Immigrazione, efficacia dell’azione dell’Assemblea Generale, poteri del Presidente, diritti umani, clima. E ancora, riforma del Consiglio di Sicurezza, ineguaglianza, difficoltà e sfide nel guidare il “Parlamento dell’Umanità”. La Presidente dell’Assemblea Generale uscente, María Fernanda Esponosa Garcés, ha radunato i giornalisti corrispondenti dalle Nazioni Unite per un press briefing di fine mandato, in cui ha sintetizzato i prossimi appuntamenti importanti e ha risposto alle domande poste dalla stampa. A tutte, meno che a una, tra quelle poste dalla Voce di New York, che chiedeva se la vedremo, tra qualche anno, candidata per diventare Segretario Generale.
Espinosa ha confessato di aver visto “quasi in lacrime” la fotografia che ritrae i corpi senza vita di Óscar Alberto Martínez Ramírez e di sua figlia di 23 mesi, Valeria, morti nel tentativo di attraversare la frontiera tra Messico e Stati Uniti, e ha sottolineato l’impegno di Messico e del Triangolo del Nord a fornire una risposta basata sulle indicazioni fornite del Global Compact sulle migrazioni. E quanto ai migranti separati alla frontiera dai loro genitori, Espinosa ha sottolineato che la questione non ha a che fare solo con le migrazioni, ma soprattutto con i diritti umani in generale.
Sulla riforma del Consiglio di Sicurezza, questione complicata e divisiva, la Presidente dell’Assemblea Generale ha espresso moderata soddisfazione per gli ultimi progressi fatti, e ha sottolineato che il suo compito è stato quello di offrire un “comune denominatore” e assicurarsi che il processo sia il più possibile inclusivo e trasparente. “Siamo stati in grado di ottimizzare il processo”, ha spiegato, dichiarando di aver lasciato “un ottimo materiale per il prossimo Presidente”.
Tra le maggiori sfide del suo mandato, Espinosa ha accennato alle difficoltà procedurali nel presiedere l’Assemblea, alla dovuta attenzione nel rispettare ruoli procedurali e volontà degli Stati Membri. Altra sfida, quella di dare nuova linfa al sistema multilaterale, che, in questo periodo, vive un deficit di fiducia. “Ho messo la mia energia nel tentare di riposizionare l’idea che il multilateralismo è insostituibile”. E per la Presidente del Parlamento dell’Umanità, “ogni sfida è un’opportunità. Dobbiamo far vedere chi siamo”. E ricoprendo quel ruolo, ha aggiunto, “si ha davvero il potere di migliorare il lavoro delle Nazioni Unite”. Rispondendo infine a una domanda della Voce, Espinosa, che oltre ad aver ricoperto importanti ruoli ministeriali in Ecuador è anche poetessa, ha assicurato che l’esperienza diplomatica che si sta concludendo le sarà d’ispirazione per i suoi prossimi testi poetici.