Vendono i propri figli o parti del loro corpo pur di sfamarsi e sopravvivere. Accade da mesi in Afghanistan, mentre l’attenzione del mondo è troppo concentrata sulla guerra in Ucraina. Per questo giovedì, al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, si è tenuta una conferenza organizzata congiuntamente a Regno Unito, Germania e Qatar, in cui il Segretario generale Antonio Guterres ha lanciato un appello per 4,4 miliardi di aiuti umanitari: la più grande, ma non l’unica, operazione di soccorso coordinata dalle Nazioni Unite in Afghanistan.
Gli anni di conflitti e la ricorrente siccità stanno mettendo in pericolo la vita di 24,4 milioni di persone, che hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria. “Circa il 95% delle persone non ha abbastanza da mangiare e 9 milioni sono a rischio carestia”, ha spiegato Guterres ai giornalisti. “Senza un’azione immediata, ci troviamo di fronte a una crisi di fame e malnutrizione senza precedenti”. Per questo, la comunità internazionale “deve mettere a disposizione denaro, in modo che l’economia afgana possa respirare e il popolo afgano possa mangiare” e ha invitato “i paesi ricchi e i potenti” a “non ignorare le conseguenze delle loro decisioni sui più vulnerabili”.
“Accolgo con favore la recente risoluzione del Consiglio di Sicurezza che rinnova il mandato della Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan” ha continuato Guterres, ribadendo infine che “il popolo afghano ha bisogno di un governo inclusivo e rappresentativo che rispetti il diritto internazionale umanitario”.
Sempre durante la conferenza, l’ambasciatrice americana all’Onu Linda Thomas-Greenfield ha annunciato quasi 204 milioni di dollari in nuovi finanziamenti per l’assistenza umanitaria in Afghanistan in occasione di una conferenza virtuale dei donatori. “Questi aiuti, come tutti quelli provenienti dagli Usa, andranno direttamente alle Ong e alle Nazioni Unite – ha spiegato – I talebani non controlleranno i nostri finanziamenti umanitari, che invece rafforzeranno il Piano regionale di risposta ai rifugiati dell’Onu. E sosterranno aiuti diretti agli oltre 22 milioni di persone in Afghanistan che stanno affrontando un’estrema insicurezza alimentare”. “Il popolo afgano ha il nostro inequivocabile sostegno, ma l’ambizione dei talebani di migliorare le proprie relazioni con la comunità internazionale dipende dalla sua condotta”, ha continuato Thomas-Greenfield, sottolineando che “la recente decisione dei talebani di escludere le ragazze dalla scuola secondaria dopo la prima media è imperdonabile. L’istruzione è un diritto umano ed è essenziale per la ripresa economica e la stabilita’ dell’Afghanistan”.