Il Segretario Generale dell’ONU inaugura lunedì l’importante sessione del Consiglio per i diritti umani a Ginevra, e nel suo discorso in cui celebra i 75 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani, ne ha per tutti coloro che li violano. Così denuncia le torture e le violenze sessuali in Ucraina dopo l’invasione russa; le esecuzioni sommarie come in Iran, le minacce alla libertà di espressione messa sempre più in pericolo e ovunque, i trafficanti di migranti che causano ogni giorno vittime tra i disperati ma anche i paesi che non fanno abbastanza per assicurare un percorso più sicuro per rispettare il diritto umano di chi cerca una vita migliore; l’antisemitismo, il fanatismo anti-musulmano, le persecuzione contro i cristiani. E poi e senza peli sulla lingua, il segretario generale dell’Onu attacca le “società che distruggono il clima” come i produttori di combustibili fossili, auspicando più azioni legali contro queste aziende che non rispondono all’ appello per la lotta contro il cambiamento climatico. Così Guterres mette anche la questione climatica al centro delle questioni delle Nazioni Unite per i diritti umani.
Mentre il secolo scorso aveva visto progressi nei diritti umani e nello sviluppo umano, nel XXI secolo il rispetto dei diritti umani per Guterres ha messo la marcia indietro e per questo bisogna rilanciare la Dichiarazione universale dei diritti umani. Per Guterres la dichiarazione è “sotto attacco da tutte le parti… Alcuni governi ce la fanno. Altri usano una palla da demolizione”. Per Guterres “l’invasione russa dell’Ucraina ha innescato le più massicce violazioni dei diritti umani” a cui si assiste oggi nel mondo. “Ha scatenato morte, distruzione e sfollamenti diffusi”, ha affermato.
Human rights are not a luxury that can be left until we find a solution to the world’s other problems.
They are the solution to many of the world’s other problems.
Today I told the @UN_HRC that we must make human rights a reality in the lives of people everywhere. pic.twitter.com/9EamZi4ju6
— António Guterres (@antonioguterres) February 27, 2023
Per Guterres “i diritti umani non sono un lusso che può essere lasciato fino a quando non troviamo una soluzione agli altri problemi del mondo. Sono LA soluzione a molti altri problemi del mondo”, ha affermato. “Dall’emergenza climatica all’uso improprio della tecnologia, le risposte alle crisi di oggi si trovano nei diritti umani”.
Guterres ha ricordato che quasi la metà della popolazione mondiale – 3,5 miliardi di persone – vive in “punti caldi del clima” che stanno “diventando rapidamente zone disastrate per i diritti umani, dove inondazioni, siccità e tempeste significano che le persone hanno 15 volte più probabilità di morire a causa degli impatti climatici”, ha affermato. Quindi, ha sottolineato il ruolo della Corte internazionale di giustizia, il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, per migliorare la responsabilità per i crimini più gravi e ha affermato di accogliere con favore i passi verso la responsabilità per le violazioni dei diritti umani “compresi quelli commessi dal settore privato”. “Le sfide legali contro le società che distruggono il clima sono un importante passo avanti”, ha affermato Guterres. “I produttori di combustibili fossili e i loro finanziatori devono comprendere una verità cruciale: perseguire mega profitti quando così tante persone stanno perdendo la vita e i diritti, oggi e domani, è del tutto inaccettabile”, ha aggiunto il segretario Generale.
Il consiglio, composto da 47 paesi membri dell’ONU eletti dall’Assemblea Generale, ha aperto il suo “segmento di alto livello” all’inizio di una sessione che durerà ben cinque settimane.

La sessione arriva pochi giorni dopo l’anniversario di un anno dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, e il capo dei diritti delle Nazioni Unite, Volker Turk, nel suo intervento ha messo in guardia per dimostrare che 75 anni dopo che il mondo ha concordato sull’universalità dei diritti, “l’oppressione del passato può tornare in vari travestimenti… Il vecchio autoritarismo, con i suoi brutali limiti alle libertà scritte in grande, e la soffocante camicia di forza del patriarcato. Le vecchie guerre distruttive di aggressione di un’epoca passata con conseguenze mondiali, come abbiamo visto di nuovo in Europa con l’insensata invasione russa dell’Ucraina”. Per Turk “i diritti umani sono una forza con cui fare i conti, non perché servano gli interessi dei potenti, ma perché hanno catturato l’immaginazione dei deboli”.
Le opportunità odierne fornite dall’innovazione digitale dovrebbero essere sfruttate “per affrontare le nostre maggiori sfide: povertà, cambiamento climatico e disuguaglianza, ha insistito Türk. “Se c’è mai stato un momento per rivitalizzare la speranza dei diritti umani per ogni persona, è adesso”.
La stessa sopravvivenza dell’umanità “dipende dal ritrovare la strada per tornare a quel linguaggio comune”, ha proseguito il capo dei diritti delle Nazioni Unite, esortando gli Stati membri “ad affrontare i diritti del vostro popolo alla libertà dal bisogno e alla libertà dalla paura su un piano di parità”.
In un appello alla solidarietà globale e sottolineando l’osservazione del Segretario generale secondo cui la Dichiarazione universale riflette la saggezza espressa nei testi antichi, inclusi i Veda indù, gli antichi dialoghi cinesi di Confucio, la Bibbia e il Corano, l’Alto Commissario Türk ha insistito sul fatto che “non solo esprimerà antiche saggezze di tutte le culture, ma assicurerà la nostra sopravvivenza”.
Dopo i discorsi dei vertici delle Nazioni Unite, si alterneranno a parlare 150 ministri e capi di Stato e di governo virtualmente o di persona, durante i primi quattro giorni della sessione.

Tra loro ci saranno i ministri degli Esteri di Stati Uniti, Cina, Ucraina, Francia, Germania e Iran. Mosca invierà giovedì il viceministro degli Esteri Sergey Ryabkov a parlare di persona al consiglio. L’anno scorso, quando a parlare via video c’era il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, la sala si svuotò. Diversi diplomatici sanno concordando altre misure per trasmettere la loro disapprovazione. “Crediamo che la Russia non meriti di sedere nella stanza”, ha detto ai giornalisti l’ambasciatore ucraino Yevheniia Filipenko. “Agiremo di conseguenza”.
Una lunga serie di risoluzioni sarà votata negli ultimi giorni della sessione, che dovrebbe concludersi il 4 aprile. La cosiddetta Commissione d’inchiesta, che ha già stabilito che la Russia sta commettendo crimini di guerra su “massiccia scala” in Ucraina, dovrebbe presentare un rapporto completo al consiglio alla fine di marzo. L’anno scorso, 32 membri del consiglio hanno votato per creare la commissione, con solo la Russia stessa e l’Eritrea che hanno votato contro, con l’astensione di 13 paesi.