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Grano ucraino dal Mar Nero: per Guterres un “faro di speranza” che dura due mesi

Il russo Putin rilancia "in zona cesarini" il turco Erdogan ma nessuno sa come finirà ai tempi supplementari. Almeno il Sudafrica tenta la via della pace

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 4 mins read

Se fosse una partita di calcio, si potrebbe scrivere che a pochi secondi dal fischio finale, in “zona Cesarini“, un gol del “pareggio” costringe le squadre avversarie ai supplementari. Purtroppo non si tratta di una competizione sportiva, ma di una guerra che oltre ad aver già causato migliaia di morti, mette anche in pericolo l’esportazione di milioni di tonnellate di grano che passando dal Mar Nero dovrebbe nutrire mezzo mondo. Ancora una volta, quasi a tempo scaduto, la sconfitta della comunità internazionale è stata evitata, si guadagnano altri due mesi, ma poi?

La Russia, che questa volta sembrava non volesse più scendere a patti con l’Ucraina se non fossero state accettate tutte le sue condizioni, ha confermato che continuerà a prendere parte all’Iniziativa per il Mar Nero mediata dalle Nazioni Unite per altri 60 giorni. Il primo ad annunciarlo è stato il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan, che nell’accordo ha investito molto e che si trova impegnato in un ballottaggio elettorale che potrebbe fargli perdere la presidenza. 

Secretary-General António Guterres (left) and President Recep Tayyip Erdoğan at the signing ceremony for the Black Sea Grain Initiative in Istanbul, Türkiye, on 22 July 2022. (UNIC Ankara/Levent Kulu)

Poi è toccato al Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres annunciare ai giornalisti riuniti mercoledì al Palazzo di Vetro “i supplementari” che consentono di sperare ancora.

Guterres, che ha parlato ma senza lasciar spazio alle domande, ha accolto con favore la decisione della Russia di continuare il suo coinvolgimento nell’Iniziativa, che ha consentito l’esportazione sicura di oltre 30 milioni di tonnellate di grano e altri prodotti alimentari dall’Ucraina, attraverso i suoi porti del Mar Nero, e che mira anche a garantire il flusso di cibo e fertilizzanti dalla Russia, attraverso un memorandum d’intesa.

L’iniziativa è partita nel luglio dello scorso anno ed è gestita da un Centro di coordinamento congiunto (JCC), composto da rappresentanti di Russia, Ucraina, Nazioni Unite e Turchia, con sede a Istanbul.

Guterres ha affermato che la continuazione è stata “una buona notizia per il mondo”, sebbene rimangano questioni in sospeso da risolvere. “Ma i rappresentanti di Russia, Ucraina, Turchia e delle Nazioni Unite continueranno a discuterne. Spero che raggiungeremo un accordo globale per migliorare, espandere ed estendere l’Iniziativa, come ho proposto in una recente lettera ai Presidenti dei tre Paesi”.

Joint inspection teams at work under the Black Sea Initiative. (© UNODC/Duncan Moore)

Guterres ha espresso il suo apprezzamento a tutte le parti coinvolte nei negoziati per aver continuato l’accordo, per aver proceduto “con uno spirito di impegno costruttivo”. Ha ringraziato il presidente Recep Tayyip Erdoğan e il governo turco per i loro sforzi, “lavorando in coordinamento permanente con le Nazioni Unite” attraverso il JCC.

Guterres ha affermato che sia l’iniziativa che il memorandum d’intesa tra le Nazioni Unite e la Russia su fertilizzanti e alimenti sono importanti per la sicurezza alimentare globale. “I prodotti ucraini e russi nutrono il mondo”, con forniture vitali che raggiungono alcune delle popolazioni più vulnerabili grazie all’accordo, “tra cui 30.000 tonnellate di grano che hanno appena lasciato l’Ucraina a bordo di una nave noleggiata dal WFP per sfamare le persone affamate in Sudan”.

.@antonioguterres tells journalists: we have some positive and significant developments — confirmation by the Russian Federation to continue its participation in the Black Sea Initiative for another 60 days.

I welcome this decision. The continuation is good news for the world. pic.twitter.com/oWXamsLm6S

— UN Spokesperson (@UN_Spokesperson) May 17, 2023

Il capo delle Nazioni Unite ha continuato:”Sono importanti perché siamo ancora alle prese con una crisi del costo della vita da record. Nell’ultimo anno, i mercati si sono stabilizzati, la volatilità si è ridotta e abbiamo assistito a un calo globale dei prezzi alimentari del 20%”.

Il Segretario Generale dell’ONU ha ribadito che gli accordi sono importanti perché hanno dimostrato che “anche nelle ore più buie, c’è sempre un faro di speranza e un’opportunità per trovare soluzioni a beneficio di tutti”.

Il capo delle Nazioni Unite ha aggiunto di sperare che le esportazioni di cibo e fertilizzanti sia dall’Ucraina che dalla Russia raggiungano le catene di approvvigionamento globali “in modo sicuro e prevedibile”, come previsto da tutti i partecipanti.

E la pace? Quanto è lontana? Ma chi sta realmente tentando di raggiungerla?

Guterres è andato subito, così le domande sono state rivolte poi al suo portavoce Stephane Dujarric. Noi abbiamo chiesto se la nuova iniziativa di pace dell’Africa guidata dal presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, che ha trovato disponibilità sia nel presidente russo Putin che di quello ucraino Zelensky, avesse sorpreso il Segretario Generale Guterres che solo pochi giorni prima aveva detto che una trattativa di pace non la vedeva possibile perché “entrambi i contendenti pensano ancora di poter vincere”. Qualche dettaglio in più su ciò che il Presidente del Sudafrica ha detto a Guterres al telefono?

2/17/23: Secretary-General António Guterres (right) meets with Matamela Cyril Ramaphosa, President of the Republic of South Africa, during the 36th Ordinary Session of the Assembly of Heads of State and Government of the African Union in Addis Ababa, Ethiopia. (UN Photo/Daniel Getachew)

Il portavoce Dujarric ha risposto: “Il presidente Ramaphosa ha parlato con il segretario generale, lo ha informato del suo piano. Non è una sorpresa che i paesi in buona fede stiano facendo tutto il possibile per cercare di porre fine a questo conflitto. Ognuno ha una parte da recitare. E il Segretario Generale sta facendo la sua parte, e penso che se guardi di nuovo, se guardi a ciò che è stato realizzato al JCC, è molto importante ed è molto critico… Quindi tutti vogliamo vedere la fine di questo conflitto, la fine di questa guerra, in linea con la Carta, in linea con le risoluzioni dell’Assemblea Generale e in linea con il diritto internazionale. E speriamo che questa iniziativa abbia successo”.

Abbiamo insistito per cercare di capirne di più di questa iniziativa africana: poiché il Presidente del Sud Africa ha effettivamente chiamato il Segretario Generale il giorno prima di annunciare l’iniziativa di pace africana al mondo, lo ha forse fatto perché aveva bisogno di qualche consiglio da Guterres?

Portavoce: “No, ma abbiamo molto, molto apprezzato il fatto che il Presidente Ramaphosa si sia preso il tempo di chiamare il Segretario Generale. È stato molto cortese. E penso che non sia sorprendente che qualcuno che sta lanciando un’iniziativa di pace chiami il Segretario Generale delle Nazioni Unite in un momento come questo per informarlo di ciò che sta facendo”.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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