Jean Victor Geneus è il ministro degli Esteri di Haiti, intervenuto al Consiglio di Sicurezza subito dopo l’approvazione della risoluzione 2699 che stabilisce l’intervento di una forza di polizia internazionale per proteggere la popolazione del paese caraibico preso in ostaggio dalla violenza delle gang.
Quando ormai tutti i diplomatici erano andati via, con altre due giornaliste – Margaret Besheer di Voice of America e Yvonne Murray di RTE – siamo rimasti ancora in attesa del ministro di Haiti che tardava ad uscire dal Consiglio di Sicurezza. Quando lo abbiamo fermato, Jean Victor Geneus, parlando in inglese lentamente e scagliando ogni parola in maniera che non ci fossero dubbi su cosa avesse detto, è rimasto a rispondere alle nostre domande.
Sopra il video e sotto le domande e le risposte tradotte in italiano.
Quante forze militari, quanti agenti di polizia vi aspettate che arrivino ad Haiti dal Kenya?
“Non ho l’esatto numero, non sono uno specialista. Ma spero che arrivino sufficienti a neutralizzare le gang che sono bene armate”
Ma avrete detto al Kenya e altri paesi quanti ne avete bisogno, no? 2000? 5000? Quante ve ne aspettate?
“Quelle che servono allo scopo”.
Che tipo di mezzi hanno bisogno questi poliziotti internazionali?
“Le gang sono ben armate e quindi devono essere ben attrezzate”.
Avete parlato con gli americani sul traffico di armi che continuano ad arrivare ad Haiti dagli USA?
“Si, sono a conoscenza del problema. Dobbiamo fermare questo traffico di armi, e anche di munizioni, che non arrivano solo dagli Stati Uniti ma anche dal confine con la Repubblica Domenicana”
Soddisfatto con la risoluzione e tutto quello che c’è scritto?
“Questo è solo l’inizio. C’è molto lavoro da fare non solo con Haiti ma anche con i partner internazionali”

Realisticamente, quando pensate che questa forza internazionale possa venir schierata ad Haiti?
“Dipende, ma speriamo al più presto possibile. Le persone stanno soffrendo. Le gang sono…” (si ferma un attimo, fa una espressione addolorata e poi dice): “C’é l’inferno ad Haiti. Bisogna fermare le gang al più presto possibile”.
Le elezioni, quando si terranno ad Haiti?
“Quando la sicurezza nel paese sarà ristabilita. Dobbiamo procedere avanti con tutti i soggetti interessati in modo di avere una forte partecipazione, così delle autorità legittime possono essere elette dal popolo”.

Ministro cosa pensa delle due astensioni alla risoluzione oggi. Cosa pensa delle motivazioni di Cina e Russia per non votare sì?
“Entrambe sono state molto cooperative. Non ci aspettavamo più di questo. La cosa più importante è che non hanno ostruito l’adozione della risoluzione”.
Crede che i buoni rapporti di Haiti con Taiwan abbiano avuto una influenza nell’astensione della Cina?
“Non credo. Dopotutto avevate prima qui l’ambasciatore cinese, dovevate farla a lui la domanda”.
Tra voi due ne avete parlato?
“Abbiamo avuto delle conversazioni, ma restano private non vi dico di cosa abbiamo parlato”.
Ma non vi ha fatto pressioni di disconoscere Taipei e riconoscere Pechino?
“No, per nulla. Lui capisce le nostre difficoltà”.
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