L’Inviato Speciale Staffan De Mistura è stato chiaro: è ora di avviare il processo tecnico di consultazione fra il governo siriano da una parte e l’opposizione dall’altra, per accelerare formali colloqui diplomatici a Ginevra. Giovedì 27 giugno, l’intervento dell’inviato speciale del Segretario Generale ONU Antonio Guterres, De Mistura, ha fatto luce sulla difficile situazione in Siria. Una regione del mondo sfinita da un conflitto interno che sembra essere senza fine.
Il controllo del territorio siriano infatti è cambiato molte volte dall’inizio della guerra civile nel Paese, iniziata ormai più di quattro anni fa, con lunghi periodi di attrito che caratterizzano tutt’oggi il conflitto. I recenti segnali di trasformazione del campo di battaglia sono coincisi con il rafforzamento di gruppi islamici che pongono le forze del presidente siriano Bashar al-Assad sotto una crescente pressione, su più fronti. Tuttavia, i negoziati condotti lo scorso febbraio ad Astana, capitale del Kazakistan, rappresentano un debole segnale di progresso nella direzione della risoluzione pacifica del conflitto.
L’inviato speciale per la Siria De Mistura ha osservato che oggi “viviamo tempi difficili”. Ma ha anche sottolineato che dal comitato delle opposizioni, coinvolto nelle trattative di pace, siano stati riportati progressi significativi, dopo gli incontri svolti dall’ONU in passato nella regione.
Il governo della Siria ha dimostrato di volersi impegnare sul nuovo approccio diplomatico proposto dall’inviato speciale dell’ONU, un approccio che per De Mistura permetterà la partecipazione delle parti, a incontri consultivi congiunti. De Mistura ha incoraggiato le parti coinvolte ai colloqui siriani a prepararsi attivamente su questioni-chiave come la modifica della Costituzione, il tema dell’antiterrorismo e la sicurezza. De Mistura stesso ha detto poi di voler “accelerare i colloqui di pace” e di “condividere alcune delle idee” proposte dal governo siriano. Inoltre vorrebbe impegnare la propria missione diplomatica in un maggior coinvolgimento delle donne in Siria, con l’obiettivo di “ascoltare i loro stessi suggerimenti”.
Nonostante gli sforzi condotti dall’UNHAS , sul fronte delle persone disperse e sequestrate c’e però ancora oggi una carenza di impegno umanitario in numerose aree della Siria. Stephen O’Brian, Under-Secretary General for Humanitarian Affairs all’ONU, ha infatti lanciato l’allarme: “Le parti in conflitto non hanno rispetto per i principi fondamentali della legge internazionale umanitaria, e la brutalità e l’imprevedibilità dei conflitti armati odierni rendono estremamente difficile e pericoloso, per questi coraggiosi funzionari UNHAS, il compito di fornire assistenza umanitaria e protezione in emergenze complicate”. Ma ancora oggi nulla è stato fatto in termini concreti per finanziare le attività volte “a fronteggiare la carenza di impegno umanitario” evidenziata a più riprese.
Altro tema caldo nel dibattito all’ONU è stato il recente rapporto relativo all’operazione a Raqqa, dove più di 500 civili sono stati uccisi dai bombardamenti di una coalizione anti-ISIS. L’Ambasciatore di Francia alle Nazioni Unite Francois Delattre ha commentato il report, dicendo: “La coalizione sta facendo il più possibile per evitare vittime civili: questa è una massima priorità per i membri della coalizione, nella nostra lotta comune contro il terrorismo. Quanto successo a Raqqa è una priorità di sicurezza nazionale anche per la Francia”. Per Delattre, poi, “le nuove fasi di negoziazione in Siria sono una priorità fondamentale mentre cerchiamo una transizione democratica in questo paese”.
Altro argomento caldo affrontato è stato quello dell’ipotesi di attacchi con armi chimiche, paventati più volte nel corso del conflitto siriano, negli ultimi anni. A riguardo l’ambasciatore britannico Peter Wilson, rappresentante permanente presso le Nazioni Unite, ha risposto: “La nostra posizione contro le armi chimiche è sempre stata molto chiara ed è per questo che abbiamo approvato i recenti raid degli Stati Uniti. Qualora ci fosse evidenza dell’ulteriore utilizzo di armi chimiche, la nostra risposta sarebbe immediata nel preciso istante in cui venissimo in possesso di tali informazioni”.
E mentre si temono ancora oggi attacchi chimici anche in Europa, da parte del terrorismo islamico, sul fronte siriano si prova comunque a guardare al futuro con un minimo di speranza. Il 4 e 5 luglio si riapriranno infatti i tavoli diplomatici ad Astana in Kazakistan, guidati dalla Russia, mentre di Siria si parlerà anche ad Amburgo nel corso del G20, in programma il 7 e l’8 luglio. Un duplice appuntamento che, secondo l’Inviato De Mistura, potrebbe portare a dei frutti: “Spero che la combinazione di questi elementi possa aiutare a gettare le basi per i futuri incontri a Ginevra dei prossimi mesi”.