Come era avvenuto con Donald Trump, anche il presidente Joe Biden arriva al Palazzo di Vetro in ritardo e non ascolta in sala i discorsi del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, del Presidente di UNGA78 Dennis Francis e del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che lo precedono nell’elenco degli interventi.
Ma quando inizia a parlare, l’attenzione in sala sale al massimo. Il presidente degli Stati Uniti parla del suo recente viaggio in Viet Nam, per ricordare a tutte le altre nazioni “che la nostra storia non può dettare il nostro futuro. Le ferite profonde possono guarire”.
Ed è soprattutto quando Biden attacca la guerra della Russia in Ucraina, che ogni parola pronunciata viene analizzata da tutti i presenti nella Grande sala dell”Assemblea Generale: “La Russia crede che il mondo si stancherà e permetterà di brutalizzare l’Ucraina senza conseguenze. Ma vi chiedo questo: se abbandoniamo i principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite per placare un aggressore, qualche Stato membro può sentirsi sicuro di essere protetto? Se permettiamo che l’Ucraina venga spartita, l’indipendenza di qualche nazione sarà garantita?”.
E ecco che “la risposta è no. Dobbiamo opporci oggi a questa palese aggressione per scoraggiare altri potenziali aggressori domani”, ha proseguito Biden chiarendo che “gli Stati Uniti, insieme ai nostri alleati e partner in tutto il mondo, continueranno a stare al fianco del coraggioso popolo ucraino mentre difende la propria sovranità e integrità territoriale – e la propria libertà”.
L’Assemblea dell’ONU applaude Biden e tra gli applausi più intensi ovviamente quelli dal presidente Volodymyr Zelensky e di tutta la delegazione ucraina.

“Solo la Russia è responsabile della guerra, ripeto solo Russia è responsabile”, ha continuato con forza Biden affermando che “solo la Russia ostacola la pace perché il prezzo della pace da parte della Russia è la capitolazione dell’Ucraina”.
Il presidente USA esorta quindi a non violare la Carta dell’Onu e mantenere “come stella polare”, la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
Mentre nel discorso di Biden non ci sono sconti nei confronti della Russia di Putin e della sua invasione dell’Ucraina, ecco che invece nel confronto con la Cina di Xi Jimping, il leader della potenza USA tenta di raffreddare le tensioni: “Sulla Cina, voglio essere chiaro e coerente. Cerchiamo di gestire in modo responsabile la concorrenza tra i nostri paesi in modo da non scivolare nel conflitto”. Gli Stati Uniti respingeranno le aggressioni e le intimidazioni, soprattutto nel Sudest asiatico, e difenderanno il libero diritto alla navigazione nel Mar Cinese, ma nello stesso tempo “sono pronti a collaborare con Pechino su altre questioni come la crisi climatica”. Biden ammette che non si può andare sempre d’accordo, per questo invita alla “cooperazione responsabile”, ma sulla strategia di partnership proposta dagli Stati Uniti, in contrapposizione a quella cinese, ribadisce che gli Usa non mirano a “contenere alcun paese”.
Come aveva già fatto l’anno scorso, Biden torna a parlare anche della riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU: “Abbiamo bisogno di più voci, di più prospettive al tavolo”. Ribandendo quindi che gli Stati Uniti sono in favore di un allargamento del Consiglio di Sicurezza, ricorda che gli USA hanno avviato una serie di consultazioni con gli Stati membri per “trovare terreno comune”, e spiega che non solo il Consiglio di Sicurezza ma anche le altre istituzioni internazionali create dopo la Seconda Guerra Mondiale devono essere “aggiornate” per diventare “più rappresentative” in particolare di “nazioni che non sono state sempre rappresentate”.
Biden ha parlato anche del suo piano di lavoro con i concorrenti di tutto il mondo “per garantire di sfruttare il potere dell’intelligenza artificiale per sempre, proteggendo al tempo stesso i nostri cittadini da questo rischio molto profondo”. “Le tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale racchiudono sia un enorme potenziale che un enorme pericolo”, ha detto Biden alle Nazioni Unite. “Dobbiamo essere sicuri che vengano utilizzati come strumenti di opportunità, non come armi di oppressione. Insieme ai leader di tutto il mondo, gli Stati Uniti stanno lavorando per rafforzare le regole e le politiche in modo che le tecnologie di intelligenza artificiale siano sicure prima di essere rese pubbliche, per assicurarsi che siamo noi a governare questa tecnologia e non il contrario, lasciando che sia lei a governare noi”.