L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che i quattro membri di una famiglia proveniente da Wuhan, che hanno viaggiato negli Emirati Arabi Uniti, sono stati ospedalizzati dopo essere risultati positivi al test per il Coronavirus.
Fino ad ora, il virus si è diffuso in 15 paesi: nel caso gli Emirati Arabi Uniti rappresenterebbero le prime diffusioni della malattia nella regione del Golfo Persico.
Il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Ghebreyesus, ha confermato mercoledì che sono stati accertati 68 casi del coronavirus al di fuori della Cina. Nonostante questo rappresenti solamente l’un percento dei casi totali, la diffusione geografica è ampia, con pazienti diagnosticati in Nord Africa, Europa ed Australia, cosi come altri paesi nell’Asia del sudest.

Mercoledì, L’OMS ha annunciato che 1,239 casi confermati in Cina sono severi, e ci sono 132 morti fino ad ora collegati al virus. Ci sono 9,239 casi sospetti nel paese, rendendo la situazione ulteriormente più grave. La valutazione del rischio dell’OMS per la Cina è “molto elevata”, mentre la valutazione regionale e globale rimane “elevata”.
Martedì, alcuni importanti funzionari dell’ONU, tra i quali Ghebreyesus, hanno incontrato il presidente cinese Xi Jinping per condividere le informazioni sull’epidemia e ribadire l’impegno preso per mantenere il virus sotto controllo.
Le misure di contenimento a Wuhan miglioreranno, conferma l’OMS, e le misure per la sanità pubblica in altre città e regioni cinesi saranno rinforzate. Le autorità cinesi e l’OMS si sono impegnate a continuare a condividere i dati, e la Cina condividerà i materiali biologici con l’OMS, cercando di sviluppare vaccini e terapie effettive contro il nuovo virus.
Al suo ritorno dalla Cina, Ghebreyesus ha accolto con favore l’invito del paese all’OMS di riunire e guidare un gruppo internazionale di esperti per valutare l’epidemia di coronavirus e sostenere le loro controparti cinesi.
Il capo dell’OMS annuncia che l’agenzia del Comitato d’Emergenza si incontrerà, per la seconda volta, giovedì, per decidere se l’epidemia costituisca o meno un’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale (PHEIC).
Vari paesi nel mondo stanno effettuando rimpatri per i loro cittadini che sono presenti in Cina. Per esempio, la Francia sta cercando di evacuare 200 cittadini francesi da Wuhan. Germania, Spagna, Danimarca e Polonia sono altri paesi europei che stanno cercando di rimpatriare i loro cittadini, insieme a Canada, Australia, Regno Unito e Nuova Zelanda. Tuttavia, il virus si è reso trasmettibile in varie nazioni. Gli Stati Uniti hanno segnalato cinque casi di contagio, e più di cento persone sono state testate per il virus e sono sotto controllo costantemente. Per ora, in Italia ci sono due casi sospettati per coronavirus. Ci sono stati quattro casi sospetti del virus in Friuli-Venezia Giulia, ma tutti e quattro i casi sono considerati “negativi”. Allo stesso tempo, l’Italia sta cercando di mantenere tutte le strutture attive a preparate per combattere l’epidemia in caso di emergenza.
Gli aiuti mondiali da parte dell’UNICEF inizieranno con la spedizione di vestiti protettivi per gli operatori sanitari della Cina. Tra l’altro, l’UNICEF assisterà con mascherine ed altri capi protettivi che verranno spediti a Wuhan. L’UNICEF sta pianificando di continuare a mandare questi aiuti alla Cina, affinché l’epidemia possa rimanere ai livelli più bassi.