Per la Svizzera quella di oggi è una giornata storica: al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, l’Assemblea Generale ha votato per accoglierla in qualità di membro non permanente al Consiglio di Sicurezza. Per il Paese neutrale è la prima volta che accade, a quasi 20 anni dall’adesione all’Onu.
187 voti a favore per sentenziare un passo atteso da anni. Nessun contrario e sei astenuti.
La notizia è stata accolta con favore dal Segretario generale dell’ONU António Guterres, che l’ha definita una “ulteriore dimostrazione di impegno per la pace e la sicurezza globale”.
Giovedì, anche il portavoce di Guterres Stephane Dujarric aveva lodato la Svizzera, descrivendola come “un faro nella comunità internazionale per il suo approccio di principio alla pace e al multilateralismo”.
Oltre alla Svizzera, sono stati nominati Malta, Giappone, Mozambico ed Ecuador, che siederanno nei cinque seggi di membri non permanenti nel biennio 2023-2024 a partire dal 1 gennaio 2023.
La candidatura elvetica risale al 2011, ma non tutti i partiti svizzeri sono a favore. Le voci più critiche si sono alzate dai ranghi dell’Udc, il partito della destra sovranista, ma il Parlamento ha sempre sostenuto la posizione del governo e lo scorso marzo le due camere hanno respinto una mozione dell’Udc che chiedeva il ritiro della candidatura in nome della neutralità.
Per i contrari, con l’entrata della Svizzera nel Consiglio di sicurezza il ruolo di mediatore della diplomazia elvetica rischia di essere compromesso. Il governo, che cita le esperienze di altri Stati neutrali e non allineati come Austria, Irlanda e Svezia (più volte membri del Consiglio di Sicurezza), crede invece che l’ingresso della Confederazione sia “pienamente compatibile con la sua neutralità”.
Poco prima che l’Assemblea Generale si esprimesse, il Presidente della Confederazione elvetica Ignazio Cassis era rimasto cauto limitandosi a definire il momento “un capitolo importante della nostra storia in termini di politica estera”.