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Alessandra Ermellino: “ONU immagini il futuro dell’umanità in maniera visionaria”

Intervista con la deputata pugliese esperta di crisi nel Mediterraneo e componente della delegazione del Parlamento ai lavori UNGA77

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Alessandra Ermellino: “ONU immagini il futuro dell’umanità in maniera visionaria”

L'On. Alessandra Ermellino al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite per i lavori di UNGA77

Time: 4 mins read

Durante la settimana di UNGA77, al Palazzo di Vetro dell’ONU c’era anche una delegazione del Parlamento italiano. L’On. Alessandra Ermellino, pugliese di Taranto classe 1978, era tra i deputati che, non partecipando alle elezioni politiche del 25 settembre e per gli interessi che coltiva, era entusiasta di poter osservare a New York i dibattiti sulle crisi internazionali. Ermellino si è avvicinata alla politica nel 2012 “per la voglia di cambiare il paradigma del mio territorio fortemente inquinato dall’industria siderurgica”, ci dice. Eletta alla Camera dei Deputati nel 2018 con il Movimento M5S, con l’esperienza in Parlamento inizia, ci dice Ermellino, “una presa di coscienza che mi porta a spostarmi nel 2020 nel gruppo misto”. Con la nascita del governo Draghi, passa nella componente di Bruno Tabacci a sostegno della maggioranza. L’esperienza in commissione Difesa, “ha reso più solido il mio lavoro svolto in commissione Affari Esteri, in cui sono stata vicepresidente del comitato per l’Africa e il Mediterraneo e su cui ho imperniato gran parte del mio lavoro”.

Da sin, col funzionario Alberto Dal Degan della Rappresentanza permanente dell’Italia presso l’ONU, gli onorevoli Riccardo Olgiati (M5S), Alberto Pagani (PD) e Alessandra Ermellino (Gruppo misto) duranti i lavori di UNGA77

Laureata in Filologia Moderna, Ermellino è un grafico pubblicitario specializzato nel settore del racing (motorhomes e tende per il karting).  “Penske era uno dei nostri clienti in giro per il mondo; allo Skusa di Las Vegas ogni anno c’erano molte nostre realizzazioni”. A poche ore dalla sua partenza per far ritorno in Italia, l’abbiamo intervistata.

Come è andata questa settimana dell’UNGA77? Secondo le vostre aspettative o, come spesso si dice dell’ONU, fiumi di parole ma poca concretezza?

“È stato un bel modo di chiudere la mia prima esperienza da parlamentare, sebbene ci sia stato qualche piccolo disguido che non ha permesso alla delegazione di essere maggiormente presente in Assemblea. Di certo i giorni dell’UNGA sono stati all’altezza delle mie aspettative e penso di tutti quelli che si occupano di politica estera di alto livello. La missione ha permesso un confronto inter-istituzionale difficile da replicare; non reputo ci siano stati fiumi di parole, anzi mi sono sentita parte integrante di una sana e utile diplomazia parlamentare”.

L’On. Alessandra Ermellino con il ministro di San Marino Luca Beccari durante i lavori di UNGA77

Il discorso del SG Antonio Guterres e quello del Presidente USA Joe Biden: quale le è piaciuto di più e cosa mancava?

“Entrambi i discorsi sono stati costruiti guardando al medesimo obiettivo. Nonostante ciò ho colto in essi differenti sfumature: ho trovato nell’intervento del Presidente Biden numerosi rimandi alla politica interna degli Stati Uniti, probabilmente avrà influito l’approssimarsi delle elezioni di novembre; mentre lo speech del Segretario generale Guterres è stato più diretto, anche grazie all’uso di metafore e immagini che penso abbiano colpito l’immaginario collettivo. Devo ammettere però che in entrambi i discorsi è mancato un accenno più chiaro al Mediterraneo, eppure a mio parere è un tema che meriterebbe maggiore attenzione, dato che l’area è sempre più crocevia di approvvigionamenti alimentari ed energetici, oltre che di migrazioni”.

Nel discorso del presidente del Consiglio Mario Draghi, avrebbe aggiunto o rinforzato qualcosa?

“Con il suo intervento il Presidente Draghi ha confermato di essere in linea con gli altri leader europei per quanto riguarda i toni da tenere sul conflitto in Ucraina. Ritengo quindi sia stato funzionale a ribadire il posizionamento dei maggiori Paesi europei rispetto alle influenze di Putin e del suo entourage. Da tarantina, mi è dispiaciuta l’assenza del tema ambientale e dei cambiamenti climatici, sul quale forse avrebbe potuto spendere qualche parola in più. Del resto erano le ore in cui si cercavano i corpi dei dispersi nell’alluvione delle Marche”.

Mario Draghi all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite

A parte l’Ucraina, tra clima, insicurezza alimentare, energia pulita, Education, pandemia… Secondo lei e in ordine di urgenza di cosa dovrebbe occuparsi di più l’ONU?

“L’ONU è un’istituzione che riesce a far dialogare 193 Paesi sui temi cruciali per il nostro futuro e svolge un ruolo fondamentale. Probabilmente sarebbe il luogo giusto per insediare un tavolo che si occupi di immaginare il futuro del genere umano in maniera transdisciplinare, visionaria, perché siamo in una fase di transizione e senza un pensiero complesso non ci sarà progresso o evoluzione”.

Di Mediterraneo, migranti e Libia se ne è discusso poco o nulla (Biden non l’ha neanche accennata la Libia come crisi urgente…). Secondo lei il Mare Nostrum è per il resto del mondo un problema di poco conto?

“Chi non vive immerso nel Mediterraneo, probabilmente non ha la nostra stessa percezione di quello che è un tema cruciale per le sue ricadute non soltanto economiche, migratorie o di approvvigionamento, ma di stabilità dell’intera area. Nel maggio scorso fu proprio Draghi a chiedere al presidente Biden maggiore supporto in Libia per cercare una soluzione pacifica in un Paese che ad oggi è davvero fuori dai radar, un po’ come il Libano”.

La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, durante una conferenza stampa nella sede di Fratelli d’Italia in via della Scrofa, Roma, 13 giugno 2022. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Siamo alla vigilia delle elezioni in Italia: il suo pronostico? E la politica estera italiana rischia di cambiare molto col nuovo Parlamento?

Alessandra Ermellino alla Camera dei Deputati

“Ho scelto di non essere della partita in queste elezioni perché il quadro politico italiano è davvero desolante: siamo l’unico Paese al mondo ad aver fatto cadere un governo guidato da un Presidente del Consiglio al quale è stato conferito nei giorni scorsi un premio prestigioso come statista dell’anno. A questo si aggiunge il fatto che la politica estera sia ormai un argomento di nicchia e lo testimonia la sua assenza dai programmi elettorali, dai dibattiti e dai confronti. Un Paese senza una politica estera e una postura internazionale ben definita è destinato a non contare nulla in ogni scenario. Auspico quindi che il nuovo parlamento ne tenga conto”.

A prescindere dalla casacca di partito, se come dicono i pronostici Giorgia Meloni diventasse la prima premier donna d’Italia, ecco per lei, come per tutte le donne impegnate in politica, avrebbe un significato di svolta epocale oppure non cambia nulla?

“Il femminile ha bisogno di emergere, lo abbiamo sentito più volte anche durante i discorsi dell’Assemblea Generale, ma non come spunto generico e buonista. Uno non vale l’altro, e questo vale per donne e uomini: il femminile che spero un giorno riesca ad emergere è quello che accoglie, che protegge, che custodisce, non quello che utilizza i sostantivi per rinchiudersi in un cerchio ristretto ed esclusivo. Se si avverassero i pronostici, potrebbe (dovrebbe) prendere piede una vera svolta epocale: la nascita di un fronte di donne di valore”.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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