Alle Nazioni Unite si torna a parlare del virus Ebola. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha convocato un incontro di emergenza per “prendere in considerazione i rischi internazionali” legati a quello che dovrebbe essere l’ultimo focolaio del virus in un’area urbana della Repubblica Democratica del Congo (RDC).
Dopo i casi di contagio e le migliaia di morti di qualche anno fa (tra il 2013 3 il 2016 scoppiò un’epidemia che uccise oltre undicimila persone tra Sierra Leone, Liberia, Guinea, Nigeria e divenne anche un evento mediatico senza precedenti), si decise di cambiare le procedure per l’omologazione di nuovi medicinali. Dopo ciò, il rischio di diffusione del virus Ebola era stato classificato basso. Nelle scorse settimane il riaccendersi di un focolaio dell’epidemia nella Repubblica Democratica del Congo ha costretto l’OMS a passare da un livello di pericolo “alto” a “molto alto”.
Il cambiamento di status è contenuto nell’ultimo rapporto dell’Oms, secondo cui c’è anche un rischio “alto” che si diffonda nella regione (prima era “moderato”). “I casi confermati a Mbandaka – scrivono gli esperti dell’Oms -, un grande centro urbano all’incrocio di grandi vie di comunicazione, dal fiume all’aeroporto, aumenta il rischio di diffusione in RDC e nei paesi vicini”. Ad oggi i casi registrati sono 45 (tra sospetti e confermati) e 25 i morti.
Numeri che dovrebbero far sorridere specie se confrontati con i morti causati da altre epidemie come il colera o la malaria. Ma che invece vengono ritenuto pericolosi per la rapidità con cui si diffonde il virus. Specie dopo che (è questo quello che preoccupa di più gli operatori sanitari) la malattia ha raggiunto l’area urbana. Mbandaka è una città di oltre un milione di abitanti situata a 130 chilometri dall’epicentro della diffusione. La rapidità con cui il virus ha raggiunto il centro urbano, spiega Peter Salama, inviato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, fa temere un “aumento esplosivo” dei casi. “Questo è uno sviluppo importante. Ora abbiamo un Ebola urbano, che è molto diverso da quello rurale. Ora c’è il potenziale per un aumento esplosivo dei casi”. Lo scorso anno era scoppiata un’epidemia a Likati, ma dato che si trattava di un territorio isolato non era stato difficile controllare il contagio e la diffusione.
L’8 maggio il governo della RDC ha annunciato il ritorno di Ebola, ma il rischio della diffusione non ha scatenato il panico delle autorità fino a quando non raggiunto la città: il virus Ebola si propaga molto rapidamente e il tasso di mortalità è molto elevato (muore una persona su due). A questo si aggiunge che il periodo di incubazione è molto breve (da 2 a 21 giorni). A peggiorare ulteriormente le cose il fatto che i primi sintomi spesso vengono confusi con quelli analoghi di altre malattie (febbre, affaticamento, mal di testa, mal di gola sono sintomi comuni anche a malaria, febbre tifoide o meningite). “L’arrivo di Ebola in un’area urbana è molto preoccupante e l’ Oms ei suoi partner stanno collaborando per far crescere rapidamente la ricerca di tutti i contatti del caso confermato nell’area di Mbandaka”, ha dichiarato il direttore regionale dell’OMS per l’Africa, Matshidiso Moeti. “Questo è uno sviluppo preoccupante , ma ora abbiamo strumenti migliori che mai per combattere l’ebola”, ha detto Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS.
“L’epidemia di Ebola ora sta colpendo tre zone sanitarie, inclusa una urbana” ha detto il ministro della Salute congolese, Oly Ilunga che si è dichiarato preoccupato dato il numero elevato di abitanti a rischio contagio. Mbandaka è crocevia della “Provincia dell’Equatore”, una delle 26 in cui é suddiviso l’enorme paese africano. Ilunga ha rassicurato la popolazione dicendo che, per la prima volta nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), a chi é stato esposto a sospetti casi di Ebola sarà somministrato un vaccino. Quello che il ministro non ha detto è che l’Organizzazione mondiale della Sanità ha inviato 5.400 dosi un vaccino sperimentale anti-Ebola. Circa 1.500 dosi più di quanto annunciato in un primo tempo, ma poche, troppo poche per una città che conta quasi 350mila abitanti, 78 milioni in tutta la Repubblica Democratica del Congo…