La situazione dei flussi migratori nel Mediterraneo resta al centro delle preoccupazioni delle Nazioni Unite.
"Sono ancora troppi gli immigrati che vivono e lavorano in condizioni estreme e precarie. In questa giornata vogliamo inviare un appello per la tutela e il rispetto dei diritti dei 232 milioni di immigrati nel mondo".
Con queste parole, il Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon ha voluto celebrare la Giornata Internazionale dell'Immigrazione indetta dall'Assemblea Generale ogni 18 dicembre.
"Faccio appello a tutti gli stati membri a ratificare e attuare al piú presto tutte le direttive delle Nazioni Unite in materia di diritti umani e di leggi sulla tutela delle condizioni di lavoro – ha dichiarato il Segretario Generale aggiungendo che – le politiche migratorie degli stati dovrebbero tendere alla promozione di un'immigrazione legale ma che tuteli i diritti umani dei rifugiati".
Prima ancora di parlare di diritti tuttavia, Ban ha voluto sottolineare l'importanza da parte degli stati di censire in maniera accurata i nuovi arrivi in modo da tenere presente questi contingenti stranieri al momento di delineare politiche nazionali che avanzino gli interessi dell'intera collettivitá.
"La politiche migratorie devono essere basate sull'evidenza dei dati sul territorio – ha ribadito il Segretario Generale – piuttosto che su percezioni campate in aria e su sentimenti di xenofobia".
Il Direttore dell'Organizzazione Internazionale per l'Immigrazione William Lacy Swing ha impostato il discorso dal punto di vista dei mutamenti demografici in atto, rilevando che é "un'ironia crudele" il fatto che, proprio in un momento storico come quello attuale, caratterizzato dall'invecchiamento delle popolazioni di molti paesi sviluppati, ci sia tanta ostilitá nei confronti dei flussi migratori che potrebbero invece fornire quella mano d'opera che sta diventando sempre piú necessaria.
William Lacy Swing ha ribadito anche l'importanza di "invertire il crescente sentimento di ostilitá verso gli immigrati" nel corso della conferenza stampa di fronte ai corrispondenti dell'ONU dove, tra l'altro, si é parlato molto di Italia e, in particolare, dell'operazione Mare Nostrum, giá lodata di recente dalle Nazioni Unite per gli sforzi legati al pattugliamento nel Canale di Sicilia.
La VOCE di New York ha chiesto a Lacy Swing un commento sulle dichiarazioni rilasciate il giorno precedente dal Segretario Generale Ban Ki-moon il quale, lasciando insolitamente da parte la cautela del linguaggio diplomatico, ha parlato della necessitá di "fare di piú per contrastare l'ascesa dell'estremismo e dei movimenti di destra che prendono di mira le minoranze e gli immigrati, soprattutto i musulmani".
Lacy Swing ha preferito non pronunciarsi sulle politiche specifiche dei singoli stati ma ha ribadito che "La diffusione di questi sentimenti in molti paesi industrializzati sono causati da fattori come le difficoltá economiche nelle quali molti di questi stessi paesi continuano a dibattersi e dai timori legati all'occupazione. Un altro elemento di diffidenza – ha continuato Lacy Swing – si identifica con la percezione di una perdita di identitá etnica e nazionale in quegli stati che sono divenuti di recente 'paesi di destinazione' dei flussi migratori, soprattutto quelli che (come l'Italia NdR) hanno una tradizione da 'paese di origine'. Infine, un altro elemento che esercita un ruolo importante é quello legato alla sicurezza nazionale, divenuto prioritario dopo gli attacchi del 11 settembre".
"In molti paesi sviluppati – ha dichiarato Lacy – esiste anche una percezione errata della percentuale di straneri insediati nel territorio nazionale. Una percezione che tende ad esagerare in maniera considerevole il numero di questi immigrati. Nel caso degli italiani ad esempio, l'idea tra la popolazione locale é che gli stranieri ammontino al 25 % del totale mentre una cifra piú realistica si aggira intorno al 9%." (in realtá la cifra degli stranieri residenti in Italia é ancora piú bassa e si aggira, secondo i dati dell'Istat, intorno al 7,4%).
A proposito di Mare Nostrum inoltre, William Lacy Swing ha lodato ancora una volta lo sforzo dell'Italia che ha impegnato ben 32 navi, 6 elicotteri ad un costo di circa 9 milioni di euro al mese. Ma, al di lá degli aspetti logistici, il pregio principale di Mare Nostrum consiste nel fatto che il mandato principale era quello di "salvare vite umane".
L'operazione europea gestita da Frontex invece, impegna solo 6 navi e 2 elicotteri e, soprattutto, é limitata ad un pattugliamento navale a soli 30 chilometri dalla costa il ché aumenta il rischio di naufragi al largo e di annegamenti.
"Sarebbe opportuno quindi – ha detto Lacy Swing – che mare Nostrum continui almeno fino a quando l'operazione europea si adegui alle dimensioni dello sforzo italiano".
Anche a proposito delle conversazioni intercettate dalla polizia italiana nel corso della recente idagine sulla mafia a Roma, in cui il traffico dei rifugiati veniva identificato come un affare piú lucrativo del traffico di droga, Lacy Swing ha confermato che il movimento di capitali legato a queste attivitá illegali si aggira intorno ai 32-35 miliardi di dollari l'anno e costituisce un ulteriore incentivo per l'adozione di politiche piú razionali e coordinate sull'immigrazione.