Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato venerdì 23 ottobre che il Sudan riconoscerà Israele, dopo che lunedì la sua amministrazione aveva dichiarato che avrebbe tolto il paese nordafricano dalla lista degli Stati Uniti sponsor del terrorismo.
Il Sudan è diventato il terzo grande paese a maggioranza musulmana a riconoscere Israele, dopo gli storici Accordi di Abramo tra Emirati Arabi Uniti e Bahrain con Israele. “Un futuro in cui arabi e israeliani, musulmani, ebrei e cristiani possano vivere insieme, pregare insieme e sognare insieme, fianco a fianco, in armonia, comunità e pace” si legge sul comunicato della Casa Bianca.
Trump ha dato la notizia durante una telefonata in vivavoce davanti ai giornalisti nello Studio Ovale, con i leader del Sudan, il primo ministro Abdalla Hamdok e il generale Abdel Fattah al Burhan, capo del Concilio militare, il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu: “Lo stato di Israele e la Repubblica del Sudan hanno deciso di fare la pace”.”Questo è uno dei grandi giorni nella storia del Sudan”.

La mossa di Trump di eliminare il Sudan dalla lista degli sponsor del terrorismo sarebbe arrivata non appena il Sudan avesse depositato i 335 milioni di dollari, promessi come risarcimento alle vittime degli attentati fatti da al-Qaeda alle ambasciate americane in Kenya e Tanzania nel 1998.
“OTTIME notizie! Il nuovo governo del Sudan, che sta facendo grandi progressi, ha accettato di pagare $ 335 MILIONI alle vittime e alle famiglie del terrorismo statunitense”, ha twittato lunedì Trump. “Una volta depositato, solleverò il Sudan dalla lista degli Stati sponsor del terrorismo. Finalmente, GIUSTIZIA per il popolo americano e GRANDE passo per il Sudan!”
L’eliminazione da questa lista aiuterà il Sudan a porre fine all’isolamento finanziario e a sostenere la sua transizione dalla dittatura alla democrazia. Il paese è uscito l’anno scorso dalla dittatura di Omar al Bashir e il governo è ancora sotto la tutela di un Consiglio di militari legati al vecchio regime.

Il primo ministro del Sudan, Abdalla Hamdok, ha detto che togliere il Sudan dalla lista del terrore eliminerebbe “l’eredità più pesante” del vecchio regime sudanese.
“È un nuovo mondo”, ha detto Netanyahu al telefono. “Stiamo collaborando con tutti. Costruire un futuro migliore per tutti noi”. La priorità di Netanyahu è quella di stringere legami con paesi precedentemente ostili in Africa e nel mondo arabo in assenza di progressi con i palestinesi durante i suoi oltre dieci anni in carica. Ma l’accordo mirerebbe anche a creare un asse contro l’Iran.
Venerdì pomeriggio, l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha parlato al telefono con il suo omonimo sudanese, l’ambasciatore Omer Mohamed Ahmed Siddig. Durante la conversazione, gli ambasciatori si sono congratulati tra loro per l’annuncio dello storico accordo di pace tra i paesi e nei prossimi giorni si incontreranno per discutere della cooperazione nei settori della tecnologia, dell’agricoltura, del commercio e del turismo.

L’ambasciatore israeliano Gilad Erdan ha affermato: “Un terzo accordo di pace in poco più di un mese, e con un paese che ha combattuto Israele e ha simboleggiato il rifiuto arabo di riconoscere la nostra esistenza, è un risultato straordinario che dimostra in modo definitivo che stiamo vivendo in un periodo storico che cambierà il Medio Oriente per sempre. Mi congratulo con il Primo Ministro Netanyahu e il Presidente Trump per questo incredibile risultato. Agirò immediatamente per tradurre questi accordi in cooperazione qui all’ONU. Mostrerò agli Stati membri dell’organizzazione che è meglio stare dalla parte di Israele, e non dalla parte che condanna la pace e agisce contro di noi”.
Per l’amministrazione di Trump l’avvio delle relazioni diplomatiche del Bahrein e Emirati Arabi Uniti con Israele è uno dei suoi maggiori successi in politica estera, e prima delle elezioni del 3 novembre il presidente vuole ottenere altri risultati in suo favore.
Preso atto dell’accordo, il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, spera che l’accordo favorisca la cooperazione, migliorerà le relazioni economiche e commerciali e creerà nuove opportunità per promuovere la pace e la prosperità economica nel più ampio Corno d’Africa e nelle regioni del Medio Oriente. Le Nazioni Unite rimangono, dunque, pienamente impegnate a sostenere gli sforzi della Repubblica del Sudan.