Non può esserci un reale sviluppo sostenibile senza affrontare seriamente il delicato tema del cambiamento climatico: questi due argomenti, discussi più volte negli ultimi anni dalle Nazioni Unite, sono stati il fulcro del confronto e delle discussioni durante l’ “High Level Event on Climate Change”, tenutosi presso il quartier generale dell’ONU a New York e convocato dall’attuale Presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Sam Kutesa.
“Questo evento, che si pone a metà strada tra la Conferenza sui Cambiamenti Climatici tenutasi a Lima e la prossima, che avrà luogo a Parigi, – ha affermato Kutesa – ci offre un’occasione unica per fare il punto sul lavoro svolto fino ad oggi e per dare un decisivo slancio per il raggiungimento dei nostri futuri obiettivi. La COP21 di Parigi dovrà lanciare un segnale positivo e stimolante per tutti, dal quale si dovrà ribadire che il benessere del nostro pianeta deve contemporaneamente coincidere con ciò che chiamiamo sviluppo sostenibile”. Come ripetuto da Kutesa, il cambiamento climatico è una delle priorità nell’agenda delle Nazioni Unite e rappresenta una sfida globale che deve essere affrontata in maniera coscienziosa da tutti gli Stati; esso interessa, infatti, tutto il nostro pianeta, come testimoniato dall’innalzamento dei mari che minaccia i SIDS, i piccoli Stati insulari in via di sviluppo, e dalla siccità che sta interessando sempre più aree e devasta annualmente numerosi raccolti, arrecando gravi danni, anche sotto un punto di vista esclusivamente economico, a centinaia di migliaia di piccole aziende. Il tempo a disposizione per agire in maniera efficace non è però illimitato, come ricordato dallo stesso Presidente dell’Assemblea Generale: “ Non è troppo tardi, ma dobbiamo agire ora. E dobbiamo farlo con coraggio. Dobbiamo essere risoluti per questo impegno che abbiamo preso, la lotta contro il cambiamento climatico è di assoluta urgenza.”.
“L’adozione di misure concrete per incentivare l’azione di tutti – ha proseguito Kutesa – sarà fondamentale per il successo di queste iniziative. Gli annunci congiunti di Cina e Usa su questo tema, le iniziative prese dal G7 per quanto riguarda i sistemi energetici e le fondamentali parole di Papa Francesco sono ottimi segnali che mi rendono fiducioso”.
Numerose sono state le autorità presenti a questo evento: oltre al Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon, vi era anche il premio Oscar Robert Redford, da sempre in prima linea riguardo questioni ambientalistiche; significativa, inoltre, la presenza del quindicenne attivista indigeno Xiuhtezcatl Roske-Martinez.
“Gli accordi che saranno sottoscritti a Parigi non saranno un punto finale, ma dovranno rappresentare il punto di svolta attraverso il quale il mondo prenderà coscienza della sfida per eccellenza della nostra epoca”: con questo prologo, Ban Ki-moon si è allineato all’idea di Kutesa riguardo la svolta epocale che rappresenterà la Conferenza di Parigi del prossimo dicembre.
Pur congratulandosi con Usa, Cina ed Unione Europea per quanto concerne le recenti iniziative prese in materia di clima ed emissioni di carbonio, il Segretario Generale ha affermato che “questi impegni coprono solo una parte del totale delle emissioni globali. Dobbiamo cogliere l’opportunità odierna per appellarci affinché tutti possano dare un grande contributo per questa nobile causa.”. Un ulteriore segnale positivo è il considerevole calo dei prezzi delle fonti energetiche rinnovabili che, soprattutto in un futuro non particolarmente lontano, dovranno cercare di sopperire il più possibile alla continua riduzione dei combustibili fossili. Prima di concludere il suo intervento, Ban Ki-moon ha sollecitato i paesi più sviluppati a raccogliere 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 per aiutare i paesi in via di sviluppo nella riduzione delle emissioni.
Particolarmente importante si è rivelato anche il discorso del celebre attore Robert Redford: “Sono un attore per business ma anche un attivista di natura. Vi chiedo, da cittadino interessato, di fare qualcosa. La vostra missione è semplice ma, allo stesso tempo, piena di insidie: salvare il mondo prima che sia troppo tardi. Per quanto riguarda il cambiamento climatico, vi è un’urgenza assoluta e il destino del mondo è in bilico”. Redford ha poi proseguito asserendo che “oggi non possiamo più usare l’ignoranza come scusa per non agire. La scienza ha confermato che il cambiamento climatico è qualcosa di reale ed è collegato anche alle attività umane”.
Le conseguenze del cambiamento climatico in atto, oltretutto, sono abbastanza palesi: l’avanzamento incontrastato dei deserti, la mancanza di acqua collegata all’aumento di siccità in molte zone del pianeta, la presenza di tornadi ed uragani in luoghi dove prima erano assenti e, di recente, la morte di circa 2300 persone in India e Pakistan per le alte temperature rappresentano numerosi campanelli d’allarme da tenere sotto stretta osservazione.
“Nessuna nazione può farcela da sola – ha proseguito Redford – . C’è bisogno del coinvolgimento di tutte le parti poiché questo è l’unico pianeta a nostra disposizione e, probabilmente, questa è la nostra ultima occasione per salvarlo.”
L’attore, concludendo il suo intervento, ha riposto ottimismo per l’immediato futuro: “Le risorse a nostra disposizione sono limitate, ma la mente umana ha illimitate possibilità per risolvere questi problemi. Possiamo davvero cambiare il corso della storia e nel prossimo incontro di Parigi, nel quale si incontreranno 193 nazioni, spero che si troverà un accordo per portare a termine questo fondamentale impegno”.
In basso la conferenza stampa di Robert Redford con i corrispondenti dell’ONU. La domanda de La VOCE dal minuto 9:00