Si fa presto a dire “venite, venite pure in massa e verrete accolti con cristiano sentimento, con democratico sentimento”… Si fa presto, sissignori, a spalancare a chiunque le porte del Paese del Bengodi e a lucidare quindi la nostra ‘patente’, sì, di democratici, di civili, di emancipati. Solo che l’Europa più non è il Paese della Cuccagna: lo era quaranta, cinquanta, sessant’anni fa. Ma oggi, no. La Crisi è gravissima, lo è da almeno una decina d’anni, se non di più. Lo è da quando la Ue strinse nel suo abbraccio “fatale” Francia, Italia, Spagna, e perciò cominciò a seminare miseria, a provocare disperazione, a umiliare soprattutto i meno abbienti, gli stipendiati, i salariati, i pensionati.
Fra l’Europa d’oggigiorno e la Germania formato Repubblica di Weimar, c’è in un certo senso un’analogia: la Ue svena, oltraggia, mortifica con tracotanza e sicumera popoli che meriterebbero invece condizioni di vita ben diverse, così come Francia e Gran Bretagna (e anche Stati Uniti), spolpavano senza ritegno e in modo criminosamente esoso, la Germania sconfitta nel 1918, con la banditesca pretesa che i tedeschi risarcissero per “danni di guerra” allevatori della Camargue, pescatori della Bretagna, contadini dell’ Auvergne, metalmeccanici gallesi, tornitori del Lancashire, pastori delle Highlands, negozianti di Manhattan, dattilografi e dattilografe di Manhattan, Chicago, Los Angeles… Così, fra il 1920 e il 1933, all’incirca, la Germania venne gettata nella disperazione più cupa. Vi si scatenò un’inflazione grottesca, ancor prima che drammatica: per acquistare un chilo di pane, ci voleva mezzo milione di marchi mentre un pacchetto di sigarette arrivava a costare centomila marchi. E sicchè, nel 1933, guarda un po’, un austriaco, reduce di guerra, pittore dilettante, conquistò il potere grazie al voto elettorale. Stupirsene? Sarebbe da sciocchi, stupirsene. Eppoi, sappiamo come andò a finire nella Berlino del 1945, nel Bunker di Berlino preso d’assalto dai sovietici mentre gli Alleati premevano imperiosi da ovest…
Tutto questo per chiederci che cosa intende fare l’”anomalia” chiamata Unione Europea dei suoi ‘sudditi’, dei tanti rassegnati sotto il suo ruvido, esoso potere. Che cosa ha in mente di fare la Ue di fronte al flusso massiccio, “biblico”, di disperati che dall’Africa, dal Maghreb, dal Medio Oriente si spingono appunto a nord; flusso che, come obiettivo ha in primo luogo l’Italia, non fosse altro che per ragioni geografiche, e anche perché si sa che l’Italia è il “ventre molle” dell’Europa; che è ‘soccorritrice’, ‘madre’, ‘sorella’. Ma quest’ Italia non è più quella della Lira che nel 1965 dal “Financial Times” ricevette l’”Oscar” per la moneta europea più solida, quella con un potere d’acquisto addirittura superiore, anche se di poco, alla sterlina, agli scellini, ai “pence”. Non è più il Paese che marciava spedito, creava lavoro, inventava. Ed esportava in mezzo mondo prodotti d’alta qualità.
Sulla tragica questione degli sbarchi di genti provenienti dal “terzo mondo”, la Ue obbedisce al Capo dell’Eliseo Hollande, il quale in queste ore è stato categorico: a nessun emigrante clandestino (il sans papiers) verrà permesso mettere piede sul territorio francese, “vive la Republique”! L’Italia, quindi, s’arrangi da sola… Ma “questa” Italia non è in grado d’arrangiarsi da sola, prigioniera com’è di neo-liberisti di nessuno spessore morale e sociale, di politicanti i quali di giorno in giorno dimostrano la propria inadeguatezza morale, tecnica, professionale, dinanzi ai compiti che sono, o sarebbero, chiamati a svolgere… E’ l’Italia dei venditori di fumo, degli illusionisti; in poche, “brutali” parole, dei nemici del popolo che essi pretendono di rappresentare quando, invece, altro non curano che i propri interessi. Roma Capitale Mafia “docet”.
Hollande tutti i torti non ce li ha. Come l’Italia, anche la Francia più non poggia sulla solidità economica, finanziaria, anche sociale, di mezzo secolo fa: l’Euro ha corroso, e non di poco, anche il potere d’acquisto di almeno un terzo dei cittadini francesi, percentuale, questa, assai elevata. Ci sono insomma limiti anche alla capacità d’assorbimento umano, sociale, da parte della Francia. Indirettamente, il Capo dell’Eliseo invita l’Italia a sbrigarsela da sola… Ma l’Italia d’oggigiorno non è nelle condizioni di sapersela sbrigare da sola. Quest’Italia da oltre vent’anni è nelle mani di sedicenti statisti, sedicenti leader, sedicenti fenomeni della Finanza, della politica. Del marketing! Viene avvinghiata, usata, sfruttata, da chi non conosce la Storia. Da chi nessun interesse culturale, e umano, dimostra verso l’Italia di Olivetti, Borghi, Mattei, Bastogi, Rizzoli, Enzo Ferrari. Da chi pensa solo, e sempre, al “mercato”, attribuendo ad esso virtù e proprietà che il ‘soggetto’ proprio non ha, poiché il “mercato” non è certo un’entità a sé: è espressione degli uomini! Se quindi il ‘mercato’ fallisce, o mente, o indirizza verso vie che andrebbero regolarmente evitate, ebbene, questa è colpa, grave colpa, dell’uomo, e non certo di ‘forze ineludibili’ da seguire, alle quali prostrarsi con cieca e gioiosa sottomissione. Facile, comodo, e delittuoso, dire: “Ma è il mercato che lo chiede, che lo impone”.
L’Italia attuale non se ne accorge, ma essa è sottomessa, eccome, al connubio fra politica, affarismo e pubblica opinione prona, assuefatta, ora come ora, alla “moda corrente”, perfino invidiosa, o aspirante-emula, di personaggi di grido che hanno “fatto i quattrini” e fanno quindi bene a intrattenersi in ambienti sontuosi con donne giovani, tornite, avvenenti. Donne “spregiudicate” già a diciott’anni.
L’Italia nella quale oggi viviamo, è fatta così: meretrice in cerca di rispettabilità nell’accoglienza dei diseredati. E’ quindi un coacervo di politici, devoti alla Chiesa Cattolica (!), che però non osano chiamare in causa gli spietati, cinici, “governanti” del Terzo Mondo, i quali per proprio tornaconto politico o personale, provocano, o favoriscono, l’esodo delle loro povere genti verso il “paradiso” europeo, verso il “paradiso” italiano. Tanto si sa che, come si dice inglese, “the Italians haven’t got the guts”!
Quindi, non abbiamo che da ringraziare La Pira, Papa Wojtyla, Berlusconi, Renzi e tutti gli altri della “congregazione della fratellanza umana”.