“Salvare vite umane non è un’opzione. E’ un obbligo legale. E’ un imperativo morale”. Con una dichiarazione congiunta dai toni forti, l’americana Amy Pope, nuova Direttrice generale dell’IOM (l’agenzia ONU per le migrazioni, OIM in italiano) insieme all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’italiano Filippo Grandi, hanno ricordato la tragedia del naufragio avvenuto a Lampedusa 10 anni fa. “Quando una barca piena di oltre 500 donne, uomini e bambini affondò al largo dell’isola italiana di Lampedusa 10 anni fa, il mondo disse mai più. Oggi, nel decimo anniversario di quel naufragio, non abbiamo mantenuto questo impegno; il 2023 ha registrato il primo trimestre più mortale dal 2017 e al 2 ottobre, 2.517 persone erano considerate morte o disperse solo quest’anno nel Mediterraneo. Raramente passa una settimana senza storie di tragedie che sono evitabili e la necessità di fornire una risposta significativa non può più essere rinviata”.
“Sollecitiamo ulteriori sforzi – aggiungono Pope e Grandi – per rafforzare la cooperazione nelle operazioni coordinate di ricerca e salvataggio; garantire che migranti e rifugiati ricevano assistenza salvavita; porre fine alla criminalizzazione, all’ostruzione o alla deterrenza di coloro che forniscono assistenza umanitaria; stabilire percorsi regolari ed efficaci che soddisfino i bisogni e sostengano i diritti umani di tutti gli interessati; contrasto alla tratta e allo sfruttamento; e raccogliere dati per prevenire e risolvere casi di migranti e rifugiati scomparsi e renderli pubblicamente disponibili”.
La responsabilità come “comunità globale” è quella di “assistere coloro che intraprendono viaggi pericolosi alla ricerca di una vita più sicura e dignitosa per loro e per le loro famiglie. Ci sarà un rinnovato impegno all’azione. Possiamo e dobbiamo trasformare questi appelli in soluzioni. Il Segretario Generale, con il nostro sostegno, svilupperà raccomandazioni concrete e attuabili su questi temi da sottoporre all’esame degli Stati membri delle Nazioni Unite il prossimo anno”.
Il secondo Forum globale sui rifugiati, organizzato dall’UNHCR a dicembre, “faciliterà l’annuncio di impegni concreti e valuterà i modi in cui la condivisione degli oneri e delle responsabilità può essere raggiunta al meglio, sollecitando al contempo una maggiore solidarietà con i rifugiati. Il nostro approccio sarà globale e fondato su una profonda comprensione di alcune delle cause profonde e delle sfide affrontate dai migranti e dai rifugiati lungo le varie rotte in tutto il mondo. E sarà inclusivo, attingendo ai punti di vista, alle competenze e alle esperienze dei nostri partner: Stati, attori umanitari, società civile e coloro che sono più direttamente colpiti: migranti, rifugiati e le loro famiglie. Toccherà agli Stati attuarli”.

Nel ricordare il decennio trascorso dal naufragio di Lampedusa, ribadiscono Pope e Grandi “dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per evitare che simili tragedie si ripetano. La comunità internazionale ha la capacità di fare la differenza. Ora dobbiamo dimostrare di avere la volontà e l’impegno”.
Intanto oggi al Palazzo di Vetro di New York, abbiamo richiesto al Portavoce del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres – giorni fa ci aveva detto che non ne conosceva i particolari – cosa ne pensasse del memorandum tra Unione Europea e Tunisia, che continua a scaturire polemiche: è tutto regolare, è utile oppure è controproducente per salvaguardare i diritti umani di migranti e rifugiati? “Non spetta a lui appoggiare, condonare o altrimenti questa discussione tra UE e Tunisia” ha risposto Stephane Dujarric, che poi ha aggiunto: “Ciò che il Segretario Generale vuole – l’ho detto già 1.230 volte – è che i membri, i paesi di destinazione, i paesi di transito, come la Tunisia, e non sono gli unici, e i paesi di origine si riuniscano per attuare l’intelaiatura già in vigore nell’ambito dell’accordo sulla migrazione”.
Quando un giornalista tedesco gli ha chiesto se Guterres stia almeno seguendo il dibattito in Europa per la riforma del suo sistema migratorio, il portavoce ha replicato: “Non ho dubbi che le persone coinvolte nella questione della migrazione come dei rifugiati lo stiano osservando. Vi rimando, per una risposta più informativa, all’UNHCR e all’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni)”.