Sala affollatissima al Palazzo di Vetro martedì pomeriggio per la riunione del Consiglio di Sicurezza ONU in formula Arria (informale) sulla protezione dei beni culturali nel contesto dei conflitti armati. La discussione è stata co-organizzata da Francia, Emirati Arabi Uniti, Italia e Cipro in collaborazione con l’UNESCO e a riempire la sala c’erano anche i rappresentanti diplomatici di oltre 50 Paesi membri delle Nazioni Unite.
Per l’Italia, accanto all’Amb. Maurizio Massari, c’era il Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Generale Vincenzo Molinese. L’UNESCO era rappresentata dal più alto rappresentante possibile: la Direttrice Generale Audrey Azoulay.
I carabinieri sono la forza di polizia-militare famosa nel mondo per essere all’avanguardia nel recupero delle opere d’arte e reperti archeologici rubati, e per questo da anni sono il nucleo principale e alla guida delle forze ONU delegate al compito di protezione e recupero dell’heritage culturale dei paesi sconquassati dai conflitti: i cosiddetti “caschi blu della cultura”.
L’Italia detiene la co-presidenza insieme a Cipro, del Gruppo di amici all’ONU per la protezione del patrimonio culturale.
Full house today for the UNSC Arria meeting by 🇦🇪🇫🇷🇨🇾🇮🇹 on the protection of cultural heritage in armed conflicts🏺
Italy, a strong partner of @UNESCO & advocate for implementing UNSC Res. 2347, proud to have shared the experience of 🇮🇹@_Carabinieri_ ‘s “Blue Helmets of Culture” pic.twitter.com/Lhqx1tJGVu
— Italy UN New York (@ItalyUN_NY) May 2, 2023
Nel suo intervento, l’ambasciatore Massari ha detto che con la riunione del Consiglio di Sicurezza l’Italia ha “voluto riportare l’attenzione sull’importanza di proteggere la cultura per costruire ponti e promuovere la pace. Il patrimonio culturale è un catalizzatore di pace e dialogo tra culture, civiltà, religioni e generazioni diverse. Cementa l’identità, costruisce la coesione sociale, e promuove i valori di tolleranza”.
Proteggere l’eredità artistica di un popolo quando si scatena un conflitto, è un investimento sulla pace. Infatti, come ha detto Massari “qualsiasi attacco al patrimonio culturale è quindi un attacco al futuro dell’umanità, poiché ostacola la ripresa postbellica, priva i gruppi minoritari delle loro radici e alimenta nuovi conflitti. Consegnare alla giustizia gli autori di crimini contro il patrimonio culturale è fondamentale, anche per prevenire attacchi futuri”.

Come ha sempre spiegato Massari, l’Italia all’ONU è impegnata su questo settore in tre principali direttrici, fra loro sinergiche: “Il forte partenariato con l’UNESCO, con cui nel 2016 abbiamo istituito la prima task force di emergenza al mondo per la cultura: i Caschi Blu per la Cultura, attraverso il nostro Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale”.
Infatti il Generale Molinese al Consiglio di Sicurezza ha illustrato come questi corpi speciali siano stati impiegati in molte occasioni, sia a livello nazionale che internazionale, aiutando molti Paesi a sviluppare capacità specifiche in questo settore.
Protecting #heritage must be a fundamental dimension of the maintenance of international peace & security.@AAzoulay participated at the #UN Security Council Arria-Formula meeting on 2 May to call on Member States to #ProtectHeritage in armed conflict. https://t.co/fhSpbaGg5t pic.twitter.com/hRTsy9U8eT
— UNESCO 🏛️ #Education #Sciences #Culture 🇺🇳 (@UNESCO) May 4, 2023
Massari ha quindi ricordato il ruolo-guida nell’attuazione della Risoluzione 2347 del Consiglio di Sicurezza, la prima risoluzione del Consiglio sulla protezione del patrimonio culturale durante i conflitti armati, promossa dall’Italia con la Francia nel 2017 durante il nostro ultimo mandato in tale organo.
Il conflitto in Ucraina ovviamente non poteva che essere al centro dell’attenzione . La missione italiana all’ONU ha descritto come una Task Force italiana in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile italiano, ha inviato materiale tecnico per la messa in sicurezza e il recupero del patrimonio culturale ucraino distrutto, danneggiato o minacciato durante la guerra.

Intanto l’UNESCO ha accertato già 253 siti danneggiati o distrutti dal 24 febbraio 2022. L’Italia ha sostenuto l’inserimento della città di Odessa nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e nella lista dei siti in pericolo.
La missione italiana all’ONU ha sottolineato che gli incalcolabili danni subiti dall’Ucraina al suo patrimonio nel contesto dell’aggressione russa rappresentano l’esempio più attuale, ma purtroppo non l’unico. Conflitti vecchi e nuovi hanno cancellato dalla carta geografica siti religiosi o artistici importantissimi, dai Balcani al Medio Oriente, dall’Africa all’Afghanistan.