Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si è riunito lunedì per discutere della guerra in Ucraina provocata dall’invasione della Russia avvenuta quasi due anni fa. Alla riunione, che è stata richiesta dalla Russia, ha partecipato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, che è arrivato a New York anche per partecipare, con tanti altri ministri degli Esteri, alla riunione di alto livello su Gaza e la crisi in Medio Oriente che si terrà al Consiglio di Sicurezza martedì.
Prima dell’incontro, Sergiy Kyslytsya, ambasciatore ucraino e rappresentante permanente presso le Nazioni Unite, ha attaccato la Russia per aver chiesto “l’ennesimo incontro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per criticare i trasferimenti legali di armi all’Ucraina effettuati a sostegno del diritto intrinseco dell’Ucraina all’autodifesa”.
“L’incontro di oggi è un altro tentativo da parte della Federazione Russa di distrarre dalla guerra di aggressione contro l’Ucraina e dalla sua intensificata campagna di attacchi aerei sistematici che uccidono civili e distruggono infrastrutture critiche”, ha detto il diplomatico ucraino ai giornalisti fuori dal Consiglio di Sicurezza, con accanto dozzine di ambasciatori e rappresentanti di altre nazioni e dell’Unione Europea che hanno firmato un documento comune di condanna della Russia.
Al Consiglio di Sicurezza, Lavrov ha affermato che “la maggioranza assoluta degli esperti imparziali” vede chiaramente che il fattore chiave che impedisce una soluzione pacifica della crisi ucraina “è il continuo sostegno da parte dell’Occidente al regime di Kiev”. E questo “nonostante sia evidentemente in agonia e non sia in grado di raggiungere l’obiettivo prefissato, vale a dire infliggere una sconfitta strategica alla Russia”.
Lavrov ha aggiunto che la realtà è che “nonostante il completo fallimento” delle forze armate ucraine sul campo di battaglia, i “padroni occidentali del regime di Kiev” continuano a spingerle verso uno scontro militare insensato.
La Russia è pronta a negoziati sull’Ucraina “ma non su come tenere l’attuale leadership al potere”, ha affermato Lavrov. “Permettetemi di ricordarvi che non ci siamo mai rifiutati…e siamo sempre rimasti pronti per i negoziati. Negoziati non su come mantenere i leader del regime di Kiev al potere e assecondare le loro fantasie, ma su come superare l’eredità del distruttivo saccheggio decennale del paese e la violenza contro il suo popolo”. Lavrov ha sottolineato che “il regime di Kiev sopravvive solo grazie agli aiuti occidentali, e anche i suoi portavoce lo ammettono”, aggiungendo che oggi la maggioranza degli ucraini sta cominciando a capire che “il loro vero nemico è la leadership ucraina, che promuove bugie sulla Russia e nega la storia comune”.

“Vi consiglio di ascoltare la nostra posizione attentamente finché c’é ancora tempo”, ha aggiunto Lavrov.
Il vice ambasciatore americano alle Nazioni Unite, Robert Wood, ha replicato dicendo che “nessuna teoria cospirativa o affermazione falsa può sostituire il fatto che la Russia ha iniziato questa guerra e la sta portando avanti. Le mire imperialiste di Mosca sono ovvie, e mentre l’Ucraina è impegnata nella diplomazia, la Russia lancia missili. Non ascoltate solo le parole di Mosca, guardate le loro azioni. La Russia può porre fine a questa guerra anche oggi, e deve ritirare immediatamente i suoi militari dai confini ucraini”.
Nel suo intervento, l’ambasciatore cinese all’Onu Zhang Jun ha affermato che “porre fine alla crisi ucraina e riportare la pace è più urgente che mai e le parti devono lavorare più duramente per questo obiettivo”. “I negoziati devono riprendere il prima possibile. La pace non si può raggiungere inviando armi sul campo di battaglia e continuare i combattimenti significa avere altre vittime civili”, ha aggiunto il diplomatico cinese, ribadendo che “la Cina continua a stare dalla parte della giustizia e della pace”. Nel suo intervento Zhang ha citato anche “il conflitto israelo-palestinese” e il “rallentamento dell’economia globale”, invitando a “non risparmiare sforzi per fermare le ripercussioni delle crisi” e a “lavorare insieme per la sicurezza”.
L’ambasciatore cinese ha insistito sull’assistenza umanitaria, sul “rispetto per l’integrità territoriale e la sovranità di tutti i paesi”, sulla “pace e sicurezza universale” e, ha detto, “tutti i Paesi dovrebbero fare la loro parte, lavorare insieme in questa direzione”. Zhang ha concluso affermando che la Cina “continuerà a stare dalla parte della pace e della giustizia con un impegno instancabile per la pace e la sicurezza internazionale”.
Rivolgendosi ai Quindici, Adedeji Ebo, vice dell’alto rappresentante delle Nazioni Unite per gli affari del disarmo, ha ribadito il “dovere” delle parti in guerra di proteggere i civili. “Si tratta di un obbligo inequivocabile”, ha detto Ebo, aggiungendo: “Lo ripeto: gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili sono vietati dal diritto internazionale. Tutti questi attacchi devono cessare immediatamente”.
A partire da domenica, l’OHCHR ha verificato 10.287 civili uccisi e altri 19.444 feriti da quando l’invasione su vasta scala della Russia è iniziata il 24 febbraio 2022. Le cifre reali sono probabilmente molto più elevate.
Ebo ha ribadito l’appello del Segretario generale delle Nazioni Unite a tutti gli Stati affinché contribuiscano a prevenire un’ulteriore escalation e a realizzare una pace sostenibile: “L’unico modo per porre fine alla sofferenza e alla devastazione è porre fine a questa guerra”.