Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso in queste ore al Palazzo di Vetro sotto la presidenza statunitense di turno sulla Protezione dei Civili nei Conflitti Armati, resa ancora più urgente dalla guerra in Ucraina.
L’Italia è intervenuta al dibattito portando al tavolo tre spunti di riflessione. Il primo offerto dall’Ambasciatore all’ONU Maurizio Massari è che se e quando il Consiglio di Sicurezza non riesce a concordare un cessate il fuoco, l’ONU dovrebbe essere in grado di intervenire tempestivamente almeno per consentire corridoi umanitari e accessi umanitari, sul modello del meccanismo di evacuazione a Mariupol, realizzato grazie al coordinamento ONU-Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR).

Secondo, è cruciale che la protezione dei civili sia una priorità nella pianificazione ed esecuzione delle operazioni militari e che sia parte delle linee guida militari nazionali. Addestrare i soldati agli obblighi internazionali sugli accessi umanitari e i corridoi umanitari può riflettersi positivamente sul rispetto del Diritto Umanitario Internazionale.
Terzo, l’Italia crede fermamente che la presenza di personale femminile negli eserciti nazionali possa avere un impatto positivo sulla protezione dei civili. Le donne hanno infatti dimostrato di essere efficaci nel creare fiducia, punto nodale dell’accesso umanitario e dei corridoi umanitari.
“L’Italia si appella alla comunità internazionale per garantire la responsabilità (accountability) dei colpevoli di gravi violazioni del Diritto Umanitario e sostiene il lavoro delle autorità investigative indipendenti impegnate a evitare l’impunità”.