Mentre le autorità della Repubblica democratica del Congo hanno dovuto rafforzare la sicurezza all’esterno delle ambasciate e degli edifici dell’Onu presi di mira da manifestanti che accusano l’Occidente di sostenere i ribelli di M23 nella regione orientale, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito per discutere della “escalation di violenza” nella parte orientale del paese, rilasciando poi una dichiarazione in cui condanna l’offensiva lanciata all’inizio di questo mese dai ribelli dell’M23 vicino alla città di Goma e si dice molto preoccupato.
Recentemente si sono intensificati gli scontri tra l’M23 e l’esercito congolese. La RDC, le Nazioni Unite e i paesi occidentali affermano che il Ruanda sta sostenendo i ribelli nel tentativo di controllare vaste risorse minerarie, un’accusa che Kigali nega.
I membri del Consiglio “hanno ribadito la loro condanna di tutti i gruppi armati che operano nel paese. Hanno espresso preoccupazione per l’escalation di violenza e per la continua tensione nella regione”, secondo la dichiarazione letta dall’ambasciatrice della Guyana Carolyn Rodrigues-Birkett, presidente di turno per il mese di febbraio. I membri del Consiglio hanno inoltre specificamente “condannato l’offensiva M23”, lanciata il 7 febbraio, ha detto Rodrigues-Birkett. “Hanno ribadito il loro pieno sostegno alla sovranità, all’unità e all’integrità territoriale della RDC”.
Intanto lo scorso week-end, nella capitale congolese i veicoli delle ambasciate e dell’Onu sono stati presi di mira dai manifestanti. Bintou Keita, a capo della missione Onu Monusco, ha scritto sulla piattaforma X (ex Twitter) che sono stati incendiati diversi veicoli della missione di pace dell’Onu nel Paese africano.
Le proteste sono scoppiate la scorsa settimana nella capitale Kinshasa e nella città sud-orientale di Lubumbashi. Decine di giovani hanno manifestato davanti alle ambasciate di Francia e Gran Bretagna, poi davanti all’ambasciata statunitense. “Il governo ha deciso di rafforzare le misure di sicurezza nelle diverse ambasciate e nelle sedi di Monusco”, hanno dichiarato le autorità nella tarda serata di domenica dopo una riunione urgente, aggiungendo che è stata aperta un’inchiesta e che il governo “condanna fermamente questi atti di violenza totalmente ingiustificati”. Lo schieramento dei poliziotti è stato intensificato in diversi luoghi della capitale mentre decine di giovani si sono riuniti per nuovi cortei, bruciando pneumatici. Per precauzione, le scuole straniere lunedì sono rimaste chiuse, così come alcuni negozi nel centro di Kinshasa.