Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Onu
August 28, 2018
in
Onu
August 28, 2018
0

Myanmar, dopo il report sul “genocidio” l’ONU sarà davvero in grado di agire?

Il Consiglio di Sicurezza ha sottolineato la necessità di garantire giustizia e diritti ai Rohingya, ma sull'intervento dell'ICC non sembra unito

La Voce di New YorkbyLa Voce di New York
Time: 5 mins read

Lo ha detto Guterres: “Un anno è passato, questa crisi non può continuare per sempre”. Soprattutto ora che un esplosivo report ONU della Fact-Finding Mission on Myanmar, sulle circostanze che hanno portato all’esodo di più di 700mila Rohingya dalla Birmania, parla, senza giri di parole, di “pulizia etnica”. Il Segretario Generale, nel suo discorso ai membri del Consiglio di Sicurezza – riuniti per rimarcare il primo anniversario dallo scoppio della crisi – non ha mai pronunciato la parola “genocidio”, anche se gli investigatori nominati dalle Nazioni Unite hanno dichiarato apertamente che gli alti funzionari militari birmani dovranno essere indagati e processati per i “più gravi” crimini contro i civili secondo il diritto internazionale. Anche Lise Gregoire-van Haaren, vice rappresentante permanente dell’Olanda all’ONU, parlando ai giornalisti prima della riunione del Consiglio, ha prudentemente puntualizzato che l’uso del termine “genocidio” sarà eventualmente legittimato da una corte di giustizia competente. Ma non ha mancato di definire “scioccata” la reazione degli Stati membri alla lettura del report, che pure, ha detto, non è stata una sorpresa.

In effetti, gli eventi parlano da un anno a questa parte, e parla anche il video che quest’oggi ha pubblicato il New York Times, e che mostra immagini a dir poco raccapriccianti delle violenze subite dai Rohingya. Materiale, scrive peraltro il quotidiano, sufficiente a portare il caso al cospetto della Corte Penale Internazionale (ICC). Ma la questione è complessa. Guterres ha salutato con soddisfazione l’adozione unitaria, da parte del Consiglio, di un forte e deciso Presidential Statement sulla crisi, ma i membri potrebbero ancora manifestare opinioni diverse a proposito della possibilità di portare la questione sul tavolo della ICC.

Le ragioni sono diverse. Russia e Cina sono tradizionalmente più “comprensive” nei confronti del governo del Myanmar, al quale sono legate da cospicui interessi economici. Non è un caso che, nella riunione appena conclusa, entrambi i Paesi si siano concentrati, più che sui risvolti giudiziari del caso, sulla necessità di fornire assistenza umanitaria ad entrambi i Paesi – il Myanmar e il Bangladesh, che ospita più di 1 milione di Rohingya entro i suoi confini -, favorendone il dialogo. L’Olanda ha invece richiesto esplicitamente l’intervento della Corte Penale Internazionale, ma una alternativa a ciò potrebbe essere la creazione di un tribunale speciale ad hoc, come accaduto per il Rwanda e l’ex Jugoslavia.

Quanto agli Stati Uniti, l’ambasciatrice Nikki Haley ha condannato con fermezza le ripetute e sistematiche violenze a cui i Rohingya sono sottoposti per la propria appartenenza etnica e ha ricordato le sanzioni che gli Stati Uniti hanno di recente imposto unilateralmente al Myanmar. Tuttavia, Washington non è tra i membri della Corte Penale Internazionale, e il presidente Trump non è generalmente un ammiratore dei meccanismi giudiziari trasnazionali. Londra, invece, è un membro fondatore, ma, nelle scorse ore, sembrava voler evitare di spingere per l’intervento della Corte a causa della mancanza di consenso generale nel Consiglio, preferendo supportare, dunque, un’indagine interna. Durante la riunione, tuttavia, Lord Ahmad of Wimbledon, ministro per il Commonwealth e le Nazioni Unite, ha spiegato: “È essenziale che il governo birmano chiarisca in che modo la sua Commissione d’inchiesta sarà in grado di indagare su questi crimini con piena imparzialità, come collaborerà con l’ONU e come sarà collegata a un processo giudiziario per rendere perseguibili i responsabili e, per essere chiari, in particolare i militari”. E ha proseguito: “Non è affatto chiaro se qualsiasi meccanismo istituito dalle autorità birmane possa farlo, motivo per il quale il Regno Unito è per mantenere aperta l’opzione di fare giustizia attraverso meccanismi internazionali”.

Se dunque il riconoscimento della crisi è unanime nel Consiglio, i suoi membri sembrano ancora divisi sui suoi risvolti penali e giudiziari. Tutti, d’altra parte, paiono consapevoli che “much more needs to be done”, si debba fare molto di più. Lo ha affermato il Segretario Generale stesso, che pure ha ricordato le diverse iniziative portate avanti dallo scorso settembre ad oggi: dalle prime condanne, agli appelli al Consiglio di Sicurezza; dall’impegno a lavorare con le autorità locali alla nomina di Christine Schraner Burgener come Inviata Speciale in Myanmar, fino al Memorandum firmato a giugno da UNHCR e UNDP, finalizzato a creare le condizioni per un sostenibile processo di rimpatrio dei rifugiati dal Bangladesh. Un processo che necessita di un massiccio investimento di risorse “non solo nella ricostruzione e nello sviluppo delle comunità che vivono nell’area più povera del Myanmar, ma soprattutto nella riconciliazione e nel rispetto dei diritti umani”. Eppure, ha tuonato Guterres, “non vedo ancora il necessario impegno per questo tipo di investimento”. Perché, ha ricordato poi – seguito a ruota da vari membri del Consiglio -, l’intervento umanitario internazionale nella crisi dei Rohingya resta sottofinanziato al 33%.

Cate Blanchett durante il suo briefing al Consiglio di Sicurezza in qualità di ambasciatrice UNHCR (UN Photo/Manuel Elias).

Del resto, già nel settembre 2017, c’era chi faceva notare che “il genocidio dei Rohingya non è iniziato il 25 agosto del 2017, o nel settembre del 2016, e nemmeno nel giugno del 2012. È andato avanti incessantemente, mentre il mondo girava, per svariati decenni”. A scrivere, Amal de Chickera, co-director dell’Institute on Statelessness and Inclusion e attivista dei diritti umani impegnato, per 10 anni, sulla questione dei Rohingya. Un concetto sottolineato, nel suo intervento, anche da Cate Blanchett, ambasciatrice dell’UNHCR che ha partecipato alla riunione del Consiglio di Sicurezza. “Ci sono più Rohingya che vivono fuori dal loro Paese di quelli che vivono in Myanmar”, ha ricordato, definendo “piuttosto imbarazzante” lo scarso impegno finanziario stanziato dalla comunità internazionale per i rifugiati di questa crisi. Blanchett ha ricordato con particolare commozione il suo recente viaggio in Myanmar: “Come voi ho ascoltato racconti atroci, storie di gravi torture, di donne violentate brutalmente, di persone che hanno perso i propri cari, alcuni li hanno visti uccidere davanti ai loro occhi. Bambini che hanno visto richiudere i nonni in case a cui è stato dato fuoco. Io sono una madre e ho visto gli occhi dei miei figli in quelli di ogni singolo bambino rifugiato che ho incontrato. Ho rivisto me stessa in ogni genitore. Come può resistere una madre vedendo il figlio gettato nel fuoco? Non dimenticherò mai le loro esperienze”. Quindi, ha lanciato un accorato appello: “Abbiamo già fallito in passato. Per favore, non falliamo di nuovo”. Un appello di cui la comunità internazionale si deve fare carico urgentemente, prima che trascorra un altro anno di stragi e violenze.

Share on FacebookShare on Twitter
La Voce di New York

La Voce di New York

DELLO STESSO AUTORE

Washington DC, Italian-American Excellence Honored by the Sons of Italy

Washington DC, Italian-American Excellence Honored by the Sons of Italy

byLa Voce di New York
Washington DC, Italian-American Excellence Honored by the Sons of Italy

A Washington, premiate le eccellenze italo-americane al gala della SIF

byLa Voce di New York

A PROPOSITO DI...

Tags: Cate BlanchettConsiglio di SicurezzaCorte Penale InternazionaleICCmigrazioniMyanmarOnurifugiatiRohingyaUNDPUNHCR
Previous Post

Viva Facebook, ma come utilizzarlo al meglio?

Next Post

Cara New York, sei la magia e la Libertà che cerco da sempre

DELLO STESSO AUTORE

UN SDG 16: All’ONU la Conferenza su Pace, Giustizia e Istituzioni Forti

UN SDG 16: All’ONU la Conferenza su Pace, Giustizia e Istituzioni Forti

byLa Voce di New York
“Avrai sempre la mia voce”: Linda De Luca presenta il suo nuovo libro

“Avrai sempre la mia voce”: Linda De Luca presenta il suo nuovo libro

byLa Voce di New York

Latest News

Sinner stellare al Roland Garros: travolge anche Lehecka e fa sognare l’Italia

Sinner stellare al Roland Garros: travolge anche Lehecka e fa sognare l’Italia

byMassimo Cutò
World Boxing Imposes Mandatory Genetic Testing on Olympic Champion Imane Khelif

World Boxing Imposes Mandatory Genetic Testing on Olympic Champion Imane Khelif

byDania Ceragioli

New York

Ritorna il Covid? La curva sale: serve un ultimo sforzo per uscire dal tunnel

New COVID Variant Detected in NYC Amid Concerns Over Vaccine Access

byAmelia Tricante
Travolti nel sonno da un camion dei rifiuti: un morto e un ferito a Long Island

Travolti nel sonno da un camion dei rifiuti: un morto e un ferito a Long Island

byCristiano Palladino

Italiany

Italy on Madison, la facciata della sede dell’Italian Trade Agency trasformata per tre giorni in una casa italiana.

Erica Di Giovancarlo (ITA): “Italian lifestyle è un modo di vivere”

byMonica Straniero
Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Next Post
Cara New York, sei la magia e la Libertà che cerco da sempre

Cara New York, sei la magia e la Libertà che cerco da sempre

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?