Nell’ultimo giorno di presidenza del Mozambico del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, prima che per il mese d’aprile l’incarico passi alla Federazione Russa, l’argomento di dibattito tra i Quindici non poteva essere più “esplosivo”: il possibile uso di armi nucleari nella guerra tra Russia e Ucraina.
Il Consiglio di sicurezza venerdì si è riunito per una riunione che non era prevista nel programma iniziale, ma che è stata richiesta dall’Ucraina dopo l’annuncio del presidente Vladimir Putin, domenica scorsa, di aver raggiunto un accordo con il suo vicino Bielorussia – che ha appoggiato “logisticamente” l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca – per collocare armi nucleari “tattiche” all’interno del territorio bielorusso. Queste sarebbe dislocate in Bielorussia pronte all’uso aereo, entro luglio.

“Il rischio di utilizzo di un’arma nucleare è attualmente più alto che mai dai tempi della guerra fredda”, ha affermato Izumi Nakamitsu, Alto rappresentante delle Nazioni Unite per gli affari del disarmo, nel suo intervento al Consigli di Sicurezza non lasciando spazio agli equivoci: “La guerra in Ucraina rappresenta l’esempio più acuto di tale rischio”.
Nakamitsu ha affermato che l’assenza di dialogo e l’erosione dell’architettura del disarmo e del controllo degli armamenti, combinate con la retorica pericolosa e le minacce velate, sono i fattori chiave di questo potenziale rischio esistenziale rappresentato dall’escalation nucleare.

“Quando si tratta di questioni relative alle armi nucleari, tutti gli Stati devono evitare di intraprendere qualsiasi azione che possa portare a escalation, errore o calcolo errato”, ha affermato, ricordando che tutti gli Stati sono parti del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, o il TNP – sia gli Stati dotati di armi nucleari che gli Stati non dotati di armi nucleari – e allo stesso modo devono rispettare rigorosamente i propri impegni e obblighi.
“Dovrebbero tornare al dialogo per allentare urgentemente le tensioni e trovare modi per sviluppare e attuare misure di trasparenza e costruzione della fiducia”, ha affermato Nakamitsu, facendo appello agli Stati parti del trattato affinché aderiscano pienamente ai loro obblighi e si impegnino immediatamente in seri sforzi per ridurre il rischio nucleare.
La questione della “condivisione nucleare”, l’ospitalità da parte di uno Stato non dotato di armi nucleari di armi nucleari di uno Stato dotato di armi nucleari, esiste da decenni, in tutte le regioni e in base a diversi accordi precedenti al Trattato di non proliferazione, con l’eccezione del recente annuncio russo, ha detto Nakamitsu che per “il bene di tutta la nostra sicurezza”, ha fatto eco all’appello del Segretario generale delle Nazioni Unite rivolto a Russia e Stati Uniti per tornare alla piena attuazione del Nuovo Trattato START e avviare i negoziati sul suo successore.

Nel suo intervento, l’ambasciatore russo Vassily Nebenzia ha respinto le accuse di violazione: “Stiamo perseguendo la cooperazione con la Bielorussia senza violare gli obblighi. Non stiamo trasferendo armi nucleari. Stiamo parlando del retrofit di aeroplani e squadre di addestramento nella costruzione di un impianto di stoccaggio sul territorio della Bielorussia”.
Poi Nebenzia, ha ripetuto che i carri armati russi non sarebbero in Ucraina adesso, se gli Stati Uniti e i loro alleati non avessero intrapreso quello che ha descritto come un colpo di stato a Kiev nel 2014, “pompando il regime ucraino con le armi”.
Secondo Nebenzia, gli Stati Uniti potrebbero aver già dispiegato tra le 100 e le 150 testate nucleari in Europa, ricordando i ripetuti appelli di Mosca a Washington di “mettere da parte la mentalità da guerra fredda” riportando le armi nucleari statunitensi nel proprio territorio. Sempre secondo l’ambasciatore russo, la Russia è costretta a prendere “tutte le misure necessarie” in risposta a “passi provocatori”, data la sfilacciatura dell’architettura di sicurezza globale, provocata esclusivamente da Washington, insieme alla recente decisione di Londra di fornire di munizioni contenenti uranio impoverito all’ Ucraina.
Quando Nebenzia ha ribadito che “una guerra nucleare non può essere vinta”, nell’aula del Consiglio di Sicurezza restava comunque il terrore all’idea che questa possa scoppiare comunque.

Quando è stata la volta degli Stati Uniti, l’ambasciatore Robert Wood ha considerato “ridicola” la tesi della Russia che questo dispiegamento previsto sia giustificato a causa dell’uso di munizioni perforanti fornite dalle forze occidentali, contenenti uranio impoverito. “Le munizioni perforanti non sono in alcun modo analoghe alle armi nucleari tattiche”, ha detto, aggiungendo che il Cremlino sta tentando di limitare e scoraggiare gli sforzi dell’Ucraina per difendersi e manipolare i fatti per vincere la guerra.
La Russia sta cercando di intensificare la sua brutale guerra piuttosto che cercare la pace, ha affermato Wood. Nel frattempo, la Bielorussia ha recentemente emanato leggi per consentire il dispiegamento russo, ha aggiunto il rappresentante americano.
Ricordando un recente accordo di sicurezza tra Russia-Cina, Wood ha affermato che una disposizione affermava che “gli Stati dotati di armi nucleari dovrebbero astenersi dal dispiegare armi nucleari all’estero”. “Qualsiasi uso di armi nucleari in Ucraina avrebbe gravi conseguenze e cambierebbe radicalmente la natura di questa guerra”, ha detto Wood, invitando la Russia a riconsiderare la sua decisione di schierare armi nucleari tattiche all’interno della Bielorussia.

L’ambasciatore ucraino all’Onu, Sergiy Kyslytsya, intervenendo alla riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ha detto che con il suo annuncio di voler dispiegare armi nucleare in Bielorussia, Mosca ha violato gli impegni presi solo quattro giorni prima con la Cina: “Ci sono voluti solo quattro giorni per Putin per violare un’altra promessa fatta al presidente della Cina”, ha detto l’ambasciatore ucraino riferendosi al documento sulla Partnership strategica fra Cina e Russia, firmato il 22 marzo in occasione della vista di Xi Jinping a Mosca. Nel testo, citato da Kyslytsya, si legge che “tutti gli stati nucleari devono astenersi dal dispiegare armi nucleari fuori dal loro territorio nazionale”.