Nei precedenti giorni Papa Francesco ha attuato la riforma giuridica che toglierà il velo di omertà sotto cui la Chiesa nasconde i crimini commessi da parte del clero contro i bambini. Bergoglio ha ufficialmente abolito il segreto pontificio, il quale fino ad ora era finalizzato a non divulgare le istruttorie e le sentenze ecclesiastiche sui reati clericali di abusi sui minori, violenza sessuale, e pedopornografia.

La decisione di Bergoglio ha un duplice messaggio positivo. Da una parte, la Chiesa ha finalmente aderito al principio di pubblicità degli atti giudiziari, il quale era già stato condiviso dagli ordinamenti democratici. Dall’altra, Papa Francesco ha mandato un messaggio chiaro e che la comunità internazionale aspettava da anni. Infatti, l’abolizione del segreto pontificio è il primo passo verso la giustizia civile e la trasparenza dei crimini provenienti dalla Santa Sede. Per decenni il Vaticano ha “protetto” i suoi chierici, impedendo agli ordinamenti giudiziari civili di accedere alle denunce, ai processi e alle sentenze in merito ai delitti sopracitati. Con l’abolizione del segreto pontificio, Papa Francesco sembra inaugurare una nuova politica in Vaticano in cui la salvaguardia delle vittime è posta prima di quella dei criminali. Infatti, una delle conseguenze positive della decisione del Papa è che con l’abolizione del segreto pontificio coloro che segnalano l’abuso o che ne sono vittima non sono più costretti al vincolo di silenzio.

Le Nazioni Unite non sono rimaste indifferenti alla notizia, che è un chiaro segnale di apertura del Vaticano verso gli altri ordinamenti statali. La Rapporteur Speciale sulla vendita e lo sfruttamento sessuale dei bambini del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU ha rilasciato delle affermazioni importanti riguardo la decisione di Bergoglio. Maud de Boer-Buquicchio ha accolto l’abolizione del segreto pontificio, appuntando che questo è solo l’inizio per la Chiesa:
“Il Vaticano dovrebbe ora prendere tutte le misure necessarie per assicurare che la giustizia e i risarcimenti per le vittime in tutto il mondo siano garantiti attraverso: indagini rapide e approfondite che siano soggette al controllo pubblico, il perseguimento dei presunti colpevoli, l’applicazione dell’obbligo di denuncia per tutto il clero e il personale che sono a conoscenza di questi atti efferati. La Chiesa dovrebbe anche far rispettare le politiche di tolleranza zero per gli abusi sessuali sui bambini in tutte le istituzioni sotto la sua supervisione, facendo in modo che vengano immediatamente respinti coloro che sono stati dichiarati colpevoli di averli abusati”.
Fino ad oggi la Chiesa ha coperto sotto il segreto pontificio numerosi chierici colpevoli di abusi su minori. Questi crimini – ricorda la de Boer-Buquicchio – “erano stati completamente ignorati, negati o reimpostati come un peccato che poteva essere assolto se si fosse cercato il perdono”.

La Santa Sede è quindi ora ad un banco di prova: il Vaticano deve sostenere la sua presunta buona volontà nei confronti dei minori abusati con i fatti, provvedendo con risarcimenti, consulenze per i bambini e sostegno sociale. Maud de Boer-Buquicchio ha inoltre richiamato anche l’aiuto e la cooperazione dei governi, affinché si formi una catena di protezione e prevenzione degli abusi di qualsiasi genere sui minori.
“Dobbiamo ringraziare le vittime per il coraggio di esprimersi su questa questione devastante, ma l’onere di affrontare questo male non deve ricadere solo su di loro. Il mondo attende che gli Stati e la Chiesa facciano il loro dovere per porre fine a questo flagello. Le azioni devono seguire le parole”.