L’ambasciatrice Linda Thomas-Greenfield non usa mezzi termini. Gli Stati Uniti, insieme all’Albania, presenteranno in queste ore al Consiglio di Sicurezza dell’Onu una risoluzione di piena condanna dei referendum tenuti dalla Russia nei territori occupati nell’est dell’Ucraina. Non solo: verrà anche richiesto il ritiro immediato delle truppe di Mosca. “Se la Russia, come prevedibile, metterà il veto, noi andremo all’Assemblea Generale per ottenere una condanna ancora più ampia”.
Per oltre due ore, nella riunione speciale del Consiglio alla quale ha partecipato in video anche il Presidente dell’Ucraina Volodomyr Zelensky, i quindici paesi membri hanno ancora una volta, senza troppi distinguo, isolato Mosca e richiesto l’avvio di un negoziato di pace immediato, giudicando sia l’invasione che i referendum totalmente illegali.
La presidenza francese, con l’ambasciatore Nicolas De Riviére, ha aperto la seduta dando la parola a Rosemary DiCarlo, Under-Secretary General for Political and Peacebuilding Affairs dell’ONU (DPPA), che ha sentenziato: “I referendum russi nel Donbass non possono essere considerati legali, secondo la legge internazionale”. Questo perché condotti in un territorio dove si sta ancora combattendo.

“Ci sono prove di crimini di guerra – ha aggiunto la DiCarlo che ha incontrato Putin durante il vertice di Samarcanda a metà settembre – Raramente sono state collezionate dalla comunità internazionale così tante evidenze di abusi e crimini di guerra. Giustizia deve essere fatta per le vittime, condannando i responsabili ovunque essi siedano in questo momento”.
Zelensky, davanti alla telecamera, ha poi chiamato “farsa” i referendum in Ucraina e ha esordito con parole durissime rivolte all’ambasciatore russo in aula: “Questa è un’istituzione fondata sul rispetto delle regole, ma c’è in questa stanza chi le regole le ha calpestate violentemente ovunque. Chissà quando cominceranno a farlo anche lì dentro, sbattendo a terra le sedie. Nessuno potrà sorprendersi quando i rappresentanti della Russia trasformeranno anche il Consiglio di Sicurezza in un luogo violento”.

Sempre più duro, il presidente ucraino ha aggiunto: “C’è solo un modo per fermare tutto questo: il completo isolamento della Russia. Questo Stato non può rimanere un membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con il diritto di veto, se mantiene il mondo a un passo dal disastro radioattivo e allo stesso tempo continua a minacciare con le sue armi nucleari. La Russia dovrebbe essere esclusa da tutte le organizzazioni internazionali”.
Quando è stato il turno di Thomas Greenfield, l’ambasciatrice USA ha detto che “la scorsa settimana i leader di oltre 100 paesi di tutto il mondo si sono riuniti a New York per riaffermare il loro impegno nei confronti della Carta delle Nazioni Unite e di molti dei principi chiave che rappresenta: sovranità, integrità territoriale, pace e sicurezza. Invece di partecipare alla settimana di alto livello, Putin ha annunciato un rinnovato sforzo di coscrizione in Russia e ha incaricato le aree sotto il controllo militare russo di prepararsi per referendum illegittimi. Ha inviato un emissario, che ha minacciato l’uso di armi nucleari, in un paese non nucleare, per assicurarsi le conquiste militari illegittime…”.

“Lo scopo di tutto questo è chiaro” ha continuato Thomas-Greenfield: “la Russia intende annettere questi territori e non rispetta la Carta dell’Onu, che prevede sovranità, integrità territoriale, pace e sicurezza. Putin organizza finti referendum nelle aree controllate dall’esercito russo e dai suoi delegati, costringendo le persone a ‘votare’ sotto la minaccia delle armi. Quindi utilizza questi referendum per cercare di dare una parvenza di legittimità ai suoi tentativi di annessione del territorio di un altro stato sovrano”.
“Gli Stati Uniti non riconosceranno mai alcun territorio che la Russia tenta di conquistare o presumibilmente annettere come qualcosa di diverso da parte dell’Ucraina”.
Thomas-Greenfield ha anche avvertito: “Nei nostri numerosi incontri qui al Consiglio di sicurezza, abbiamo sentito ripetuti appelli al rispetto della Carta delle Nazioni Unite. Ma non basta chiedere il rispetto della Carta delle Nazioni Unite, dobbiamo avere il coraggio di difenderla. Ciò significa difendere l’Ucraina e le vittime delle atrocità russe”.
Quindi l’ambasciatrice americana ha concluso: “Questo è il motivo per cui presenteremo una risoluzione che condanna questi falsi referendum, invitando gli Stati membri a non riconoscere alcuno status alterato dell’Ucraina e obbligando la Russia a ritirare le sue truppe dall’Ucraina. Il referendum fasullo della Russia, se accettato, aprirà un vaso di Pandora che non possiamo chiudere. Vi chiediamo di unirvi a noi nel riaffermare il nostro impegno nei confronti della Carta delle Nazioni Unite e nell’affrontare questa sfida frontalmente”.

L’ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vasily Nebenzya, sul rispetto della Carta ha respinto le accuse, ribadendo la linea tracciata dal ministro degli Esteri Lavrov e rendendo noto che i risultati del referendum saranno comunque annunciati nei prossimi giorni. Nebenzya ha infine accusato le nazioni occidentali di fare propaganda e di “doppio standard”, paragonando la situazione dell’Ucraina con quella del Kosovo con la Serbia.