“La libertà di espressione, l'indipendenza dei media e l'accesso universale alla conoscenza farà fortificare i nostri sforzi per raggiungere risultati duraturi per le persone e il pianeta”, ha detto il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, aprendo la conferenza al Palazzo di Vetro sul tema: La libertà dei media per un futuro migliore: plasmare l'agenda dello sviluppo post- 2015. (Qui potete vedere tutto il video della conferenza)
La discussione avveniva per celebrare la Giornata della Libertà di Stampa, che ricorre il 3 maggio, occasione quindi per rafforzare i principi fondamentali di questa libertà e per rendere omaggio ai giornalisti che hanno perso la vita nell’assolvere il proprio dovere; mettere in luce l’importanza dei media nello sviluppo; la sicurezza dei giornalisti e dello Stato di diritto e la sostenibilità e l'integrità del giornalismo.
La conferenza ha promosso anche il grande sforzo in atto in tutto il sistema delle Nazioni Unite per ottenere una nuova agenda di sviluppo per raggiungere con successo gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDGs). Tali obiettivi, concordati dai leader mondiali al vertice delle Nazioni Unite nel 2000, mirano a tagliare l’estrema fame e la povertà, ridurre la mortalità materna e infantile, combattere la malattia e fornire accesso universale all'istruzione e all'assistenza sanitaria, il tutto entro la fine del 2015.
Nel suo intervento, Ban Ki-moon ha dichiarato che “ogni giorno dell'anno, la libertà fondamentale di ricevere o di comunicare idee attraverso qualsiasi media è sotto attacco, a scapito di tutti noi”. E’ per questa ragione che tantissimi giornalisti scelti per parlare o scrivere su verità scomode, sono stati sequestrati, arrestati, picchiati e spesso anche uccisi. “Un simile trattamento è completamente inaccettabile in un mondo sempre più dipendente dalle agenzie di stampa mondiali e dai loro giornalisti”, ha evidenziato il capo delle Nazioni Unite.
La conferenza ha poi posto l’accento sul terribile dato secondo cui l’anno scorso 70 giornalisti sono stati uccisi; molti per via del fuoco incrociato e causato da conflitti internazionali o interni. Oltre 14 giornalisti hanno subito la stessa sorte quest'anno, mentre l'anno scorso, 211 giornalisti sono stati detenuti in carcere. Circa 456 reporter sono stati costretti all'esilio dal 2008, mentre invece dal 1992, oltre 1.000 giornalisti sono stati uccisi con cadenza settimanale.
“Sono cifre allarmanti. Dietro ogni statistica c'è un uomo o una donna che svolge semplicemente il proprio lavoro”, ha detto il Segretario Generale, sottolineando che non coloro i quali usano violenza contro i giornalisti, fanno uso di intimidazioni o usi distorti delle procedure legali per disturbare o impedire il loro prezioso lavoro non devono restare impuniti.
Per quanto riguarda l'agenda post 2015, i mezzi di comunicazione liberi, tradizionali e nuovi che siano, sono indispensabili per lo sviluppo. Essi possono promuovere la trasparenza sui nuovi obiettivi che gli stati membri dovranno adottare. “I social media e le tecnologie mobili offrono nuovi strumenti per accelerare la partecipazione dei cittadini e il progresso economico e sociale”, ha detto Ban, aggiungendo che la funzione dei cosiddettiwatchdog media è essenziale per rendere responsabili delle proprie azioni i governi, le imprese e gli altri attori pubblici e privati.
“In questa giornata mondiale della libertà di stampa, invito tutti i governi, le società e gli individui a difendere attivamente questo diritto fondamentale come fattore critico nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e nel portare avanti il ÔÇïÔÇïprogramma di sviluppo post-2015”, ha dichiarato Ban.
Facendo eco al Segretario Generale, John Ashe, il presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha affermato che la libertà di espressione e la libertà di stampa sono diritti fondamentali e costituiscono un pilastro essenziale delle società democratiche. “Quando i giornalisti sono in grado di riferire liberamente, sostengono la partecipazione dei cittadini informata ai processi politici e sociali e promuovono l'impegno civile”, ha poi ribadito.
Ashe ha infine ricordato che nel dicembre 2013, l'Assemblea ha adottato per la prima volta una risoluzione che condanna tutti gli attacchi e le violenze contro i giornalisti e gli operatori dei media, oltre a proclamare il 2 novembre come la Giornata internazionale per porre fine all'impunità per i crimini contro i giornalisti.
Inoltre, l’Assemblea Generale (UNGA) ha invitato gli Stati membri a promuovere un ambiente sicuro e favorevole per i giornalisti affinché possano svolgere il loro lavoro in modo indipendente, sicuro e senza alcuna interferenze. A questo proposito, “il Piano d'azione dell'ONU sulla sicurezza dei giornalisti e la questione dell'impunità rappresentano un importante meccanismo multi-stakeholder”, ha aggiunto il presidente Ashe, commentando che solo assicurando ai giornalisti di lavorare in completa sicurezza e senza alcun timore, si potrà permettere loro di dar voce a chi non ce l’ha, raccontando storie che sono indicibili e aiutare a costruire una società aperta e trasparente. In questo primo panel sono intervenuti anche Lyutha Al'Mughairy, ambasciatrice del Sultanato dell'Oman all'ONU e Presidente della Commissione Informazione all'Assemblea Generale dell'ONU, Vibeke Jensen, Direttore dell'Unesco a New York, e Pamela Falk, Presidente dell'UNCA, l'associazione dei corrispondenti delle Nazioni Unite.