Qualche giorno fa il programma politico culturale Newsnight della BBC ha dedicato ampio spazio alla discussione sugli immigrati che approdano sulle coste Italiane. La conduttrice del programma, Laura Kuenssberg, ha messo in evidenza il dramma e la sofferenza della traversata sui barconi, il livello di esaurimento degli immigrati provati sia fisicamente che psicologicamente dopo mesi di lotta per la sopravvivenza e per aver visto morire parenti e amici.
L’inviato del programma della BBC imbarcatosi su una nave, messa a disposizione da un filantropo milionario americano, si attiva al recupero egli immigrati che popolano il primo barcone avvisato all’alba. Circa 250 immigrati esausti che non reagiscono per la stanchezza neanche all'annuncio “Adesso siete salvi” dell’addetto al salvataggio. I primi ad essere soccorsi sono stati i malati e le donne con i bambini. Ma ben presto nel corso della mattinata altre tre barche affiorano all’orizzonte con circa altri 250 profughi. Tutti provenienti dalla Libia, ma non libici.
“La Libia è un paese da evitare, è un paese che voglio dimenticare per le orribili violenze che lì abbiamo subito, i miei amici che sono morti a causa dalle violenze dei libici. Non vorrei pensare più alla Libia”. Così si lamenta Mohammed e mentre parla porta entrambe le mani alle sue tempie e poi le allontana nell’aria come a voler tirar fuori dalla sua mente i brutti ricordi.
Gli immigrati sono stati messi tutti in salvo e trasferiti presso il centro di accoglienza, dove sono stati sottoposti ai primi accertamenti e controlli medici, senza però lasciarsi identificare. Infatti non appena l’immigrato viene a conoscenza dei contenuti della mozione di Dublino, in base alla quale rischiano di rimanere nel paese dove si è approdati per almeno cinque anni, l’immigrato rifiuta di lasciarsi identificare. Per la maggior parte di loro l’Italia rappresenta solo un paese di passaggio per poter raggiungere amici e parenti nel Nord Europa. Cosi ben presto molti immigrati preferiscono scappare, scavalcando i recinti per raggiungere la prima ferrovia che li porterà verso il Nord. La polizia italiana, come testimoniato dal documentario della BBC, per un po’ li insegue ma ben presto molla la presa. I recinti un po’ colabrodo in fondo fanno comodo ad entrambe le parti: agli immigrati perché non rischiano alcunché nel tentare una fuga facilitata e all’Italia che in questo modo riequilibra il grande svantaggio dettato dal trattato di Dublino.

L’UN High Commissioner for the refugee Antonio Guterres
Intanto nello studio della BBC la giornalista interroga Antonio Guterres, UN High Commissioner for the refugee. “Questa è la tragedia del secolo – dichiara a chiare note il Commissario – un popolo come i siriani hanno perso tutto. Nel corso della loro fuga in tanti hanno perso anche parenti amici, figli. Quello che chiedono è di trovare un riparo dalla guerra in attesa di un periodo più proficuo per fare ritorno nel loro paese. Tutti i paesi limitrofi, Libano, Giordania, Turchia hanno fatto il loro dovere, ma questo non può bastare. L’Europa deve essere più attiva nel garantire soccorso e protezione. Non è solo un atto di dovuta generosità, ma anche un fatto di emancipazione sociale”.

Il Ministro Italiano per gli affari europei, Sandro Gozi
Anche Sandro Gozi, Ministro Italiano per gli affari europei, da Roma ha dichiarato che questo è uno stato d’emergenza che dovrebbe vedere tutti i paesi d’Europa partecipi compresa la Gran Bretagna che “sta offrendo un valido aiuto per il recupero in mare degli immigrati, ma di fatto si ostina a non accettare la divisione delle quote degli immigrati”, ha dichiarato Gozi.
La giornalista inglese ha inoltre chiesto: “A cosa fa riferimento Renzi quando dice che in caso paesi d’Europa non dovessero far fronte agli aiuti necessari metterà in atto il piano B? Potrebbe essere il piano B l’intenzione di fornire agli immigrati un visto in grado di permettere loro di girare liberamente per l’Europa?”. Domanda disattesa dal Ministro Gozi che si è detto fin troppo preso dal piano A per essere a conoscenza di altri piani.
La giornalista ha allora posto una domanda cocente al parlamentare conservatore Nadhim Zahawi: “Non siete voi conservatori di fronte ad un dilemma morale?”. Il politico ha evitato una risposta diretta elencando invece i finanziamenti elargiti per la questione immigrazione e l’aiuto nel Mediterraneo da parte della Marina Britannica. Non ha offerto nessun spiraglio per altri tipi di interventi.
Uno dei tanti muri che si stanno erigendo in Europa, mentre sembrerebbe che un mondo intellettuale sia più attento agli SOS dalle diverse parti del mondo.