Si è tenuta domenica pomeriggio al Palazzo di Vetro di New York la riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per discutere dell’attacco iraniano con missili e droni contro Israele avvenuto nella notte. La riunione era stata richiesta da Israele con una lettera alla presidenza di turno del Consiglio, Malta.
Sia Iran sia Israele sono intervenuti alla riunione d’emergenza e con loro anche un rappresentante della Siria. Il primo a prendere la parola però è stato Antonio Guterres. Il Segretario Generale dell’ONU ha condannato “con fermezza l’escalation rappresentata dall’attacco su larga scala dell’Iran a Israele. La carta delle Nazioni Unite proibisce l’uso della forza contro l’integrità di ogni Stato. Bisogna allontanarsi dal precipizio in cui ci troviamo”.

The emergency session was called at the urgent request of the Permanent Representative of Israel to the United Nations. In his letter dated April 13 to the President of the Security Council, he stated that Iran had launched “a direct attack from within its territory of more than 200 UAVs, cruise missiles, and ballistic missiles towards Israel in clear violation of the UN Charter and international law.” Similarly, the Permanent Representative of the Islamic Republic of Iran to the United Nations addressed a letter to the President of the Security Council dated April 13, asserting that the attacks were “in the exercise of Iran’s inherent right to self-defence as outlined in Article 51 of the Charter of the United Nations, and in response to the Israeli recurring military aggressions, particularly its armed attack on 1 April 2024 against Iranian diplomatic premises” in Damascus. During the meeting, Secretary-General António Guterres stated, “It’s time to step back from the brink. It is vital to avoid any action that could lead to major military confrontations on multiple fronts in the Middle East.” (UN Photo/Eskinder Debebe)
Guterres nel suo intervento ha spiegato che la sessione di emergenza è stata convocata da Israele in seguito a quello che, in una lettera, ha descritto come “un attacco diretto lanciato dall’Iran… di oltre 200 UAV, missili da crociera e missili balistici contro Israele in chiara violazione del diritto internazionale”. Guterres ha quindi condannato l’attacco iraniano, ma nel suo discorso ha ricordato che “vige inoltre il principio dell’inviolabilità delle sedi diplomatiche e consolari e il personale deve essere rispettato”, sottolienando la “condanna” dell’attacco israeliano del 1 aprile al consolato iraniano a Damasco.
Guterres ha poi ribadito che “è fondamentale evitare qualsiasi azione che possa portare a grandi scontri militari su più fronti in Medio Oriente. I civili stanno già sopportando il peso maggiore e pagando il prezzo più alto”. Quindi, ha avvertito che “la pace e la sicurezza a livello regionale, e in effetti globale, vengono minate di ora in ora”.

L’ambasciatore Robert Wood, numero due della missione degli USA all’ONU, nel suo intervento di condanna all’Iran, ha fatto un riferimento alla possibilità di presentare un progetto di risoluzione con nuove sanzioni contro Teheran: “Nei prossimi giorni discuteremo con i nostri partner nuove misure punitive per rendere l’Iran responsabile in accordo con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e per ora vogliamo la condanna dell’attacco dell’Iran a Israele”, ha detto Wood che poi ha aggiunto: “Gli Usa non vogliono una escalation ma il modo migliore per evitarla è condannare le azioni sconsiderate dell’Iran”. Wood ha ribadito che l’obiettivo degli Usa è la de-escalation, ma “se l’Iran o i suoi delegati agiranno contro gli Stati Uniti o i suoi alleati, l’Iran sarà ritenuto responsabile”. Quindi ha ribadito la “condanna nei termini più forti” degli Usa dell’attacco di Teheran a Israele. “Le azioni sconsiderate dell’Iran non rappresentano una minaccia solo per il popolo israeliano, ma anche altre popolazioni nella regione. Per troppo tempo l’Iran ha violato gli obblighi internazionali”, ha ribadito Wood.
L’ambasciatore israeliano Gilad Erdan, quando è stato il suo turno, ha affermato che gli attacchi contro Israele di sabato notte sono stati lanciati dal suolo iraniano, dal Libano, dalla Siria, dallo Yemen e dall’Iraq: “La scorsa notte il mondo è stato testimone di un’escalation senza precedenti che è una chiara prova di ciò che può accadere quando gli avvertimenti vengono ignorati… [Israele] non gridava al lupo; stava cercando di risvegliare il mondo sui pericoli posti dall’Iran e dai suoi complici”, ha detto Erdan, aggiungendo: “Israele aveva suonato l’allarme”.

Il rappresentante di Israele ha mostrato un video di quello che ha definito un attacco al Monte del Tempio di Gerusalemme e ha chiesto al Consiglio di Sicurezza: “Che cosa avete fatto per proteggere il mondo dall’Iran? Hanno attaccato anche i siti dell’Islam… ”. Il diplomatico israeliano ha detto che le azioni dell’Iran sono state chiare da tempo, ovvero armare, finanziare e addestrare i suoi sostenitori del terrorismo in tutto il mondo. Ma la maschera della negazione è stata rimossa: l’Iran aveva attaccato Israele dal suo stesso territorio mentre Israele era circondato dagli agenti dell’Iran e veniva attaccato da tutti i fronti.
“Il regime islamico di oggi non è diverso dal terzo reich e l’Ayatollah non è diverso da Adolf Hitler’” ha detto ad un certo punto Erdan durante il suo intervento. ”Dobbiamo condannare con fermezza l’Iran, e infliggergli delle sanzioni: va fermato ora non per il bene di Israele, non per quello della Regione ma per il mondo intero’’. “La maschera è caduta e quindi anche l’autocompiacimento del mondo deve cadere. L’unica opzione è condannare l’Iran… e assicurarsi che sappia che il mondo non resterà più inattivo”. “Questo attacco ha oltrepassato ogni linea rossa e Israele si riserva il diritto di reagire”, ha concluso Erdan.

Quando è stata la volta del rappresentante iraniano, sottolineando che le “affermazioni false e infondate” di Israele non avrebbero meritato “nessuna vera risposta”, l’ambasciatore Amir Saed Iravani ha ribadito la posizione “coerente dell’Iran”, che non starebbe cercando un’escalation o una guerra nella regione. “L’operazione dell’Iran è stata interamente finalizzata all’esercizio del diritto intrinseco dell’Iran all’autodifesa. L’azione conclusa era necessaria e proporzionata. Si è trattato di un intervento preciso, mirato solo a obiettivi militari e portato avanti con attenzione per ridurre al minimo il potenziale di escalation e prevenire danni ai civili”, ha spiegato l’Ambasciatore iraniano. “Tuttavia, è deplorevole”, ha affermato Iravani, “che oggi alcuni membri del Consiglio, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Francia, abbiano scelto di chiudere un occhio sulla realtà” e trascurare le cause profonde che contribuiscono alla situazione attuale.
“Con un comportamento ipocrita, questi tre paesi hanno falsamente incolpato e accusato l’Iran senza considerare i propri fallimenti nel mantenere gli impegni internazionali per la pace e la sicurezza nella regione”, ha affermato l’ambasciatore iraniano, denunciando ciò che per l’Iran restano “bugie e disinformazione” utilizzate per screditare il suo diritto all’autodifesa.
“E’ stato trascurato e ignorato il nostro diritto di rispondere alle violazioni al principio di base dello stato di diritto, ovvero l’inviolabilità della rappresentanza diplomatica e dell’integrità delle sedi diplomatiche cosa questa che e stata violata chiaramente” ha detto Iravani, riferendosi all’attacco subito dal consolato Iraniano a Damasco. “Avevamo chiesto di prendere misure e adottare provvedimenti per condannare anche tutto questo da parte della comunità internazionale e abbiamo fatto appello al Consiglio di sicurezza, abbiamo chiesto di denunciare fortemente queste azioni assolutamente disumane, abbiamo chiesto di consegnare alla giustizia gli artefici di crimini e reati nei confronti delle sedi diplomatiche e questo dovrebbe valere nei confronti di tutte gli stati. Ma il tentativo è fallito: il Consiglio di sicurezza non ha agito nel mantenere la sicurezza e la pace, non ha fatto nulla. E questo è un atto deplorevole. In queste circostanze l’Iran non aveva nessuna alternativa all’esercizio della legittima difesa in conformità al diritto internazionale”.
Inoltre, l’inazione del Consiglio di fronte ai “crimini di guerra israeliani contro il popolo palestinese non ha fatto altro che incoraggiare questo regime a continuare le sue violazioni senza controllo”, ha affermato Iravani, aggiungendo che gli Stati Uniti e i loro alleati hanno bloccato sulla crisi di Gaza il Consiglio di Sicurezza per oltre sei mesi, proteggendo Israele dalle sue responsabilità.
“Mentre mettiamo in guardia contro eventuali ulteriori provocazioni militari da parte del regime israeliano, la Repubblica islamica dell’Iran riafferma la sua incrollabile determinazione a difendere il suo popolo, la sicurezza nazionale e gli interessi… [noi] non esiteremo a esercitare questo diritto quando richiesto”, ha concluso.

L’ambasciatore siriano Koussay Aldahhak ha affermato che ciò a cui ha assistito sabato notte il Medio Oriente è stato il risultato naturale e inevitabile di ripetute aggressioni e gravi violazioni del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite “perpetrate [dalle autorità di occupazione israeliane] in Siria e in altri paesi della regione”. Aldahhak ha detto che queste violazioni sono state commesse nella regione con il sostegno “cieco e illimitato” degli Stati Uniti e hanno “erroneamente portato le autorità di occupazione israeliane a credere di essere al di sopra delle Nazioni Unite, al di sopra del diritto internazionale e al di sopra delle risoluzioni delle Nazioni Unite… per decenni. … senza risposta e senza conseguenze”. Il diplomatico siriano ha affermato che la Siria ritiene l’amministrazione statunitense e Israele responsabili di eventuali ulteriori attacchi ed escalation nella regione. “Devono riconsiderare le loro politiche distruttive nella nostra regione e contro i nostri popoli; devono rettificare le loro attività nella regione. La nostra regione ha sofferto abbastanza”, ha affermato l’ambasciatore del governo di Assad, chiedendo la fine dell’ipocrisia e dei doppi standard.
Video sopra della riunione dall’ONU con tutti gli interventi.