Il 24 Ottobre del 1945, all’alba di un lontanissimo dopoguerra, si firmava la prima copia della Carta delle Nazione Unite. Oggi, in una realtà globale molto distante da quella di allora, ma comunque ricca di conflitti internazionali, si celebra dunque il settantatreesimo compleanno del gigante buono delle operazioni di pace. Per cantarne le feste, come ogni anno dal 1948 a questa parte, anche nel 2018 in quel delle Nazioni Unite si festeggia lo UN Day.
Nonostante le Nazioni Unite non siano impervie alle critiche di testate giornalistiche e capi di stato, come quelle del nostro stesso Matteo Salvini, che ha promesso di “valutare un taglio fondi all’ONU”, il loro compleanno non è cosa da ignorare. Parte proprio da questo presupposto il discorso di Antonio Guterres, segretario-generale delle Nazioni Unite. “Non ci arrendiamo perché sappiamo che riducendo la disuguaglianza si stabiliscono speranza, opportunità e pace in tutto il pianeta”. Prende dunque questa giornata di compleanno per affermare la missione della propria organizzazione politica, celebrarne la complessità, e festeggiarne il progresso.
“Riconfermiamo la nostra missione. Per riparare le fiduce disfatte, per risanare il nostro pianeta, per non lasciare indietro nessuno, per rappresentare la dignità, per uno per tutti, come nazioni unite”, riafferma Guterres. La giornata, in effetti, sembra basarsi proprio su queste virtù. In suo onore, in fatti, i quartieri generali adibiscono, a cavallo tra il mese di Ottobre e quella di Novembre l’esibizione fotografica “People on the Move”, “Persone in Movimento” in italiano. La mostra cattura momenti specifici delle vite di persone che, negli ultimi 73 anni, sono state costrette a diventare persone in movimento, persone che scappano, racchiudendo dento di sé l’essenza della missione umanitaria dell’ONU.
Sembra voler sottolineare proprio questo aspetto anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che è intervenuto così a riguardo:
“La ricorrenza della 70a Giornata delle Nazioni Unite, consente di sottolineare l’inestimabile contributo dell’organizzazione a favore del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, della tutela dei diritti umani e della promozione della cooperazione fra gli stati. L’impegno profuso negli anni dall’ONU e dalle sue agenzie specializzate per raggiungere gli altissimi obiettivi fissati nella Carta, attraversando le difficili vicende che hanno accompagnato questi decenni, conferma la lungimiranza dei fondatori e la sua perdurante attualità. Il mondo globalizzato avverte più che mai la necessità di un foro planetario aperto, nel quale la voce di tutti gli Stati possa essere ascoltata in condizioni di eguale dignità. L’universalità dell’ONU è la chiave del suo successo, il segreto della sua vitalità. Senza il contributo delle Nazioni Unite, garanzia di un impegno davvero condiviso, la comunità internazionale non riuscirebbe ad affrontare le complesse sfide del nostro tempo, con conseguenze ancora più gravi su instabilità e conflitti. L’Italia, nell’assicurare il proprio storico sostegno all’azione onusiana, fermamente convinta dei benefici del multilateralismo, rinnova il suo impegno in prima linea nelle operazioni di mantenimento della pace, nella definizione di coerenti politiche di sviluppo per ridurre la povertà e la fame nel mondo, nell’attuazione di coraggiose iniziative di tutela e promozione dei diritti umani, per costruire, insieme al resto della comunità internazionale, un futuro ricco di opportunità per le giovani generazioni” (Roma/Aise).
Anche quest’anno, dunque, in un festeggiamento capitolato da un piccolo concerto capitolato da sarod virtuoso Ustad Amjad Ali Khan. L’artista Indiano, accompagnato dal Refugee Orchestra Project, chiuderà dunque la serata esaltando le “tradizioni di pace” delle Nazioni Unite a suon di canzone. Si tratta dunque, di un’occasione da tenere a mente, se non per altro per esaltare e ricordare le nobili basi etiche e concettuali sulle quali le Nazioni Unite hanno costruito settantatré anni di storia.