Una iniziativa targata ONU per garantire la sicurezza dei luoghi di preghiera e dei fedeli che li frequentano, tante volte target della follia omicida di estremisti o gruppi terroristici. Lo ha annunciato António Guterres, Segretario Generale ONU, a pochi giorni dall’inizio ufficiale della 74esima sessione dell’Assemblea Generale. L’iniziativa si chiamerà “United Nations Plan of Action to Safeguard Religious Sites”, e sarà una risposta, ha fatto notare il Segretario Generale, all’inquietante aumento di fenomeni come antisemitismo, odio contro i musulmani, attacchi contro i cristiani e altri gruppi religiosi. “Solo negli ultimi mesi, ebrei sono stati assassinati nelle sinagoghe, musulmani uccisi a colpi di arma da fuoco nelle moschee, cristiani uccisi durante la preghiera”, ha dichiarato Guterres. Che ha puntualizzato: “I siti religiosi devono essere luoghi di culto, non di guerra”.
“The Plan is mindful of the importance of a comprehensive approach to the safeguard of religious sites in which all relevant actors have a role to play” – #UNAOC High Representative @MiguelMoratinos at the launch of the UN Plan of Action to Safeguard Religious Sites pic.twitter.com/xZzbRKzoAK
— UNAOC (@UNAOC) 12 settembre 2019
Il Segretario Generale ha ricordato, parlando con i giornalisti, la sua visita all’Islamic Centre di New York appena dopo il massacro della moschea di Christchurch. In quella occasione, “ho lanciato un appello globale per riaffermare la sacralità di tutti i luoghi di culto e la sicurezza di tutti i fedeli”. Proprio a questo fine, Guterres ha chiesto all’Alto Rappresentante ONU dell'”Alliance of Civilizations”, Miguel Moratinos, di sviluppare un piano specifico, piano che – secondo il Segretario Generale – affonda le sue radici nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
“Permettetemi di sottolineare che gli edifici dedicati alla religione sono specificatamente protetti dalla legge umanitaria internazionale, e che attaccarli sarebbe un crimine di guerra”. L’iniziativa è concepita come complementare al piano d’azione sul linguaggio d’odio lanciato a giugno. “Quando le persone vengono attaccate per la loro religione o le loro credenze, perdiamo tutti. Quando figure politiche versano benzina sul fuoco, siamo tutti minacciati”, ha avvertito Guterres. Da qui, l’impegno a combattere “il linguaggio d’odio indirizzato non solo ai gruppi religiosi, ma anche ai migranti, alle minoranze e ai rifugiati; le dichiarazioni di suprematismo bianco; i rigurgiti dell’ideologia nazista; il veleno indirizzato a chiunque venga considerato ‘diverso'”.