Dopo l’ultimo esperimento nucleare del regime nord coreano che fa pensare che Kim Yong Un abbia raggiunto addirittura la bomba termonucleare, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto una riunione d’emergenza nel giorno che le Nazioni Unite avevano previsto la chiusura per la festività USA del Labour day.
Dalle dieci di mattina tutti i quindici ambasciatori più quello della Sud Corea erano attorno al tavolo per ribadire la condanna al regime nord coreano, che continua a non rispettare nessuna delle risoluzioni già passate dal Consiglio di Sicurezza. L’intervento più atteso, quello dell’ambasciatrice USA Nikki Haley, ha avuto il suo momento quando la rappresentante americana ha detto che è evidente che il dittatore nordcoreano stia ormai “implorando la guerra!” Ma poi anche lei ha smussato i toni quando ha aggiunto che si dovranno terminare tutte le soluzioni diplomatiche a disposizione prima che sia troppo tardi, quindi ci vorrà un altra risoluzione dell Consiglio, questa volta ancora più forte. Come del resto hanno ribadito tutti gli altri ambasciatori dopo aver detto le loro frasi di condanna. Haley però, con tono di nuovo minaccioso, ha aggiunto che gli USA hanno ormai perso la pazienza e si preparano al peggio: “L’idea che qualcuno suggerisce sul “freeze-for-freeze” (di “congelare” entrambi qualunque esercitazione militare, ndr) ci insulta. Quando un pericoloso regime ha un’arma nucleare e un missile ICBM puntato su di te, tu non prendi misure per abbassare la guardia. Nessuno lo farebbe. Certamente non lo faremo noi”, ha concluso Haley.
L’ambasciatore cinese Liu Jiey ha ribadito che la Cina “non permetterà mai il caos e la guerra nella penisola coreana”. Mentre il nuovo ambasciatore della Russia, Vasily Nebenzia, pur avvertendo nel suo discorso che negli ultimi tempi mai la pace era stata messa cosi in pericolo nella penisola coreana, ha poi specificato, anche parlando fuori con i giornalisti, che la Russia e tutti i paesi del Consiglio sanno bene che la soluzione non potrà mai essere militare. L’ambasciatore russo, unico dei grandi a parlare fuori dal CdS con i giornalisti (vedi video sotto), ha detto che la Russia aspetta di leggere la nuova risoluzione che gli Stati Uniti stanno preparando e che, come ha detto l’ambasciatrice Haley durante la riunione, sarà pronta per il voto in una riunione fissata per lunedì prossimo del Consiglio di Sicurezza. Sempre durante le sue risposte ai giornalisti, l’inviato di Mosca ha anche aggiunto che il regime di sanzioni, anche se sarebbe di più rafforzato, ha ormai dimostrato che non potrà portare ad una soluzione, praticamente facendo capire che si devono migliorare le negoziazioni col regime di Pyongyang. Questo del miglioramento delle proposte di negoziazione, è un atteggiamento che al momento irrita l’amministrazione Trump, che ormai chiama ogni tentativo di portare al tavolo del negoziato Kim con nuove proposte, “appeasement”.
Come ha ribadito l’ambasciatrice Nikki Haley durante il suo discorso, il Consiglio di Sicurezza ha dimostrato di rimanere unito nel confrontarsi col regime nord coreano sul pericolo della sua minaccia nucleare, però è evidente che ci sono differenze su come procedere oltre la minaccia di nuove sanzioni. L’ambasciatore italiano Sebastiano Cardi, nel suo discorso ha ribadito che l’Italia nel cercare nuove sanzioni continuerà a voler tener conto che queste non peggiorino le condizioni del popolo coreano che sta soffrendo per la politica di corsa la nucleare del suo regime. Ricordiamo che l’Italia presiede la commissione dell’ONU che deve monitorare come le sanzioni contro la Corea del Nord vengano attuate e rispettate da tutti.
Se fino a ieri il presidente Trump non escludeva l’intervento militare contro la Nord Corea come risposta alle sue minacce, oggi al Consiglio di Sicurezza dell’ONU i quindici hanno ribadito che la soluzione della guerra resta (almeno oggi) inattuabile. Vedremo quindi lunedì prossimo che nuovo regime di sanzioni sapranno i quindici approvare per cercare di convincere il regime coreano a desistere dalle sue pericolosissime provocazioni. Dal discorso di Nikki Haley, questo dovrebbe essere l’ultimo tentativo in cui viene data voce alla diplomazia.