Era la notte del 4 gennaio quando i Caschi Blu della missione UNIFIL in Libano sono stati attaccati nel Sud del Paese per la seconda volta in poche settimane. I convogli delle Nazioni Unite sono stati vandalizzati e gli oggetti contenuti al loro interno derubati. Gli aggressori sono ancora sconosciuti e per questo, l’Onu sta esortando le autorità libanesi a condurre un’indagine rapida e approfondita per assicurare i responsabili alla giustizia.
Kandice Ardiel, portavoce di UNIFIL, ha chiarito che contrariamente ad alcune disinformazione dei media, i peacekeeper del contingente ungherese non stavano scattando foto e nemmeno si trovavano su proprietà private. Ma stavano andando a incontrare i colleghi delle forze armate libanesi per le ordinarie operazioni di pattugliamento.
L’attacco costituisce una violazione del diritto sia libanese sia internazionale. Il dito è stato velatamente puntato contro il gruppo paramilitare sciita Hezbollah, che “manipolano gli abitanti della regione per realizzare i propri obiettivi”.
Dal Palazzo di Vetro, il portavoce del Segretario generale, Stéphane Dujarric, ha sottolineato ai giornalisti di New York che la negazione della libertà di movimento di UNIFIL e qualsiasi aggressione contro coloro che lavorano per garantire la pace è inaccettabile e viola l’Accordo sullo status delle forze tra le Nazioni Unite e il governo libanese.
La risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, adottata nel 2006, richiede che la missione abbia accesso completo e senza ostacoli in tutta la sua area di operazioni.
Poco prima di Natale, il 22 dicembre 2021, UNIFIL aveva denunciato un attacco contro le proprie truppe, condotto durante operazioni di pattugliamento del contingente finlandese nel villaggio di Chaqra. Il convoglio sarebbe stato attaccato da residenti locali, spingendo l’esercito libanese ad intervenire per proteggere i Caschi Blu. Non è chiaro il motivo dell’aggressione, ma alcuni media libanesi ritengono che i residenti si siano innervositi dopo aver visto diversi peacekeeper scattare foto in alcune aree.
Il mese scorso, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha condotto una visita ufficiale in Libano, dove ha affermato solidarietà alla popolazione. Il paese continua ad affrontare numerose sfide, tra cui sconvolgimenti politici, una crisi economica e finanziaria e gli effetti devastanti dell’esplosione dell’agosto 2020 al porto della capitale, Beirut.