L’Assemblea Generale dell’ONU ha votato la risoluzione per la moratoria sulla Pena di morte che si presenta ogni due anni. Il risultato: 125 a favore, 37 contrari, 22 astenuti.
Nel 2020, c’erano stati 123 voti a favore e 38 contrari con 24 astenuti. Un mese fa, nel voto in Terza Commissione, la risoluzione sulla moratoria aveva ottenuto il voto favorevole di 126 stati – tre in più rispetto al voto del 2020 –. Ma a quanto pare, il rappresentante di un paese, le Seychelles, che aveva votato a favore in commissione, è arrivato oggi in ritardo al momento di votare all’Assemblea Generale e il suo voto non è stato conteggiato.
#BREAKING⚡️Record of 125 YES votes at #UNGA in support of the resolution for a universal moratorium on the use of #DeathPenalty. 123 the YES votes in GA in 2020. 15 years ago, the 1st Resolution was prompted by Italy 🇮🇹. #DeathIsNotJustice pic.twitter.com/75GdaTjxYx
— Italy UN New York (@ItalyUN_NY) December 15, 2022
E’ la nona volta dal 2007 che si vota la risoluzione e, anche se lentamente, crescono sempre i paesi che votano a favore. L’Italia è da sempre tra i paesi in prima fila in questa battaglia contro la pena capitale alle Nazioni Unite e 15 anni fa fu proprio il governo italiano, con alcune ong, a presentare la prima risoluzione. Eppure la strada verso l’abolizione globale resta lunga: nel 2021 è stato calcolato che sarebbero state eseguite 579 esecuzioni capitali nel mondo. La Federazione della Russia anche questa volta ha votato a favore, mentre gli Stati Uniti hanno votato ancora una volta “no”, in compagnia tra gli altri di Iran, Arabia Saudita, Cina, Siria, Libia…