Israele e Arabia Saudita sono “vicini” a un accordo di pace “storico”. Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu durante il suo discorso all’Assemblea Generale Onu. Netanyahu ha affermato che gli accordi del 2020 per normalizzare le relazioni con altri tre stati arabi hanno già segnalato “l’alba di una nuova era di pace” e ora “credo che siamo al culmine di una svolta ancora più cruciale nella pace storica tra Israele e Arabia Saudita”. Il premier israeliano a UNGA78 ha parlato di un “nuovo Medio Oriente con l’Arabia Saudita e altri vicini”, e di un “nuovo corridoio di pace e prosperità”.
Il premier israeliano ha detto che i paesi arabi non dovrebbero dare un “diritto di veto” ai palestinesi nel processo di pace arabo-israeliano, semmai i palestinesi, che sono solo il 2% della popolazione araba, dovrebbero “partecipare anche loro” alla normalizzazione dei rapporti con Israele. Più volte l’Assemblea – che però era mezza vuota perché molti delegati erano usciti in solidarietà con i palestinesi – ha applaudito il premier israeliano quando ha annunciato una pace epocale tra israeliani e tutto il mondo arabo.
Netanyahu ha poi elogiato anche l’amministrazione Biden. “Ho discusso questa visione di pace con il presidente americano Joe Biden e condividiamo lo stesso ottimismo su quel che può essere raggiunto. Gli Usa sono indispensabili in questo sforzo”. Ha continuato il premier israeliano parlando del possibile accordo di pace con Riad. “Dopo gli accordi di Abramo con il presidente Donald Trump penso che possiamo arrivare alla pace con l’Arabia Saudita con il presidente Biden”, ha aggiunto.
Sul podio dell’Assemblea Generale dell’ONU, Bibi aveva fatto tremare il mondo quando, parlando di Iran, ha detto che quel paese deve trovarsi di fronte una «minaccia nucleare credibile» per dissuaderlo dallo sviluppare il suo programma atomico, per poi aggiungere: “Finché sarò premier farò tutto quello che è in mio potere per impedire all’Iran di avere l’arma nucleare”.
Poi è stato l’ufficio stampa di Netanyahu a dove correggere il tiro sull’Iran, precisando che “minaccia nucleare credibile” per dissuaderlo dallo sviluppare il suo programma atomico, non era la frase esatta che avrebbe dovuto pronunciare il leader israeliano. L’Iran deve affrontare una minaccia “credibile” con l’uso della forza, ha precisato il suo ufficio, spiegando che il premier ha interpretato male il suo discorso e intendeva “minaccia militare credibile” invece di “minaccia nucleare credibile”.

Durante il discorso, una imprecisione storica è stata rilevata dai media israeliani in una cartina geografica esposta dal premier Benyamin Netanyahu. Nella cartina che rappresentava le minime dimensioni dello stato ebraico rispetto ai Paesi vicini del Medio Oriente alla sua fondazione nel 1948 Israele appare includere anche la striscia di Gaza e la Cisgiordania. Ciò, hanno fatto notare i media, non era corrispondente alla situazione al termine della Guerra di indipendenza di Israele. La stessa cartina di Israele è stata poi esposta da Netanyahu anche in seguito, quando ha mostrato il ‘Nuovo Medio Oriente’ che scaturirebbe da accordi di pace con l’Arabia Saudita. Anche in questo grafico non viene evidenziato che Israele si è ritirato dalla striscia di Gaza nel 2005 e che una parte della Cisgiordania si trova – in virtù degli accordi di Oslo – sotto il controllo della Autorità nazionale palestinese.
Netanyhau nel suo discorso ha anche dedicato buona parte all’Intelligenza Artificiale. Dopo aver elencato brevemente i pericoli della AI, il premier israeliano ha però elogiato la nuova tecnologia che potrebbe rivoluzionare, soprattutto nel campo medico, la possibilità di una vita più lunga e più libera nella terra.
Intanto il presidente palestinese, Abu Mazen, il giorno prima dallo stesso podio delle Nazioni Unite aveva avvertito che non ci potrà essere pace in Medio Oriente senza una soluzione a due Stati. Mazen ha sottolineato che “quanti pensano che la pace possa prevalere in Medio Oriente senza che i palestinesi possano godere dei loro pieni e legittimi interessi nazionali si sbagliano”. Il messaggio dell’anziano leader palestinese sembra essere un messaggio diretto all’Arabia Saudita che starebbe valutando la possibilità di riconoscere Israele, un’eventualità di cui il presidente americano Joe Biden ha discusso con il premier israeliano, Benjamnin Netanyahu che poi ha a sua volta confermato dal podio dell’ONU. Per Abu Mazen una conferenza Onu “potrebbe essere l’ultima possibilità di salvare la soluzione a due Stati e impedire che la situazione di deteriori ulteriormente minacciando la sicurezza e la stabilità della regione e del mondo intero”.
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