Tra i corrispondenti della stampa estera alle Nazioni Unite c'è un sostanziale consenso sugli argomenti che Papa Francesco porterà davanti ai rappresentanti della diplomazia americana e internazionale nel corso delle sue visite a Washington e New York.
Cambiamenti climatici, diseguaglianza sociale e immigrazione sono i tre temi che saranno al centro dei discorsi del Pontefice secondo la maggior parte dei giornalisti dell'ONU, molti dei quali si sono espressi in termini molto positivi nei confronti di questo papa riconoscendogli il merito di aver impresso una direzione meno rigida e intransigente alla chiesa cattolica nei confronti dei maggiori fermenti politici e sociali del momento.
Maggiore scetticismo invece, è emerso sulle probabilità che il messaggio papale venga recepito e messo in pratica in maniera effettiva dai capi di governo a dispetto dell'autorità morale che Francesco sembra essersi guadagnato nei due anni del suo pontificato.

Maurizio Guerrero
Per Maurizio Guerrero, corrispondente dell'agenzia di stampa messicana Notimex, "Bergoglio è un papa più credibile e carismatico" rispetto ai suoi predecessori e i suoi obiettivi "sembrano essere quasi perfettamente in linea con quelli delle Nazioni Unite". La vastissima e cattolicissima comunità messicana che vive negli Stati Uniti inoltre "seguirà con grande interesse gli spostamenti e i discorsi del Pontefice, soprattutto per quanto riguarda il tema dell'immigrazione".

Kristoffer Ronneberg
Secondo Kristoffer Ronneberg, inviato del quotidiano norvegese Aftenposten, questo papa si è ormai affermato a livello globale come "la personalità religiosa più influente assieme al Dalai Lama". Anche per Ronneberg tuttavia, che proviene da un paese estremamente laico, "le sue raccomandazioni avranno un'efficacia parziale sul processo decisionale politico a dispetto della sua innegabile autorità morale".

Ali Barada
La popolarità del papa tra i rappresentanti della stampa si estende anche al di fuori dei confini tradizionali del cristianesimo. Per Ali Barada, corrispondente del giornale libanese An-Nahar "il consenso che circonda Bergoglio ha a che fare con la sua abilità di parlare non solo a nome dei cattolici e neanche solo dei cristiani. Il suo impegno nel combattere problemi come la povertà o il degrado ambientale ha una risonanza globale e per questo motivo questo papa è riuscito a farsi notare anche in Medio Oriente".

Samar Nader
La prima nota stonata in questo sondaggio di popolarità del papa tuttavia arriva proprio da una connazionale di Barada: Samar Nader della rete televisiva libanese NTV- Aljadeed tv e corrispondente del giornale Elnashra. Pur esprimendo un parere positivo sulla personalità di Bergoglio, Nader sostiene che il messaggio di pace e misericordia che i papi continuano a ripetere "non è sempre sufficiente, soprattutto in un contesto come quello mediorientale in cui ci sono i buoni e cattivi e questi ultimi devono essere chiamati con il loro nome". Nader è scettica riguardo al messaggio cristiano-cattolico di porgere l'altra guancia in Medio Oriente e teme che "i suoi appelli all'armonia alla fine non verranno recepiti" in un mondo come quello della diplomazia e della politica internazionale dove "il potere è nelle mani dei lupi". "In Iraq c'erano tre milioni di cristiani. Oggi quanti ne rimangono? E cosa ha fatto il papa?" ha concluso Nader.

Joe Lauria
Una nota di scetticismo emerge anche dai commenti di Joe Lauria, che dal Palazzo di Vetro scrive per la testata sudafricana Johannesburg Star e il London Sunday Times. Secondo Lauria, l'impegno di questo papa in materia di giustizia sociale potrebbe rappresentare un tentativo di compensare la passività di molta parte della Chiesa argentina durante gli anni bui della dittatura. Per Lauria il messaggio contro le diseguaglianze sarà forte, ma non vede come la comunità internazionale si faccia effettivamente influenzare da Francesco. Lauria nutre dei dubbi sostenendo che "in molti verranno per sentire quello cha ha da dire ma in pochi lo ascolteranno".

Salima Yacouby Soussane
Che la figura di Bergoglio rappresenti un momento di profondo cambiamento all'interno della Chiesa cattolica resta un dato di fatto. Per Salima Yacoubi Soussane, corrispondente marocchina di H24info.com, "Papa Francesco è l'Obama dei papi" e, per questo motivo, "il suo messaggio sullo sviluppo e sull'emergenza ambientale verrà preso seriamente dalla comunità internazionale".

Kristen Saloomey
Per Kristen Saloomey, della rete televisiva Al Jazeera, la forza del papa "consiste nel suo esempio personale" riferendosi all'umiltà che sembra caratterizzare lo stile di vita che questo papa ha adottato per se stesso. Anche per Saloomey "quello delle diseguaglianze sociali e del divario tra il mondo ricco e quello in via di sviluppo" saranno i problemi che Bergoglio porterà di fronte alle Nazioni Unite.

Masood Haider
Masood Haider, del giornale pakistano Dawn, pensa che Francesco sia un papa diverso: "Si vede l'impatto che sta avendo nella gente, e non solo tra i cristiani. Quando parla c'è una attenzione straordinaria e così sarà anche quando parlerà all'Assembea Generale. Il suo discorso sappiamo già che verterà sullo sviluppo sostenibile e il cambiamento climatico, la crisi migratoria, le diseguaglianze sociali. Sono certo che innesterà qualche altro tema a sorpresa. Lo ascolteranno? Lo spero, ma sicuramente il suo messaggio darà anche fastidio a qualche potente…"

Matthew Lee
Per Matthew Lee, blogger su InnerCityPress.com e personaggio imprescindibile tra i "guardiani" dell'ONU, il papa ha compiuto un coraggioso e necessario mea culpa nel riconoscere la gravità dello scandalo delle molestie sessuali compiute dai preti pedofili e del "cover up" del clero, secondo il giornalista, "sarebbe ora che anche Ban Ki-moon e le Nazioni Unite riconoscano gli abusi che molti dei loro caschi blu perpetrano sulle popolazioni che sono chiamati a proteggere". "Papa Francesco – ha continuato Lee – è emerso all'improvviso sulla scena politica mondiale come un personaggio dotato di una vasta autorità morale. Un passaggio che, malgrado le attese, per il Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon, non si è verificato".

Oleg Zelenin

Mustafa Keles
Per Mustafa Keles dell'agenzia di stampa turca Anadolu e Oleg Zelenin dell'agenzia russa Itar-Tass di Mosca, il papa parlerà per lo più di povertà, ineguaglianza e che lo sviluppo sostenibile nel mondo si potrà raggiungere solo attraverso la pace. Lo ascolteranno? "Si spera…"

Joseph Klein
Mentre secondo Joseph Klein, corrispondente del quotidiano Canada Free Press, gli argomenti di punta del Pontefice saranno l'immigrazione e l'ambiente. "E' un personaggio positivo che mi piace molto – ha detto senza mezzi termini Klein – e credo che abbia la statura morale necessaria per farsi ascoltare".

Seana Kathleen Magee
Seana Kathleen Magee dell'agenzia Kyodo News, ha notato il contrasto tra l'atteggiamento di questo papa e quello del suo predecessore. "Ho avuto modo di vedere Benedetto XVI durante la sua visita alle Nazioni Unite di qualche anno fa e il suo modo di comunicare con il pubblico era molto freddo e distante. Nulla a che vedere con il calore e la simpatia che questo papa trasmette".

Raghida Dergham
Anche Raghida Dergham, corrispondente del giornale arabo Al Hayat, ricorda la visita americana di un altro Pontefice: Giovanni Paolo II. "Era il 1979 – dice Raghida – Questo papa è più simpatico, è molto carino, ma ho i miei dubbi sull'impatto che possa avere sulla politica internazionale".

Erol Avdovic
Erol Avdovic, giornalista bosniaco che corrisponde per Webpublicapress e Radio Deutsche Welle, è convinto che all'Assemblea Generale il papa denuncerà la guerra, l'Europa che non fa abbastanza per i migranti, e le diseguaglianze sociali che si allargano ovunque. "Bergoglio si saprà far ascoltare. Un papa socialista, finalmente, che parla di problemi reali".

Sherwin Bryce-Pease
Sherwin Bryce-Pease, giornalista della South African Broadcasting (SABC), pensa che questo papa avrebbe molto da dire, e non solo sull'ambiente, l'immigrazione e la povertà. "Francesco dovrebbe scuotere questo Palazzo di Vetro, dargli una scossa per riformarsi, per servire meglio il mondo del nuovo millennio. E' incredibile che ci siano ancora cinque paesi più uguali degli altri che possono condizionare le decisioni di tutti gli altri. Finché non ci sarà più democrazia nelle istituzioni dell'ONU, questa istituzione non è adatta per affrontare le nuove sfide e io spero, anche se ho dei dubbi che possa riuscire, che un'autorevole figura morale come il papa si faccia sentire anche sul bisogno di riformare le Nazioni Unite. Non è solo il Vaticano che ha bisogno di riforme…"

Colum Lynch
Concludiamo con Colum Lynch corrispondente dall'ONU per Foreign Policy, che qualche mese fa in un articolo ha approfondito la diplomazia vaticana al Palazzo di Vetro: "Questo papa, col suo messaggio sullo sviluppo sostenibile, arriva al momento giusto sia per Ban Ki-moon che per Barack Obama, che ovviamente spingevano per questa agenda Onu. Ma sugli altri argomenti di sicurezza e pace, ecco non vedo la diplomazia vaticana essere particolarmente attiva dentro il Palazzo di Vetro. Da quello che ho percepito dalle mie fonti, anche con questo papa, non si è notato una diplomazia vaticana molto più attiva qui dentro nel cercare di trovare un ruolo nelle trattative di pace, nella protezione dei civili etc. Nelle varie capitali sicuramente questo ruolo diplomatico da parte della Santa Sede c'è, dentro l'ONU molto meno, ancora si preferisce agire sui temi della pianificazione familiare, l'aborto…".
Su un aspetto tutti i corrispondenti dalle Nazioni Unite sono d'accordo: alla domanda se ritengono che Papa Francesco sia veramente genuino, se il suo messaggio sia stato finora sincero e la sua popolarità meritata, tutti i giornalisti da noi interpellati al Palazzo di Vetro hanno risposto, senza esitazione: "Sì, lo è".