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Eppur si muove: il Consiglio di Sicurezza Onu approva la risoluzione 2672 per la Siria

Adottata all’unanimità, permette le consegne di aiuti transfrontalieri dalla Turchia per sei mesi. Le "lamentose" motivazioni di voto di Russia e USA

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Eppur si muove: il Consiglio di Sicurezza Onu approva la risoluzione 2672 per la Siria

Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU al momento del voto della risoluzione 2672 per la Siria. (UN Photo/Manuel Elías)

Time: 3 mins read

Sarà spaccato ma non è ancora paralizzato. Nonostante il ritorno di tensioni da “guerra fredda” tra le grandi potenze nel Consiglio di Sicurezza, l’indispensabile organo che fa smuovere le Nazioni Unite in tempo batte ancora. Così quest’inverno, milioni di civili siriani non moriranno di fame e di freddo.

Alla fine anche la Russia ha detto “sì” al voto della risoluzione 2672 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, evitando così che i camion che trasportano dalla Turchia cibo, medicine e altri aiuti disperatamente necessari nella Siria nordoccidentale fossero bloccati. Invece i loro viaggi con i soccorsi per la popolazione civile continueranno per altri sei mesi.

Lunedì il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato all’unanimità una risoluzione per confermare la riautorizzazione delle consegne di aiuti transfrontalieri in Siria fino al 10 luglio 2023. La risoluzione 2672 conferma la risoluzione 2642 del luglio 2022, che prorogava l’autorizzazione per le consegne di aiuti attraverso il valico di Bab al-Hawa al confine con la Turchia per sei mesi fino al 10 gennaio 2023 e stabiliva che un’ulteriore proroga di un ulteriore sei mesi avrebbe richiesto una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza.

La risoluzione 2672, che ha ottenuto il sostegno unanime del Consiglio di 15 membri, richiede anche al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres di fornire un rapporto speciale sui bisogni umanitari in Siria entro il 10 giugno 2023. Richiede inoltre al segretario generale di informare il Consiglio di sicurezza mensilmente e a fornire un rapporto su base regolare, almeno ogni 60 giorni, sull’attuazione delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza, compresa la risoluzione 2672, e sull’osservanza da parte di tutte le parti interessate in Siria.

I Quindici ambasciatori lunedì hanno adottato la risoluzione sul meccanismo transfrontaliero appena un giorno prima della sua scadenza. La risoluzione 2672 facilita il trasporto degli aiuti attraverso un meccanismo istituito quasi nove anni fa.

La bozza è stata presentata da Brasile e Svizzera, continuando il lavoro dei precedente di Irlanda e Norvegia, che avevano presentato una risoluzione lo scorso luglio che autorizzava le operazioni per sei mesi, o fino al 10 gennaio 2023. Qualsiasi proroga avrebbe richiesto una nuova risoluzione.

“Questa risoluzione consente agli attori umanitari, in particolare alle Nazioni Unite e alle sue agenzie, di continuare a raggiungere i bisognosi in modo coordinato e attentamente monitorato”, ha affermato l’ambasciatrice svizzera Pascale Baeriswyl, intervenendo dopo il voto. “È necessario un accesso rapido, senza ostacoli e sostenibile”, ha aggiunto. “Chiediamo a tutte le parti di facilitare la consegna degli aiuti umanitari”.

Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, ha affermato il suo portavoce in una dichiarazione, ha descritto l’operazione umanitaria come un “ancora di salvezza indispensabile” per circa 4,1 milioni di persone nella regione. “La decisione di confermare l’estensione di tale autorizzazione per altri sei mesi arriva quando i bisogni umanitari hanno raggiunto i livelli più alti dall’inizio del conflitto nel 2011, con le persone in Siria alle prese con un inverno rigido e un’epidemia di colera”, ha affermato il portavoce di Guterres.

L’ambasciatrice degli Stati Uniti, Linda Thomas-Greenfield, ha detto che il voto “consente al popolo siriano di tirare un sospiro di sollievo”, ma secondo la diplomatica americana si sarebbe potuto fare molto di più. Lo scorso luglio, il Consiglio non è stato in grado di estendere il meccanismo per “solo 12 mesi”, ha affermato, rendendo così le cose più difficili e più costose per gli operatori umanitari. “Quindi, sebbene sia importante che questo Consiglio si sia riunito oggi, siamo onesti con noi stessi: questa risoluzione rappresenta il minimo indispensabile”, ha affermato Thomas-Greenfield. “In effetti, il rinnovo di questa delibera non avrebbe mai dovuto essere oggetto di dibattito. Il dibattito che dobbiamo avere è come rafforzare il meccanismo per raggiungere più persone con più assistenza”.

Fino all’ultimo il voto a favore della Russia è stato in dubbio. Poi, quando finalmente è arrivato, l’ambasciatore russo Vassily Nebenzia ha detto che è stata una “difficile decisione” quella di sostenere l’adozione della risoluzione, affermando nella sua spiegazione di voto, che gli aiuti umanitari stanno arrivando “a un’enclave siriana inondata di terroristi”.

“Allo stato attuale, la risoluzione non riflette le aspirazioni del popolo siriano, che si aspetta dal Consiglio di sicurezza, oltre a sforzi umanitari efficaci, il rispetto per l’integrità territoriale della Siria e la sua sovranità – non a parole ma con i fatti”, ha affermato l’ambasciatore russo. “Il mantenimento del meccanismo transfrontaliero, che sconfina nelle norme universalmente riconosciute dell’assistenza umanitaria, non aiuta in alcun modo a far avanzare questo obiettivo”.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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