Mentre a Gaza continua la tregua che fa ancora sperare che il peggio sia passato, a pochi chilometri di distanza, in Siria, la situazione per i civili rimane disastrosa, con continui combattimenti e decine di migliaia di sfollati, hanno detto martedì al Consiglio di Sicurezza alti funzionari delle Nazioni Unite.
Najat Rochdi, vice inviata speciale delle Nazioni Unite per la Siria, ha detto ai Quindici ambasciatori presso che gli attacchi aerei israeliani hanno colpito l’aeroporto di Damasco questo fine settimana, in seguito a numerosi altri attacchi aerei e colpi di artiglieria su località in tutto il paese, uccidendo, secondo quanto riferito, un lavoratore civile dell’aeroporto.
Ha aggiunto che gli attacchi aerei israeliani sono coincisi con le segnalazioni di lanci di razzi e missili dalla Siria meridionale sul Golan siriano occupato verso Israele. “L’IDF (Forze di difesa israeliane) sostiene che un attacco di droni a Eilat, nel sud di Israele, proveniva da un’organizzazione in Siria, contro la quale l’IDF afferma di aver effettuato attacchi aerei in risposta”, ha detto Rochdi.
In Siria, il conflitto che ormai dura da 12 anni, sta continuando senza sosta, con attacchi aerei, bombardamenti, scontri e tentativi di omicidio in diversi luoghi, ha aggiunto Rochdi, sottolineando l’urgente necessità di allentare l’escalation e sollecitando un rinnovato processo politico.

“Continuare tale violenza è giocare con il fuoco. Solo un errore di calcolo – un proiettile di artiglieria vagante o un attacco aereo mal valutato – potrebbe incendiare una dozzina di diversi barili di polvere da sparo che si trovano all’interno dei confini siriani”, ha detto Rochdi.
“Abbiamo bisogno di qualcosa di più che semplici buone intenzioni: abbiamo bisogno di una riduzione della tensione sostenuta e resa operativa attraverso canali solidi tra tutte le parti interessate. Abbiamo bisogno che l’uccisione, il ferimento e lo sfollamento di civili e la distruzione delle infrastrutture non solo diminuiscano, ma finiscano”.
L’alto funzionario delle Nazioni Unite ha inoltre sottolineato l’importanza di un approccio credibile e globale ad una soluzione politica, che metta sul tavolo tutte le questioni preoccupanti. “L’attenzione sulla Siria è un po’ diminuita data la terribile crisi nella regione. Ma anche la Siria è un pezzo di quel puzzle. E la situazione in Siria è troppo pericolosa per essere lasciata incustodita”, ha detto l’inviata dell’ONU che ha concluso: “Se non diamo alle parti e al popolo siriano un orizzonte di speranza e un percorso politico per risolvere il conflitto, temo che la situazione ribollirà ancora e ancora, riversandosi su una regione che è già in un momento di crisi storica”.

Inoltre, durante un altro intervento al Consiglio di Sicurezza, Edem Wosornu, direttrice delle operazioni presso l’ufficio di coordinamento degli aiuti delle Nazioni Unite (OCHA), ha evidenziato la situazione di milioni di sfollati in Siria, aggravata dall’avvicinarsi dell’inverno.
“La mancanza di protezione contro le basse temperature comporta rischi significativi per la salute, in particolare per i segmenti vulnerabili della popolazione come i bambini e gli anziani”, ha affermato.
Secondo le stime delle Nazioni Unite, 5,7 milioni di persone in tutta la Siria hanno bisogno di assistenza fondamentale per superare i freddi mesi invernali. Ripari inadeguati, mancanza di riscaldamento adeguato e abbigliamento e articoli per la casa insufficienti sono tra i bisogni più urgenti.

Wosornu ha affermato che gli operatori umanitari stanno facendo del loro meglio per soddisfare e dare priorità a questi bisogni, in mezzo a risorse limitate. “Finora abbiamo fornito a 26.000 famiglie alloggi dignitosi, e continuiamo gli sforzi per fornire un sostegno simile ad altre 7.000 famiglie. Ma ci troviamo di fronte a una preoccupante carenza del 70% dei fondi necessari per fornire questo sostegno vitale”.
Wosornu ha informato i membri del Consiglio che, a un solo mese dalla fine dell’anno, il piano di risposta umanitaria per la Siria è finanziato solo al 33%. “Non posso sopravvalutare l’impatto che questa mancanza di risorse sta avendo sulla nostra capacità di soddisfare i bisogni di milioni di persone in disperato bisogno in tutta la Siria”, ha aggiunto, chiedendo maggiore sostegno da parte dei donatori per salvare vite umane e arginare un ulteriore, catastrofico, deterioramento della situazione umanitaria.