Era dal 1982, esattamente quarant’anni fa, che al Palazzo di Vetro dell’Onu non veniva convocata una sessione speciale di emergenza dell’Assemblea Generale. Oggi, di fronte alla crisi dell’Ucraina, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha deciso di replicare.
Certo, ciò che esce dalle discussioni non ha valore coercitivo, ma è fondamentale, in una situazione come questa, per comprendere quanto la Russia sia effettivamente sola. Loro, i russi, continuano a sostenere di non essere isolati. “Il mondo è molto più grande della NATO”, ripetono. Sono momenti come questo a stabilire come stiano realmente le cose.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, in apertura dei lavori dopo l’intervento del presidente dell’AG Abdulla Shahid, è stato chiaro: i combattimenti in Ucraina devono finire. “Stanno imperversando in tutto il paese, dall’aria, dalla terra e dal mare. Devono cessare ora, basta. I soldati devono tornare alle loro caserme. I leader devono andare verso la pace e i civili devono essere protetti”.

Citando poi della minaccia di un conflitto nucleare, Guterres ha parlato di “uno sviluppo agghiacciante. La semplice idea di un conflitto nucleare è inconcepibile, nulla può giustificare l’uso di armi nucleari”.
Dopo di lui, l’ambasciatore ucraino Sergiy Kyslytsya. Discorso lungo, tante pause, e il tono di voce di chi non si sente soltanto vittima, ma sa di essere dalla parte della ragione. “Se l’Ucraina non sopravvive, la pace internazionale non sopravvive. Se l’Ucraina non sopravvive, l’Onu non sopravvive. Non fatevi illusioni. Stiamo pagando il prezzo più alto per la libertà e la sicurezza mondiale”.
Ha poi letto i messaggi presi dallo smartphone di un soldato russo perito in guerra. “Mamma, è così difficile – scriveva il ragazzo – questa è una guerra vera”. Poche righe scritte appena prima di morire.
Subito dopo il turno dell’ambasciatore russo Vassily Nebenzia, che ribalta la questione accusando l’Occidente di aver raccontato una versione distorta dei fatti. “Le bugie stanno proliferando, l’Ucraina non vuole impegnarsi nel dialogo e concedere lo status speciale al Donbass. I media stanno facendo disinformazione. Avete passato 8 anni a fingere di non notare i crimini dei nazionalisti ucraini nel Donbass, verso cui non avete mostrato la minima empatia”. Ma la Russia, assicura l’ambasciatore, vuole concludere questa guerra.

Uscendo di fretta dall’Assemblea Generale, Nebenzia non si è fermato a parlare con i giornalisti, ma noi lo abbiamo ricorso e, all’ingresso del Consiglio di Sicurezza, siamo riusciti a strappargli una dichiarazione. “Ambasciatore, ma come farà la Russia a far finire il conflitto?”. “Come ho appena detto – la sua risposta – la guerra non è stata iniziata da noi. È una domanda da fare all’Ucraina”.
Poi, una serie di interventi contro la Russia. Il rappresentante dell’Unione europea Olof Skoog ha accusato anche la Bielorussia per il suo coinvolgimento nella guerra. “Questa è la più grande aggressione in Europa dalla seconda guerra mondiale”.
La Polonia, dopo un discorso in cui ha ricordato i crimini nazisti perpetrati in territorio europeo, ha concluso citando proprio uno scrittore russo, Fëdor Dostoevskij che nel suo “Delitto e Castigo”, romanzo del 1866 che insieme a Guerra e pace di Lev Tolstoj fa parte dei volumi letterari russi più famosi e influenti di tutti i tempi, scrive “qualcuno pensa di essere eccezionale e fuori dai nostri obblighi e si sente perciò autorizzato a commettere un crimine”.
Parole dure anche da parte dell’Austria. “Il Consiglio di Sicurezza non può rimanere in silenzio. Non staremo in silenzio dopo la violazione della Carta delle nazioni Unite. Al termine di questa Assemblea, voteremo una risoluzione di condanna nei confronti della Russia. Votando sì, mostreremo al mondo che le Nazioni Unite sono in grado di assumersi le proprie responsabilità, dimostrare a tutti come queste azioni non siano tollerate dalla comunità internazionale e far capire agli ucraini che non siano da soli in questa guerra”.
Quindicesima nella lista degli speaker, è il turno dell’Italia, rappresentata dall’ambasciatore Maurizio Massari. L’Italia è nel gruppo ristretto di membri ONU (19 in totale) incaricati della redazione della bozza di Risoluzione, sotto coordinamento UE, di condanna dell’aggressione russa. “Signor Presidente, l’Italia, insieme ai suoi partner e alleati dell’UE, ha espresso chiaramente la sua posizione durante tutta questa crisi, con dichiarazioni e atti coerenti, sostenendo fermamente la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina e in piena solidarietà con il popolo ucraino. L’aggressione non provocata decisa dalla Russia è una palese violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite e, come tale, deve essere condannata con la massima fermezza. Da condannare anche il coinvolgimento della Bielorussia, in quanto facilitatore dell’aggressione russa.
In stretto coordinamento con i nostri partner e alleati dell’UE, abbiamo attuato sanzioni economiche e finanziarie senza precedenti, anche nei confronti della Bielorussia. Come già affermato, se l’assalto all’Ucraina continuerà, dovranno essere presi ulteriori provvedimenti. L’Italia rimarrà attiva nelle fasi di coordinazione per supportare i numerosi profughi che stanno fuggendo dall’Ucraina”.

C’era tanta attesa per l’intervento della Cina. Fino ad ora era sempre rimasta neutrale, appoggiando l’Ucraina pur senza mai condannare la Russia. Anche oggi, la linea è stata la stessa: “La priorità immediata è che tutte le parti interessate esercitino la necessaria moderazione, prevengano un ulteriore peggioramento della situazione, intensificando nel contempo gli sforzi diplomatici volti a una soluzione politica. La Cina accoglie con favore l’avvio di dialoghi e negoziati diretti tra Russia e Ucraina. L’Ucraina dovrebbe fungere da ponte di comunicazione tra l’Est e l’Ovest, invece che un avamposto per confronto tra potenze. Chiediamo sforzi per creare un’atmosfera favorevole ai negoziati diretti tra le parti interessate, perchè questo è il modo per risolvere la questione. Tutte le azioni intraprese dalle Nazioni Unite dovrebbero dare priorità alla pace, alla stabilità regionale e alla sicurezza universale. La Cina sostiene il continuo lavoro delle agenzie delle Nazioni Unite sugli aiuti umanitari in Ucraina. Riteniamo che la sicurezza della vita e della proprietà dei civili e dei loro bisogni umanitari debbano essere garantiti”.
Intanto, mentre all’Assemblea Generale continuano a succedersi gli ambasciatori, al Consiglio di Sicurezza si è tenuta una riunione fondamentale in preparazione del voto di una risoluzione umanitaria che riguarda la condizione della popolazione civile in Ucraina.
Tutti gli interventi qui: https://youtu.be/2yAn-2SKur8