Da 24 ore in Uganda, si potrà essere condannati al patibolo per il solo fatto di essere gay. Non è una novità tra i paesi membri dell’ONU, ci sono almeno altri 10 paesi che impongono ancora la pena di morte per il “reato” di omosessualità (tra questi, Arabia Saudita, Afghanistan, Iran, Mauritania…). Ma il Segretario Generale delle Nazioni Unite come reagisce ad una legislazione che nel mondo invece di essere abolita addirittura si espande? António Guterres, ha detto il suo portavoce Stephane Dujarric , è “profondamente preoccupato” dopo che Yoweri Kaguta Museveni, presidente dell’Uganda, ha firmato la legge chiamata “Atto contro l’omosessualità”.
La legge draconiana prevede l’applicazione della pena di morte e lunghe pene detentive per i rapporti sessuali consensuali tra adulti. Guterres ha quindi invitato l’Uganda a rispettare pienamente i suoi obblighi internazionali in materia di diritti umani, “in particolare il principio di non discriminazione e il rispetto della privacy personale”, indipendentemente dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere.
Ha inoltre invitato tutti gli Stati membri a porre fine alla criminalizzazione delle relazioni omosessuali consensuali. Secondo il Programma congiunto delle Nazioni Unite sull’HIV/AIDS, tale criminalizzazione continua in 67 paesi in tutto il mondo.
Proprio la scorsa settimana, il capo dei diritti delle Nazioni Unite Volker Türk ha affermato che le leggi anti-LGBTQI come quella dell’Uganda “mettono le persone l’una contro l’altra, lasciano le persone indietro e minano lo sviluppo”. In una dichiarazione rilasciata alla fine di marzo, quando il parlamento ugandese ha adottato per la prima volta la legislazione, ha descritto il disegno di legge discriminatorio come uno “sviluppo profondamente preoccupante” che era “probabilmente tra i peggiori nel suo genere al mondo”.
“Se firmato dal presidente, renderà le persone lesbiche, gay e bisessuali in Uganda criminali semplicemente per il fatto di esistere, per essere ciò che sono. Potrebbe fornire carta bianca per la violazione sistematica di quasi tutti i loro diritti umani e servire a incitare le persone l’una contro l’altra”.
Il disegno di legge, adottato formalmente il 21 marzo, propone la pena di morte per il reato di omosessualità aggravata, l’ergastolo per il “reato di omosessualità”, fino a 14 anni di reclusione per tentata omosessualità e fino a 20 anni per la sola promozione dell’omosessualità. Türk ha affermato che la legge sarebbe una “enorme distrazione dall’intraprendere le azioni necessarie per porre fine alla violenza sessuale”, avvertendo che avrebbe anche esposto giornalisti, operatori sanitari e difensori dei diritti umani a lunghe pene detentive, semplicemente per aver svolto il proprio lavoro.