La Cina ha inaugurato la presidenza di turno per il mese di novembre del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con l’ambasciatore Zhang Jun che ha tenuto al Palazzo di Vetro di New York la tradizionale conferenza stampa di presentazione del programma. “La Cina è consapevole della responsabilità della presidenza, che implica un approccio inclusivo e costruttivo” ha esordito Zhang Jun, sottolineando come ottobre “abbia portato grandi sfide” – ben 4 risoluzione su Gaza non sono state approvate – . “Il Consiglio di Sicurezza – ha sottolineato il diplomatico cinese- non ha nessuna ragione per non usare le proprie responsabilità per ottenere pace e sicurezza”.
Per lanciare il messaggio che il Consiglio di Sicurezza non ha alternative, dovrà lavorare unito per ristabilire la pace in Medio Oriente come altrove, Zhang ha mostrato ai giornalisti il giocattolo che aveva appena regalato agli altri 14 ambasciatori del Consiglio di Sicurezza: si tratta del “LuBan Lock”, un puzzle cinese composto da pezzi facili da smontare ma difficili da rimontare. Quello sulla scrivania di Zhang ne aveva 6 e lui ha detto con i Quindici membri del Consiglio sarà ancora più difficile. “Quando lo spezzi, è difficile da ricomporre” ha detto Zhang mentre smontava il giocattolo che vuole diventi l’emblema della presidenza della Cina del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Per la diplomazia di Pechino infatti, la pace in Medio Oriente o in Ucraina è complicata come il puzzle in legno mostrato ai media; ma il messaggio oggi di Zhang è che al Palazzo di Vetro nel mese di novembre la Cina proverà a ricomporre il Consiglio di Sicurezza: “ma da sola non potrà riuscirci, serve la collaborazioni di tutti i paesi”.
Il Consiglio di sicurezza nel mese di ottobre è stato incapace di approvare una risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza, dopo la bocciatura di una proposta brasiliana, di una americana e di ben due risoluzioni della Russia, tutte risoluzioni affossate con i veti incrociati utilizzati a turno da Russia e Cina (contro gli USA) e USA e UK (contro Russia) e USA (contro Brasile), mentre la Francia non ha mai votato no, al massimo si è astenuta. Da qualche giorno si starebbe discutendo una quinta risoluzione – quella chiamata dei “Dieci”, perché messa a punto da tutti i paesi non permanenti del Consiglio di Sicurezza – ma lo stesso ambasciatore Zhang durante la conferenza stampa, ha fatto intendere che la risoluzione resti ancora lontana dal poter essere messa ai voti.
”Approvare una risoluzione? Ci sono molte differenze tra i membri del Consiglio di sicurezza, ma dobbiamo approvarne una che non sia solo efficace ma significativa, dobbiamo inviare un forte messaggio”, ha insistito Zhang Jun. L’ambasciatore cinese ha insistito che è un obbligo legale e non solo morale dell’ONU agire, un dovere del Consiglio avanzare “proposte concrete per evitare i bombardamenti di rifugi, ospedali, scuole”. Per Zhang, “il messaggio più importante è il cessate il fuoco”. Ma Israele non lo vuole ?”E allora?” Ha replicato Zhang, “abbiamo sentito molte più voci forti a favore”, ha osservato, ricordando anche il voto della risoluzione presentata all’Assemblea Generale – che però non è “binding”.

Per la presidenza cinese del Consiglio di Sicurezza, altri temi su cui ancora si discute per poter far passare la risoluzione, come l’avere nel documento la chiara condanna di Hamas e il rilascio immediato e senza condizioni degli ostaggi israeliani, sarebbero “meno importanti” della richiesta immediata di cessate il fuoco. “Noi – ha spiegato – possiamo fare del nostro meglio per far combaciare le diverse preoccupazioni ma non dobbiamo perdere di vista il fatto che la priorità è il cessate il fuoco” ha ribadito Zhang. “Comunque non ci arrenderemo e questo mese lavoreremo ancora più duramente per approvare risoluzione” ha insistito il diplomatico della Cina al Palazzo di Vetro. “La priorità della presidenza cinese è affrontare il conflitto a Gaza, chiedere il cessate fuoco, proteggere i civili ed evitare un’ulteriore catastrofe umanitaria”.
L’ambasciatore cinese ha anche detto che le relazioni internazionali per poter progredire per la pace mondiale devono continuare a essere incentrate sul multilateralismo “e non esiste una organizzazione migliore dell’ONU per metterlo in pratica”. Certo, per Zhang, le ultime esperienze avute al Consiglio di Sicurezza mettono in risalto la necessità di una riforma dell’ONU, ma questo “non significa che questa istituzione non resti il mezzo migliore e più importante per avanzare il multilateralismo”. Per Zhang, una riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU dovrà innanzitutto favorire un allargamento “a più paesi da regioni in via di sviluppo”.