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November 13, 2015
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Filippo Grandi all’UNHCR: l’uomo giusto, al posto giusto, al momento giusto!

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 4 mins read

L'agenzia dell'ONU con la più alta responsabilità per i rifugiati (e quindi anche dei profughi e migranti in fuga) avrà alla sua guida un italiano. Il segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon ha comunicato all'Assemblea Generale di aver nominato Filippo Grandi come candidato alla UNHCR per prendere il posto del portoghese Antonio Guterres che aveva il mandato ormai in scadenza. Il passaggio del voto di ratifica dell'Assemblea Generale a questo punto è solo una formalità. Filippo Grandi è infatti, e non ci sono dubbi all'interno del Palazzo di Vetro, il candidato giusto, al posto giusto al momento giusto per ricoprire il ruolo di maggiore responsabilità per l'ONU sulla crisi dei profughi che ha raggiunto livelli record nel mondo.

Filippo Grandi non è forse un nome che in Italia si riconosce subito, come invece quello di un altro italiano importante all'ONU, Staffan De Mistura, che prima di essere nominato come inviato speciale per la Siria era stato vice ministro degli Esteri. Ma tra gli addetti ai lavori delle Nazioni Unite la carriera di Grandi è ben nota e apprezzata: una carriera sul campo, ad alti livelli di dirigenza e con un focus proprio su rifugiati e profughi. Chi scrive ha avuto modo di conoscere da vicino Grandi intervistandolo poco dopo che fu nominato a capo dell'URNWA, la più' vecchia delle agenzie dell'ONU, quella che dal 1948 si occupa anche di gestire i campi profughi palestinesi. 

La nomina di Grandi è un importantissimo riconoscimento per un funzionario esperto, che ha fatto tutta la carriera dentro al Palazzo di Vetro (come avvenne per il leggendario Giandomenico Picco) e che ha dimostrato non solo di possedere notevoli doti organizzative ma anche carisma, dote indispensabile per certi incarichi ma spesso mancante a chi a volte riceve una nomina ONU per ragioni ben diverse dai propri meriti. Questa nomina è anche ulteriore dimostrazione del peso diplomatico dell'Italia alle Nazioni Unite. In patria forse risulta poco, ma all'ONU l'Italia sa farsi rispettare, per come porta avanti certe sue posizioni politiche —  per esempio nell'ambito della riforma sul Consiglio di Sicurezza, o per la moratoria sulla pena di morte — ma anche e soprattuto per i suoi notevoli contributi finanziari, logistici e soprattutto umani all'organizzazione internazionale (ricordiamo che l'Italia è il maggiore paese occidentale in contributi dei caschi blu, i cosiddetti peacekeeper). 

Quindi la nomina di Grandi — che non proviene da incarichi governativi nazionali, come invece spesso accade, ma comunque rientra nel conteggio delle "nomine" che i maggiori paesi dell'ONU si contengono — è la dimostrazione della generale considerazione e rispetto che l'Italia e la sua diplomazia ricevono al Palazzo di Vetro. Grandi entrerà in carica dal primo gennaio 2016. 

La nomina di Grandi "è il riconoscimento, dopo tanto tempo, di una posizione di primario livello dell'Italia dentro la grande famiglia dell'ONU", ha detto il premier Matteo Renzi, parlando a Malta proprio durante il summit sull'immigrazione. "Avere un crescente ruolo in queste partite porta a più responsabilità. L'ho sentito ieri e gli ho detto: 'in bocca al lupo!'" ha continuato un orgoglioso Renzi, che forse  esagera con quel 'dopo tanto tempo'… Ricordiamo che la nomina di Staffan De Mistura come inviato speciale del segretario generale dell'ONU per risolvere la crisi della Siria, risale a soltanto un anno fa.

Grandi, nato a Milano 58 anni fa,  laureato in filosofia alla Statale, nel 1984 si "arruolò" volontario alla causa della ONG Amnesty International per poi iavorare in Thailandia con la Catholic Relief Service in soccorso dei profughi cambogiani. Nel 1988  Grandi arriva alla UNHCR, al quartier generale di Ginevra,  lavorando anche sul campo, in Sudan, Iraq (alla fine della prima guerra del Golfo), Afghanistan e nella regione dei Grandi Laghi in Africa Centrale. In Afghanistan comincia a dimostrare le sue doti di leadership: capo missione dell'UNCHR per quattro anni, rappresentante speciale del segretario generale per la supervisione delle presidenziali del 2004 e il voto parlamentare l’anno successivo. Alla fine del 2005 Grandi diventa vice Commissario generale dell’UNRWA, e ne diventa il Commissario nel 2010. 

Grandi prenderà ora le redini dell'UNHCR, che è presente in 123 paesi,  propri quando la crisi dei rifugiati ha raggiunto quest'anno la cifra record di d 60 milioni — basta pensare che alla fine della Seconda Guerra mondiale i profughi di cui l'agenzia ONU dovette occuparsi  furono circa 50 milioni. 

Laura Boldrini, presidente della Camera e che conosce bene Grandi per  aver anche lei svolto il ruolo di portavoce  dell'UNHCR in Italia, ha detto che Grandi rappresenta  "l'autorità massima nell'ambito dei rifugiati". "E' la prima volta che l'Italia riveste questo alto ruolo in un momento in cui le migrazioni sono cruciali per il nostro futuro europeo e per la stabilità globale", ha continuato la presidente della Camera. 

Dal gennaio 2016, Grandi dovrà affrontare per l'ONU la più grande crisi di profughi dalla Seconda Guerra mondiale. Se le grandi potenze e l'Europa lo metteranno nelle condizioni migliori per poter lavorare, grazie all'esperienza e qualità della sua leadership, milioni di vite, non solo nel Mediterraneo, avranno più chance di essere salvate.   

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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