La sala dell’ONU era stracolma per l’evento organizzato dalla missione dell’Italia, insieme a quella del Burkina Faso, sulla lotta alle mutilazioni genitali femminili (FGM). L’Italia, fin dai tempi in cui Emma Bonino era commissaria dell’UE ai diritti umani e poi ministro degli Esteri, ha mobilitato la comunità internazionale per proteggere le bambine che ne restano vittime. Il governo italiano infatti è tra quelli principali che da anni sensibilizzano gli altri membri dell’ONU affinché questa pratica, ancora presente soprattuto in Africa, sia abolita.
“Combattere ogni forma di violenza e discriminazione contro le donne rappresenta per l’Italia una priorità fondamentale. Il nostro governo è impegnato a sradicare pratiche dannose, come la mutilazione genitale femminile e l’imposizione precoce dei matrimoni”. Così ha esordito la ministra per le Pari opportunità Eugenia Roccella, intervenendo all’evento che rientra nella 67ma assemblea delle commissione sulle donne delle Nazioni Unite a New York.
La ministra ha ricordato che “l’Italia attraverso la sua cooperazione allo sviluppo è stata una forte sostenitrice di iniziative multilaterali volte all’uguaglianza di genere e ai diversi SDGs e in particolare per combattere le MGF. Il programma congiunto UNFPA e UNICEF sull’eliminazione delle MGF, è un eccellente esempio multilaterale su come promuovere il raggiungimento della parità di genere”.
Dopo aver ricordato che “anche in Italia, migliaia di donne e ragazze sono sottoposte a tali pratiche che costituiscono una rilevante violazione dei diritti umani”, la ministra Roccella ha detto che è “fondamentale incoraggiarle a parlare e a denunciare il reato, offrendo alle vittime assistenza e cura. Le MGF sono semplicemente inaccettabili, causano conseguenze fisiche e psicologiche irreparabili che minano l’emancipazione delle ragazze e, di conseguenza, uno sviluppo sostenibile dell’intera società”.
Sottolineando come queste pratiche hanno effetti negativi su altri diritti umani e libertà fondamentali, come il diritto all’istruzione, alla salute e alla maternità, la ministra ha ricordato che l”Italia continua ad essere attivamente impegnata nella campagna internazionale per abolirla. “L’Italia è stata coinvolta, con un approccio costruttivo ed equilibrato, nei negoziati sulle Risoluzioni biennali sull’eradicazione delle mutilazioni genitali femminili in seno al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite e al III Comitato dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite”.
Per Roccella, resta essenziale “garantire che le prospettive delle donne e delle ragazze in generale, e delle sopravvissute in particolare, siano prese in considerazione quando al governo e ai legislatori viene chiesto di elaborare politiche relative alle MGF e alle disuguaglianze di genere. Un vero approccio trasformativo alla questione deriva dal coinvolgimento dei cittadini per costruire una società equa e inclusiva, libera dalla violenza e dalla discriminazione di genere”.
Al dibattito è intervenuta anche Serena Fiorletta, responsabile della comunicazione di Aidos – associazione impegnata nella difesa delle donne – che ha puntato all’uso delle nuove tecnologie come strumenti di protezione dalla violenza contro le donne.