Come era da aspettarsi, l'apertura della mostra di manoscritti francescani esposti nella sede delle Nazioni Unite a partire da lunedì 17 novembre, al di lá del considerevole valore artistico e storico dell'esposizione stessa, è stata anche occasione per l'ufficializzazione di un annuncio che in molti ttendevano: quello della visita di Papa Francesco in America la cui data è stata fissata per settembre 2015.
Il Papa infatti, proprio in quel periodo si recherà a quello che, da più parti, è considerato il più grande raduno al mondo di fedeli cattolici: il World Meeting of Families che si terrà a Philadelphia dal 22 al 27 settembre 2015.
Secondo le dichiarazioni del nunzio apostolico del Vaticano all'ONU, Monsignor Bernardito Auza, confermate anche dal responsabile stampa dell'ufficio del Santo Collegio di Assisi, Padre Enzo Fortunato, il Papa farà tappa a New York dopo la manifestazione di Philadelphia e, nel corso della visita, si recherà alle Nazioni Unite.

L’inaugurazione della mostra di manoscritti dei San Francesco all’ONU
Volendo speculare sulle date scelte dal Vaticano per la visita papale, vale la pena mettere in evidenza che il pontefice dovrebbe trovarsi al Palazzo di Vetro proprio in coincidenza con l'apertura dell'Assemblea Generale che rappresenterebbe anche l'occasione per rivolgersi a tutti i capi di stato presenti a New York, un gesto che si inserirebbe nella scia della politica di alto profilo che ha caratterizzato finora il pontificato di Bergoglio.
In attesa della vista del Papa però, la mostra inaugurata lunedì, ha iniziato ad introdurre agli americani il nucleo e i concetti fondamentali del pensiero francescano. A sottolineare l'importanza della manifestazione, prima ancora dell'evento serale alle Nazioni Unite, ha contribuito anche la Casa Italiana Zerilli Marimò della New York University che, con l'usuale impeccabile supervisione del suo maestro di cerimonie, Stefano Albertini, ha organizzato in mattinata una presentazione alla quale sono intervenuti tutti i maggiori protagonisti della mostra.

Il sindaco di Assisi, Claudio Ricci, durante la presentazione alla Casa Italiana NYU
Nel corso dei suoi interventi alla Casa Italiana prima e all'ONU in serata, il sindaco di Assisi Claudio Ricci ha introdotto quello che è apparso come il motivo ricorrente di questa intera celebrazione della vita e delle opere di San Francesco e che è riemerso nei discorsi di tutti i relatori: la contemporaneità del suo messaggio.
Anche Bernardito Auza ha voluto ribadire (qui il video del suo intervento) che i tre pilastri fondamentali dell'insegnamento francescano, la ricerca della pace; l'alleviamento della povertà e la tutela dell'ambiente, sono ancora qui davanti a noi, in attesa di essere affrontati e risolti a più di otto secoli di distanza. In questo senso quindi, la sede della mostra alle Nazioni Unite, si adatta perfettamente alla riproposizione di questi argomenti che coincidono proprio con le dichiarazioni d'intenti dell'atto costitutivo dell'ONU.
L'esposizione dei manoscritti provenienti dalle bibioteche storiche italiane, costituisce anche un debutto per molti di questi stessi documenti al di fuori dei confini nazionali italiani in generale e in America in particolare, una terra che, come sottolineato da padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi (qui il video del suo intervento), San Francesco naturalmente non poteva conoscere e che a sua volta, molto probabilmente, non conosce San Francesco. Proprio per questo motivo tuttavia, l'arrivo dei documenti negli Stati Uniti, la possibilità di parlare di Francesco e di diffonderne il messaggio su questa sponda dell'Atlantico rappresentano, secondo Gambetti, un motivo di grande emozione ed entusiasmo per l'ordine.
Anche il vicepresidente della Camera dei Deputati, Marina Sereni, ha preso la parola per ringraziare gli organizzatori della mostra. Un ringraziamento particolarmente sentito dal momento che Sereni, proprio come Francesco, è originaria dell'Umbria. La deputata ha voluto anche evidenziare un aspetto spesso trascurato della figura del santo: la sua attenzione alle altre culture e il suo tentativo di fare da ponte tra il mondo occidentale cristiano e quello orientale musulmano come testimoniato dal viaggio nel sultanato d'Egitto compiuto da Francesco e da altri frati minori nel 1219.

Stephen Acunto durante l’inaugurazione della mostra di manoscritti dei San Francesco all’ONU
Tra gli altri relatori intervenuti sono da menzionare, oltre al vice-segretario dell'ONU, Jan Eliasson (qui il video del suo intervento), che ha ricordato come il documento costitutivo delle Nazioni Unite fu firmato nella cittá di San Francisco, l'arcivescovo di New York, Timothy Dolan che ha auspicato che New York diventi la nuova Assisi (qui il breve video del suo intervento).
Due tra i maggiori organizzatori della mostra: Stephen Acunto, presidente della Italian Academy Foundation (qui il video del suo intervento e a cui abbiamo chiesto del valore dei manoscritti esposti, nel video in basso) e Flavia De Sanctis, presidente dell'associazione culturale Antiqua hanno ripercorso le tappe fondamentali dell'organizzazione e dell'allestimento dell'esposizione e hanno ricordato che i manoscritti resteranno in mostra all'ONU fino al 28 novembre per poi trasferirsi al Borough Hall di Brooklyn dove potranno essere ammirati dal 2 dicembre al 14 gennaio.
Questi documenti sono solo compilazioni di parole ma le parole possono essere anche "gesti forti" proprio come quelli che, c'è da sperare, arriveranno dal Papa durante la sua visita americana e dalle Nazioni Unite nell'affrontare molti dei problemi che San Francesco volle indicarci già otto secoli orsono.