L’ultimatum di Joe Biden “occorre una significativa de-escalation entro oggi…” non viene rispettato da Benjamin Netanyahu. Le artiglierie israeliane e l’aviazione hanno continuato a bombardare Gaza ininterrottamente mentre le milizie di Hamas hanno ridotto il lancio dei loro missili sulla popolazione israeliana, forse perché li hanno finiti. Ma il cessate il fuoco che gli americani pretendono sembra ancora lontano. Netanyahu ha convocato tutti gli ambasciatori a Tel Aviv per dire “l’operazione Guardiano delle Mura deve proseguire ancora… non stiamo col cronometro in mano sulla tregua…”.
C’è una certa tensione nelle ultime ore fra Israele e la Casa Bianca ma non è rottura.
Al Palazzo di Vetro dell’Onu, gli Stati Uniti per non compromettere l’azione di Netanyahu non hanno appoggiato una risoluzione per il cessate il fuoco immediato fra Israele e Hamas e questo fa guadagnare qualche ora se non addirittura un giorno o due al premier israeliano che intende continuare a demolire i tunnel di Hamas che nascondono i missili anche se nelle operazioni miliari sono già stati uccisi più di 230 palestinesi tra quali 63 bambini.
Israele cerca di eliminare i capi militari e politici di Hamas questa volta, distruggendo anche le case dei civili nelle quali potrebbero trovare rifugio.
Il più ricercato è il leader dell’ala militare di Hamas Mohammed Deif sfuggito già a diversi attentati anche nei mesi scorsi e considerato imprendibile, che sarebbe indicato come l’uomo con i più forti legami con Teheran e con gli hezbollah libanesi.
Le azioni dei bombardieri israeliani non appaiono più così chirurgiche, hanno fatto salire notevolmente la pressione della diplomazia internazionale di fronte all’enorme numero di vittime civili avvenute addirittura anche nei rifugi dai potentissimi ordigni.
Secondo i portavoce israeliani solo nella notte tra martedì e mercoledì sono stati distrutti più di 12 chilometri di tunnel sotterranei che a Gaza chiamano cinicamente “la metro” e i bersagli sarebbero stati più di 90.
Sale nelle ultime ore anche l’emergenza umanitaria e sanitaria. Gli sfollati sono oltre 56.000 e c’è gente che da giorni non ha cibo, né acqua né luce.
Netanyahu sa che il suo pugno duro con i palestinesi, anche se gli procura un incredibile vantaggio politico perché gli consente di gestire nuovamente la crisi e quindi può allontanare almeno temporaneamente spettro dei processi, non può durare all’infinito perché l’America di Biden anche se riconosce il pieno diritto di Israele all’autodifesa, non è quella di Trump e vuole una risposta anche al diritto dei palestinesi.