autorità”.
Una collega, giornalista palestinese (che avrà nel suo taccuino ben altre domande urgenti) non ha mollato la presa sui migranti e con un “follow-up” ha chiesto fino a che punto vengano fuori nelle discussioni del Segretario Generale con i leader europei questi argomenti, dato il fatto che stiamo assistendo a sempre più violazioni dei diritti umani e all’insistenza di questi paesi europei a rimandare indietro i migranti in paesi dove sanno benissimo che ci saranno traffici e omicidi di esseri umani.
Il portavoce di Guterres ha assicurato che “succede spesso (che Guterres ne parli con gli europei). E so anche che è oggetto di molte discussioni con l’Alto Commissariato per i rifugiati (Filippo Grandi, ndr) e, senza dubbio, con il Direttore generale dell’IOM (Amy Pope). Lavoriamo molto e riferiamo in merito, anche con i nostri colleghi per i diritti umani. Penso, in particolare, alla Missione in Libia, poiché abbiamo una grande presenza in Libia, siamo stati molto, molto chiari su ciò che sta accadendo in Libia sui diritti umani. Questo è quindi anche l’argomento di discussione nell’ufficio esecutivo del Segretario generale. Come sapete molto bene, la questione dei rifugiati, dei migranti e delle persone in movimento è una questione che sta molto a cuore a Guterres, visti i suoi 10 anni in cui ha servito come Alto Commissario [per i Rifugiati]. Quindi questo è un problema che non verrà mai dimenticato da lui”.

Intanto, intervenendo all’apertura di un incontro di due giorni sulle potenzialità della migrazione, il direttore generale dell’OIM, Amy Pope, ha espresso la speranza che tutti i partecipanti contribuiranno a fornire prosperità, benefici e innovazioni ai migranti e ai loro paesi di origine e destinazione.
Secondo un rapporto dell’OIM, circa 281 milioni di persone in tutto il mondo sono migranti, che rappresentano circa il 3,6% della popolazione mondiale. Si tratta di un aumento rispetto ai 153 milioni del 1990 e più del triplo rispetto agli 84 milioni del 1970. Le tendenze globali indicano un aumento della migrazione in futuro.
“Sempre più persone fuggono dalla guerra o dalla violenza. Sempre più persone fuggono da difficoltà economiche o dalla mancanza di opportunità. Sempre più persone fuggono dagli effetti del cambiamento climatico o dalla scarsità di cibo. E sempre più persone fuggono da una combinazione di tutto quanto sopra”, ha detto Pope.
I migranti sono particolarmente vulnerabili allo sfruttamento, alla violenza, agli abusi e alla discriminazione, ha continuato Pope, sostenendo però che la migrazione è uno dei motori cruciali per la resilienza economica, la crescita e la prosperità ed è persino riconosciuta nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile come catalizzatore per un futuro più giusto ed equo per tutte le persone del pianeta.
Oltre ai benefici nella prosperità economica, Pope ha affermato che la migrazione “porta anche allo scambio di competenze, al rafforzamento della forza lavoro, agli investimenti e alla diversità culturale. Porta anche del cibo davvero buono, se siamo onesti”. Il fatto che i migranti migliorino la vita, sia nei loro nuovi che nei vecchi paesi, è evidenziato da un altro risultato del rapporto IOM. Il denaro inviato a casa è aumentato di uno sbalorditivo 650% nel periodo dal 2000 al 2022, passando da 128 miliardi di dollari a 831 miliardi di dollari. La maggior parte delle rimesse, 647 miliardi di dollari, sono state inviate verso paesi a basso e medio reddito, costituendo una parte significativa del loro prodotto interno lordo (PIL) e superando gli investimenti diretti esteri.
Migration is a solution to some of the world’s most pressing challenges.#IDMigration24 highlights how facilitating regular pathways can lead to stronger and better communities.
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— IOM – UN Migration 🇺🇳 (@UNmigration) May 21, 2024
Pope ha affermato che qualsiasi discorso sugli investimenti deve includere anche gli investimenti nelle persone e nell’immigrazione. “E il modo per farlo è costruire percorsi sicuri e regolari per la migrazione”, ha affermato, sottolineando la necessità di proteggere i diritti umani e la dignità dei migranti e garantire “che possano accedere ai servizi essenziali e non siano foraggio per sfruttamento nei paesi in cui andranno a lavorare”.
L’ambasciatore dell’Uganda presso le Nazioni Unite, Adonia Ayebare, ha affermato nel suo intervento che la migrazione sta determinando una rapida urbanizzazione in molte parti del mondo, sottolineando la necessità che i paesi “creano un ecosistema per un’azione congiunta” sui percorsi regolari di migrazione poiché le opzioni attuali sono inadeguate. “Questo disallineamento ha un costo elevato, sia in termini di vite perse e di sofferenza umana a causa di migrazioni non sicure, sia in termini di paesi con innumerevoli opportunità mancate per individui e società”, ha affermato il diplomatico ugandese.
Ma come ha osservato la vicesegretaria generale delle Nazioni Unite Amina Mohammed, la questione dei percorsi regolari è diventata un argomento controverso in alcune regioni a causa del clima politico che circonda la migrazione e della proliferazione delle campagne di disinformazione tossica. “Invece di mettere in atto percorsi regolari per incrementare la forza lavoro, integrare meglio i migranti nelle comunità ospitanti e rendere la migrazione più sicura per tutte le persone in movimento, i politici sono incoraggiati a trattare la migrazione come un problema; credere che la migrazione irregolare rappresenti la maggior parte della migrazione e concentrarsi esclusivamente sulle dimensioni della crisi”, ha affermato Mohammed in un videomessaggio. Facendo riferimento al Global Compact per la migrazione, adottato da molti Stati membri delle Nazioni Unite nel 2018 (non dagli USA e non dall’Italia), Mohammed ha detto che rappresenta un impegno “a garantire che la formulazione delle politiche e la cooperazione in materia di migrazione non siano dettate da falsità e prospettive distorte, ma dai fatti, dal buon senso e da adottare un approccio a 360 gradi alla migrazione, anche attraverso percorsi regolari”.
Il capo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per la gioventù, Felipe Paullier, ha ricordato che metà della popolazione mondiale ha meno di 30 anni. Con 1,8 miliardi di persone, rappresentano la più grande generazione di giovani della storia, vivono in maggioranza nei paesi in via di sviluppo e rappresentano per poco meno di un terzo di tutti i migranti. “Sfruttare il potenziale dei giovani migranti è fondamentale per sbloccare il contributo della mobilità umana allo sviluppo. L’esperienza, le aspirazioni e i contributi dei giovani migranti sono parte integrante della creazione di un futuro migliore per tutti”, ha affermato Paullier che ha chiesto di garantire che “i giovani abbiano un posto al tavolo e una voce nei processi decisionali”, compreso il Global Compact per la migrazione.
IOM is thrilled to welcome America Ferrera as the new Global Goodwill Ambassador!
She has been an advocate for the rights of migrants, especially women & girls.
Having a migrant history herself, she is determined to continue to amplify migrant voices. https://t.co/vYVYY0nPjN pic.twitter.com/0F3LOeHJpL
— IOM – UN Migration 🇺🇳 (@UNmigration) May 21, 2024
L’IOM ha quindi annunciato al Palazzo di Vetro che America Ferrera, pluripremiata attrice televisiva-cinematografica e attivista sociale, è stata nominata nuova Ambasciatrice di buona volontà globale. Ferrera, conosciuta per i suoi numerosi ruoli iconici in TV e film, tra cui “Ugly Betty”, più recentemente con il film “Barbie” ha ottenuto la sua prima nomination all’Oscar. Ferrera è nata negli Stati Uniti da genitori immigrati honduregni e ha affermato che la questione dell’immigrazione le è sempre stata a cuore. “Sono così entusiasta dell’opportunità di continuare ad amplificare storie che ci spingono verso soluzioni migliori e più sicure per la migrazione globale”.
Siamo contenti per Ferrera e per l’IOM che potrà utilizzarla come ambasciatrice. Però partecipare alle conferenze stampa rispondendo alle domande dei giornalisti soprattutto nel giorno in cui emergono inchieste come quella appena pubblicata dal Washington Post, potrebbe risultare altrettanto utile alla protezione dei diritti umani dei migranti.