Il 22 marzo, nella Giornata mondiale dell’acqua, l’Onu ospita al Palazzo di Vetro di New York la UN 2023 Water Conference, vertice per la prima volta dedicato all’acqua in cinquant’anni. L’appuntamento, che durerà tre giorni, si concentrerà sull’attuazione di uno degli Obiettivi di sviluppo sostenibile che chiede di “garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie entro il 2030”.
L’Italia, che a Perugia ospita l’ufficio dell’Unesco che coordina e pubblica il rapporto World Water Development Report 2023 (il principale rapporto del sistema Onu sull’acqua), finanziato interamente dal nostro paese, fornisce dati e strumenti necessari per formulare e attuare politiche e azioni in materia di risorse idriche. n occasione della conferenza, il rapporto verrà presentato al Palazzo di Vetro.

Inoltre il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin interverrà alla plenaria della Conferenza sull’Acqua che si aprirà all’Assemblea Generale. “La seconda Conferenza Mondiale dedicata al tema della risorsa idrica sarà incentrata sulla ricerca di soluzioni sostenibili, in uno scenario globale contemporaneo che ci restituisce un ambiente idrico sottoposto a pressioni crescenti. I cambiamenti climatici e le condizioni atmosferiche contribuiscono anche nel nostro Paese in modo evidente all’esaurimento della disponibilità di acqua e al deterioramento della qualità della risorsa: una situazione che, specialmente nei Paesi più vulnerabili ed esposti al climate change, determina una negazione dello stesso diritto all’acqua”, si legge in una nota del Mase.
Il ministro Pichetto Fratin esporrà la posizione del governo di Giorgia Meloni e gli impegni in corso sui temi della conferenza: dal rapporto tra acqua e salute alle prospettive di sviluppo, dal contrasto ai cambiamenti climatici alla tutela ambientale, alla cooperazione per la Water Agenda.
Il ministro aprirà inoltre il side event organizzato dalla missione d’Italia all’ONU guidata dall’ambasciatore Maurizio Massari, previsto per il 22 marzo, nella giornata mondiale dell’Acqua, organizzato in collaborazione con il World Water Assesment Programme dell’Unesco. Il titolo: “Partnerships and Cooperation for Water: The main findings of the United Nations World Water Development Report 2023 and experiences from the countries”.
Il mondo sta affrontando sempre più un’imminente crisi idrica con la domanda globale di acqua dolce che dovrebbe superare la sua fornitura del 40% entro la fine di questo decennio. Lo hanno affermato gli esperti in un rapporto alla vigilia del vertice all’Onu. Secondo il dossier, i governi devono smettere di sovvenzionare l’estrazione e l’uso eccessivo dell’acqua, e le industrie devono rivedere le loro pratiche dispendiose. Per gli esperti i paesi devono iniziare a gestire l’acqua come un “bene comune globale”, perché la maggior parte delle nazioni dipende fortemente dai propri vicini e l’uso eccessivo, l’inquinamento e la crisi climatica minacciano l’approvvigionamento idrico a livello globale. Johan Rockstrom, direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research e autore principale del rapporto, ha spiegato che l’attuale abbandono delle risorse idriche da parte del mondo sta portando al disastro: “L’evidenza scientifica è che abbiamo una crisi idrica. Stiamo facendo un uso improprio dell’acqua, inquinandola e cambiando l’intero ciclo idrologico globale, attraverso ciò che stiamo facendo al clima. È una tripla crisi”. Mentre Mariana Mazzucato, economista e docente all’University College di Londra, anche lei autrice principale del rapporto, ha aggiunto: “Abbiamo bisogno di un approccio molto più proattivo e ambizioso. Dobbiamo mettere al centro giustizia ed equità, non è solo un problema tecnologico o finanziario”. ‘

Intanto un rapporto dell’Unicef informa che c’è una triplice minaccia di crisi legate all’acqua che mette in pericolo la vita di 190 milioni di bambini in dieci paesi africani. L’organizzazione dell’Onu dedicata all’infanzia – preoccupata per acqua e servizi igienici inadeguati, malattie e rischi climatici – chiede ai grandi della Terra “investimenti urgenti in servizi idrici e igienici resilienti al clima per proteggere i bambini”. Secondo l’analisi Unicef, la triplice minaccia è più grave in Benin, Burkina Faso, Camerun, Ciad, Costa d’Avorio, Guinea, Mali, Niger, Nigeria e Somalia, rendendo l’Africa occidentale e centrale una delle regioni con la maggiore insicurezza idrica e impatto climatico al mondo.
Molti dei Paesi più colpiti, in particolare nel Sahel, sono anche alle prese con instabilità e conflitti armati, che aggravano ulteriormente l’accesso dei bambini all’acqua potabile e ai servizi igienici. “L’Africa sta affrontando una catastrofe idrica – afferma il direttore dei Programmi dell’Unicef, Sanjay Wijesekera -. Mentre gli shock legati al clima e all’acqua si stanno intensificando a livello globale, in nessun’altra parte del mondo i rischi si aggravano così velocemente per i bambini. Tempeste devastanti, inondazioni e storiche siccità stanno già distruggendo strutture e abitazioni, contaminando le risorse idriche, creando crisi dovute alla fame e diffondendo malattie. Ma per quanto le condizioni attuali siano difficili, senza un’azione urgente il futuro potrebbe essere molto più cupo”.
Secondo i dati dell’Unicef, nei 10 Paesi più colpiti, quasi un terzo dei bambini non ha accesso almeno a servizi di base per l’acqua a casa e due terzi non dispongono di impianti igienici (bagni) di base. Di conseguenza, questi paesi sono anche quelli con il maggior carico di decessi tra i bambini a causa di malattie causate da servizi idrici e igienici inadeguati. Ad esempio, 6 dei 10 Paesi hanno dovuto affrontare epidemie di colera nell’ultimo anno. A livello globale, più di 1.000 bambini sotto i cinque anni muoiono ogni giorno a causa di malattie legate ai servizi idrici e igienici, e circa 2 su 5 vivono in questi 10 Paesi più a rischio.