I leader degli Stati Membri, durante l’Incontro ad Alto Livello incentrato sulla lotta alla tubercolosi come terzo Obiettivo di Sviluppo Sostenibile, hanno approvato la Political Declaration con nuovi traguardi da raggiungere entro i prossimi cinque anni. I Paesi si impegneranno, fra le altre cose, a fornire i test rapidi raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per prevenire e diagnosticare la malattia infettiva per tempo, approvare e somministrare un nuovo vaccino, in modo che almeno il 90% delle persone possano usufruire dei servizi di base.
It’s official – The @UN member states have adopted the new political declaration on TB. This is a big milestone for the TB community across the world and it will be the roadmap to #endTB.#UNGA78 #UNGA #2023TBHLM pic.twitter.com/YsWupuTc2w
— Stop TB Partnership (@StopTB) September 22, 2023
“L’importante ora è che gli impegni promessi con questa Dichiarazione non rimangano solo scritti, ma che i capi di Stato davvero prendano delle decisioni”, ha commentato Lord Nick Herbert, membro del Parlamento inglese e fondatore di Global TB Caucus. “La politica è il vero game-changer”.

Questa mattina Lord Herbert ha partecipato a un panel in preparazione all’Incontro di Alto Livello sulla tubercolosi insieme ad alcuni ministri della Sanità dei Paesi che si stanno muovendo per trovare nuove soluzioni. Fra questi, la dottoressa Ethel Maciel, vice ministra della Salute e dell’Ambiente del Brasile ha concordato con Lord Herbert: “Negli ultimi 4 anni la situazione è decisamente peggiorata – ha commentato Maciel. – La pandemia ha inciso, ma il vero cambiamento dipende dalla politica. Sono principalmente una ricercatrice e fino a quando non ho accettato la mia carica non mi sono resa conto dell’impatto che certe scelte politiche possono avere. Pensavo che solo eccellendo nel mio lavoro saremmo riusciti a ottenere certi risultati. Invece, sono i governi ad avere il potere di cambiare la situazione. Ed è per questo che con il presidente Lula abbiamo inserito la tubercolosi nell’agenda delle priorità”.
John Green, autore di Colpa delle Stelle e attivista e rappresentate della Civil Society, ha attaccato: “Abbiamo visto cosa è stato fatto durante la pandemia, quando per eliminare il COVID-19 in tempi rapidi i governi, e non solo, hanno finanziato la ricerca e sono stati sviluppati, approvati e somministrati vaccini nel giro di qualche mese. Quindi la tubercolosi è ancora una malattia politica”.
Proprio come il coronavirus, la tubercolosi è una malattia infettiva che attacca i polmoni, distruggendo progressivamente gli alveoli. Si trasmette attraverso le droplets di saliva e le terapie disponibili al momento sono pesanti e invasive – possono durare dai 6 ai 9 mesi -, tanto che molti pazienti smettono di curarsi o per logoramento o per mancanza di farmaci. Il dato più recente del 2021 registra 10,6 milioni di persone malate di tubercolosi.
“Parlando a nome di USAID (Agenzia Usa per lo sviluppo internazionale), ci stiamo impegnando per ridurre la terapia a un mese – ha annunciato il dottor Atul Gawande, assistente di direzione per USAID. – Inoltre abbiamo raccolto 8,5 milioni di dollari da inviare nelle zone di conflitto come Ucraina, Afghanistan e Birmania per prevenire la diffusione di tubercolosi. Ci impegnamo, entro il 2027, a ridurre del 35% il prezzo delle terapie e di lanciare un programma di 15 milioni di dollari da distribuire ai partner”.