Continua l’evacuazione della missione di peacekeeping MINUSMA in Mali, che il Segretario Generale dell’Onu ha definito “un’azione senza precedenti” per la sua importanza e grandezza. Infatti, come ha spiegato El Ghassim Wane, direttore della missione, devono “essere ricollocate tredicimila persone fra peacekeeper e staff delle Nazioni Unite, chiusi e riconsegnati alle autorità dodici campi, una base temporanea e tutti gli equipaggiamenti e strumenti utilizzati finora”.
Wane ha aggiornato i membri del Consiglio di Sicurezza sullo stato delle evacuazioni. I caschi blu sono stati costretti ad anticipare l’uscita a inizio agosto, dato che la situazione in Mali è decisamente peggiorata. “Dopo la chiusura delle basi di Ogossagou e Ber, nonostante le difficoltà e gli attacchi subiti da estremisti non ancora identiticati – racconta Wane, – anche quella di Menaka è stata riconsegnata alle autorità locali. Significa che la prima fase si è conclusa con successo e possiamo procedere alla seconda”.

Inizia ora, quindi, la seconda parte del piano che si punta a portare a termine entro il 15 dicembre. “L’obiettivo è chiudere altre sei basi – quelle a Tessalit, Aguelhok e Kidal nel nord, Douentza e Mopti nel centro e Ansongo nell’est”, spiega Wane. “Avremo bisogno di almeno un migliaio di camion per trasportare tutti gli equipaggiamenti da una zona all’altra”.
A fine giugno, il Consiglio di Sicurezza aveva approvato la risoluzione di ritiro, sotto espressa richiesta del governo maliano. La data di scadenza da rispettare è il 31 dicembre, ma Wane ha assicurato che non ci saranno ritardi. “Chiudere una missione come quella di MINUSMA, che negli ultimi dieci anni è stata fondamentale per l’equilibrio del Mali, nel giro di sei mesi, è un progetto ambizioso e molto complesso che siamo pronti a portare a termine”, conclude Wane.
In questo momento, il Mali è diviso fra le forze armate locali, che hanno stretto un’alleanza con il gruppo di mercenari della Wagner, e la Coordination of Azawad Movements, i ribelli del nord guidati dai Tuareg che sono estremisti dello Stato islamico.