Il sottosegretario generale dell’ONU per gli affari politici, Jeffrey Feltman, sottolineando al Consiglio di Sicurezza che “il tempo è essenziale”, ha dipinto un quadro preoccupante degli ultimi quattro giorni, durante i quali lo spirito emergente di compromesso che aveva portato a concludere un accordo a Ginevra durante un incontro tra Ucraina, Russia, Stati Uniti e Unione Europea, “sembra essere evaporato.”
“L'attuazione della Dichiarazione di Ginevra è in una fase di stallo poiché le parti hanno cercato di dare interpretazioni differenti su ciò che invece era stato concordato”, ha ribadito Feltman in merito ad un accordo su una serie di misure atte a disinnescare le crescenti tensioni in Ucraina orientale e che includono la smobilitazione e lo sgombero degli edifici governativi sequestrati dalle milizie.
La Dichiarazione di Ginevra aveva congelato mesi di agitazione politica in Ucraina che avevano portato alla rimozione da parte del Parlamento del presidente Viktor Yanukovich nel febbraio scorso. Tuttavia, ad essa si è susseguito un aumento delle tensioni nella regione autonoma di Crimea, dove truppe militari russe sono state successivamente dispiegate e un referendum secessionista tenutosi a metà marzo, ha visto la maggioranza della popolazione della regione votare per unirsi alla Russia, considerata per vari aspetti culturali e linguistici come la vera patria.
Verso la metà di aprile, le tensioni sono poi divampate nella parte orientale dell'Ucraina e precisamente a Lugansk, Kharkiv, Donetsk e per di più in almeno altre 5 città della regione sono state prese di mira da rivolte violente e occupazione di edifici governativi. Nella città di Slovyansk, dove è stata persino sequestrata la stazione di polizia, gruppi separatisti auto-dichiarati hanno richiesto un referendum simile a quello tenutosi in Crimea.
Feltman ha riferito martedì che la situazione in alcune parti dell'Ucraina orientale e meridionale sta deteriorando. Il 25 aprile, un gruppo di osservatori militari sotto l'egida dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) e scortati da personale ucraino, sono stati catturati e sebbene soltanto un osservatore sia stato rilasciato, gli altri restano ancora detenuti.
Ribadendo la ferma condanna del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon sull’incidente, Feltman ha esortato i responsabili a rilasciare immediatamente, senza alcuna condizione e illesi gli osservatori detenuti . “Sono in gioco delle vite umane” ha poi sottolineato.
Nel frattempo, secondo il Sottosegretario, bande di miliziani e civili armati “stanno aumentando di numero in sempre più città”, occupando edifici, creando posti di blocco e altri disagi in intere comunità del resto dell'Ucraina. Inoltre, sono stati segnalati vari e crescenti casi di tortura, rapimenti e scontri violenti in vari parti del paese. Alcuni giorni fa, tra l’altro, gruppi separatisti auto-dichiarati hanno avviato una operazione per prendere il controllo di Lugansk. Nella giornata di martedì, hanno preso d'assalto il quartier generale della polizia della città, aprendo il fuoco con armi automatiche e lanciando granate assordanti contro ufficiali di polizia ancora dentro, ha dichiarato Feltman, aggiungendo che due giorni fa, Hennadiy Kernes, il sindaco di Kharkiv, è stato colpito alla schiena da ignoti ed è ancora in condizioni critiche. A Donetsk invece, una manifestazione pro –unità si è trasformata in un evento violento quando gli elementi separatisti, hanno attaccato i manifestanti con mazze e catene.
“Quello che ho appena descritto sono soltanto gli sviluppi degli ultimi quattro giorni. Pertanto, tutto ciò dovrebbe allarme tutti noi”, ha dichiarato Feltman.
Per quanto riguarda gli sforzi della comunità internazionale, la missione di monitoraggio delle Nazioni Unite sui diritti umani sta continuando a fornire dati e informazioni disponibili al pubblico sulla situazione dei diritti umani in Ucraina. Inoltre, il Segretario Generale sta portando avanti il suo impegno ad alto livello con i leader mondiali.
“Lui è il vostro partner principale ed è mediante i suoi buoni uffici che si può realizzare un ritorno alla diplomazia e una risoluzione pacifica. È su questa scia, che Ban Ki-moon mi ha chiesto di tornare in Ucraina la prossima settimana”, ha annunciato Feltman che ribadendo l'appello lanciato dal Segretario Generale, ha affermato: “Dobbiamo trovare un modo per tornare allo spirito di compromesso espresso il 17 aprile a Ginevra. Una soluzione diplomatica e politica a questa crisi è indispensabile e non bisogna attendere oltre.”
Allacciandosi al discorso lanciato da Ban, anche Samantha Power, l'ambasciatrice USA all’ONU, ha voluto ribadire quanto sia necessario rispettare le linee espresse e concordate nella dichiarazione di Ginevra del 17 aprile scorso, in modo tale da riportare la situazione sotto controllo. L’inviata al Palazzo di Vetro di Obama, dopo aver attentamente delineato i principali problemi visibili e tangibili in Ucraina, ha attaccato il Cremlino, dichiarando: “Quello che abbiamo visto dalla Russia dal 17 aprile è esattamente quello che abbiamo visto dalla Russia prima del 17 aprile, ovvero altri tentativi per creare problemi e ulteriori sforzi per minare il governo ucraino. Dichiarazioni che sono in contrasto con i fatti, etc. Quello che non abbiamo visto è un singolo passo positivo da parte della Russia per rispettare gli impegni di Ginevra. In realtà, la Russia continua a finanziare, coordinare e incitare i gruppi separatisti pesantemente armati.”
In chiusura l’Amb. Power, ha rimarcato che gli Stati Uniti continueranno a sostenere i principi della Carta delle Nazioni Unite oltre a difendere l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina, sebbene “la Russia sembri essere impegnata invece a destabilizzare il paese e creare fantasiose giustificazioni per le sue azioni”.
Infine altro intervento da notare è stato quello di Lyall Grant, rappresentante permanente del Regno Unito presso l’ONU, il quale come la sua collega statunitense, si è scagliato contro la Russia accusandola di manovrare i gruppi paramilitari che agiscono in varie città dell’Ucraina orientale e di aver continuato a portar avanti esercitazioni militari sul confine oltre ad aver violato ripetute volte lo spazio aereo ucraino.
L'ambasciatore della Federazione Russa, Vitaly Churkin ha affermato che la Russia ha una base giuridica per intervenire in Ucraina, in conformità con il diritto di legittima difesa ai sensi dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Tuttavia l’Amb. Grant, in merito a tale affermazione, ha sostenuto che distorce il diritto internazionale e ha dichiarato: “Non vi è alcuna giustificazione o fondamento giuridico di alcun tipo per invocare l'articolo 51 della Carta dell’ONU, poiché i cittadini russi non sono in pericolo in Ucraina.”
In breve, il Regno Unito ha condannato il rapimento del team di monitoraggio dell’OSCE e ha esortato la Russia che è anche un membro dell'OSCE, di usare la sua influenza per assicurare che ciò avvenga senza ulteriori ritardi.